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Neil Young & Crazy Horse
Colorado

Adoro quest'uomo, ma non tutti i suoi dischi.
Con una media di uno all'anno, Neil Young è arrivato alla bellezza di 39 album solisti, ai quali si aggiungono innumerevoli ulteriori uscite, tra live e postumi. E' ormai arcinoto che la qualità dei suoi lavori non sempre è direttamente proporzionale alla sua prolificità.
Dopo la sbornia con i poco determinati Promise of the Real (con i quali ha pubblicato i tre dischi, "Paradox", "Earth", "The Monsanto Years", tra il 2015 e il 2017), il ritorno con i longevi Crazy Horse, con i quali non collaborava da 7 anni, è quantomai apprezzato.
Questo è un album da consigliare anche ai neofiti perchè racchiude molta dell'arte di Young: se escludiamo lo sviluppo involutivo di “She Showed Me Love” (al titolo ripetuto ossessivamente troppe volte, avremmo preferito la già proposta formula, ma sempre efficace, dei lunghi e rustici assoli), l'album è di notevole spessore: non credo di esagerare quando affermo che l'atmosfera che si respira tra i solchi di questo "Colorado" è tipicamente settantiana talchè pare che i pezzi siano estratti da almeno quattro degli album seminali del canadese: "Zuma", "Time Fades Away", "On the Beach" e "Tonight's the Night".
Rappresentativi, in tal senso, l'ottimo coro di “Help Me Lose My Mind”, le atmosfere caracollanti di “Milky Way” (peccato che il brano sia sfumato proprio quando gli assoli cominciavano ad evocare le splendide acidità di "Cortez the killer"), la granitica determinazione di “Shut It Down”, senza dimenticare le ballads, tutte gradevoli (“Olden Days”, “Green Is Blue”, “Eternity” e “I Do”) e la perla nascosta, "Truth Kills", brano meraviglioso, perfetto connubio tra intimismo e acidità.
Non sono molto d'accordo con coloro che affermano che la creatività non può essere quella di quaranta o cinquanta anni fa: il caro vecchio Neil non dice nulla che non abbia già detto in passato, ma lo fa benissimo.
E' una cosa che ha caratterizzato l'operato di tanti, da B.B.King a Johnny Winter, e che oggi caratterizza artisti ancora sul pezzo, dagli AC/DC ai Deep Purple.
Il sound profuso in questo album è un marchio di fabbrica ed è un'ottima cosa che sia ancora espresso da chi effettivamente l'ha forgiato in passato.
L'unica critica che sento il dovere di esprimere non è all'arte: ha ben poco senso pubblicare un vinile con tre sole facciate incise, corredato di un 45 giri con due pezzi inediti (la versione dal vivo di “Rainbow Of Colors” e il bellissimo e già citato brano “Truth Kills”), entrambi incredibilmente assenti su cd.





Neil Young: chitarra, voce
Billy Talbot: basso, voce
Nils Lofgren: chitarra, tastiere, voce
Ralph Molina: batteria, voce

Anno: 2019
Label: Reprise Records
Genere: Folk/Rock

Tracklist:
01. Think of Me
02. She Showed Me Love
03. Olden Days
04. Help Me Lose My Mind
05. Green Is Blue
06. Shut It Down
07. Milky Way
08. Eternity Rainbow of Colors I Do
Bonus tracks:
10. Truth Kills
11. Rainbow of Colors (live debut)

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