David Gilmour
Live at Pompeii

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L’anfiteatro di Pompei, il Vesuvio sullo sfondo, David Gilmour con la sua consumata Fender Stratocaster imbracciata. 
Basterebbe questo ad annunciare un evento ed in effetti è bastato.
A luglio 2016 l’ex Pink Floyd in occasione del suo tour “Rattle that lock” ha fatto tappa a Pompei, nell’anfiteatro delle rovine, dove 45 anni prima era stato girato il concerto/film/documentario, piuttosto unico nel suo genere, con la band al completo ma senza pubblico presente.
Come era d’obbligo che fosse e come volutamente pubblicizzato dagli organizzatori, l’evento ha avuto grande eco a livello mondiale, non solo in ambiente musicale ma anche in quello della cultura in generale, e le forze in campo per rendere la serata memorabile sono state notevoli.
Il risultato è stato eccellente, complice anche e soprattutto una location unica nel suo genere: una città fantasma distrutta duemila anni orsono da un vulcano che ancora incombe minaccioso sopra di lei.
Ovviamente, per questioni di sicurezza e conservazione del patrimonio storico, il pubblico è stato ospitato nella sola platea, per un totale di circa 3100 posti in piedi, mentre le gradinate sono state utilizzate per il solo impianto di illuminazione e sonoro. Oltre alle due esibizioni pompeiane, il tour di Gilmour ha avuto anche altre tappe nel mondo ed in Italia (tra cui quella al Circo Massimo di Roma) ma per ovvie ragioni di pubblicizzazione le serate di Pompei sono state quelle prescelte per la pubblicazione discografica.

Come quindi preannunciato, dopo oltre un anno sono stati messi in commercio i supporti digitali con l’intero concerto estrapolato dalle due serate nella cittadina partenopea. Le attese (anche la mia che, pur essendo partenopeo, non avevo assistito a nessuna delle date italiane previste) non sono state deluse da nessun punto di vista. Merito dell’ambientazione (non mi stancherò mai di dirlo e chi avrà la fortuna di acquistare il DVD/Bluray capirà il perché) e dell’organizzazione, lo spettacolo visivo è stato veramente indimenticabile. L’impianto luci e il lavoro registico, sia terreno che aereo, ha avuto una resa spettacolare.
La qualità video dei supporti digitali è eccezionale (non a caso la versione in DVD è stata suddivisa su due dischi proprio per garantire una definizione paragonabile a quella Bluray) e le riprese con i droni hanno restituito delle inquadrature uniche nel loro genere, dove all’intera arena illuminata fa sfondo il panorama delle rovine e del Vesuvio sovrastante. Oltre a questo aspetto, gli effetti di luce sono stati spettacolari e magistralmente modulati in funzione del pathos ispirato dalla musica. Dal punto di vista audio la resa è perfetta in tutte le modalità (DTS, Dolby Digital, Stereo) e la dinamicità sonora è stata calibrata a dovere nelle varie fasi del concerto. La durata sfiora le due ore e mezza nette, durante le quali sono stati proposti brani tratti dalla recente carriera solistica di Gilmour, che nei suoi tour continua inspiegabilmente ad ignorare i suoi primi due album (l’omonimo del 1978 ed About face del 1984), e brani risalenti al periodo floydiano. Peraltro a titolo di cronaca, riguardo questi ultimi, i brani proposti sono sempre gli stessi da quando Gilmour si esibisce dal vivo (Pink Floyd o meno): “Time”, “Money”, “Wish You were here”, “Shine on you crazy diamond (part 1-5)”, “One of these days”, “Run like hell”, “Confortably numb”, “The great gig in the sky” e dulcis in fundo “Fat old sun” oramai anch’essa riproposta immancabilmente in tutti gli appuntamenti concertistici a partire dal 2002 (da “David Gilmour in Concert” a seguire per intenderci). Se forse provasse a proporre anche altri brani non dispiacerebbe a nessuno, ma tant’è.

L’organico, composto da vecchie e nuove conoscenze di Gilmour, ha egregiamente supportato il chitarrista che, sebbene visibilmente invecchiato ed appesantito fisicamente, ha suonato bene come non mai. Il suo tocco di chitarra non ha perso fluidità e pulizia e gli assoli sono stati emozionanti e tecnicamente perfetti. Nonostante la timbrica irrochita dall’incedere degli anni, la sua performance vocale è stata degna oltre le più rosee aspettative ed i supporti corali hanno limato qualche lievissima sbavatura nelle fasi più acute. Supporto corale fornito oltre che dalle tre voci appositamente dedicate, anche da tutti gli strumentisti, sassofonista escluso, il quale però ha mostrato notevole versatilità nell’imbracciare anche sporadicamente la chitarra acustica all’occorrenza.
La novità nel trio corale questa volta è stata inoltre la presenza maschile, tale Bryan Chambers, che ha fatto la sua parte anche in “The great gig in the sky”, che nelle sue molteplici interpretazioni dal vivo, partendo dal “Momentary lapse of reason Tour” (vedi live “Delicate sound of thunder”), non riesce comunque ad entusiasmarmi, o comunque di sicuro ad essere all’altezza della versione in studio ad opera della insuperabile Clare Torry.
Solo in una occasione, una interpretazione dal vivo è riuscita a trasmettermi le stesse sensazioni di quella originale: durante il concerto di Roger Waters del 2007 allo stadio Olimpico di Roma, quando fu eseguito l’intero album Dark side of the moon, perfettamente identico all’album in studio, compreso quel brano... indimenticabilmente da brividi. Quel brano è una invocazione non un urlo, e la quasi totalità delle coriste continua ad urlarlo senza pathos, privandolo di significato.
A parte questo particolare, tutto il resto è stato perfetto, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista emotivo: tutte le interpretazioni hanno avuto la giusta modulazione passionale, aspetto importantissimo nella musica di Gilmour e dei Floyd, compresa - e soprattutto - “Comfortably numb” con la quale si è chiuso il concerto.

Comfortably numb” oltre ad essere una delle più belle canzoni dei Pink Floyd e ad esprimere la quintessenza dell’animo di Waters, è un brano difficilissimo da interpretare dal punto di vista del cantato nelle frazioni di Roger. Le sue parti in quel brano sono infatti quelle quasi parlate dove l’aspetto melodico cantato è quasi accennato. In tutti i concerti di Gilmour/Floyd senza Waters, dove è stata inevitabilmente ed improcrastinabilmente riproposta, è sempre stata oggetto di interpretazioni che ne hanno distorto la musicalità ed il significato, in quanto quella parte veniva forzatamente cantata a mo’ di lamento, oltre agli assoli di David inutilmente prolissi e forzatamente lagnosi, causando il mio disgusto (almeno il mio) con conseguente skip della traccia. In questo concerto invece la parte vocale di Waters in “Comfortably numb” è stata demandata al tastierista Chuck Leavell al quale va tutta la mia ammirazione per aver colto la vera essenza del brano e per essere riuscito nell’arduo compito nel quale tutti i suoi predecessori avevano miseramente fallito (solo David Bowie, ospite nel concerto di Gilmour di cui al DVD intitolato “Remember that night - Live at Royal Albert Hall” si era avvicinato ad una interpretazione degna di essere considerata ed ascoltata).

In definitiva quindi questo nuovo Live in Pompeii di Gilmour è una uscita discografica da avere assolutamente, in particolar modo nella versione video. Il concerto è stato pubblicato nella versione a doppio CD audio, a doppio DVD contenente un piccolo documentario alla fine, nella versione Blu-ray e nella versione deluxe composta da 2 CD+2 Blu-ray e memorabilia varie (locandina dell’evento, cartoline, foto ed altro) nella quale sono presenti anche estratti di altri concerti facenti parte sempre dello stesso tour.




David Gilmour: Guitars, vocals
Chester Kamen: Guitars, vocals
Guy Pratt: Bass, upright acoustic bass, vocals
Chuck Leavell: Keyboards, vocals
Greg Phillinganes: Keyboards, vocals
Steve DiStanislao: Drums, vocals
João Melo: Sax, Guitar
Bryan Chambers: Vocals
Louise Clare Marshall: Vocals
Lucita Jules: Vocals

Anno: 2017
Label: Sony Music
Genere: Rock, Prog rock

Tracklist:
01. 5am
02. Rattle that lock
03. Faces of stone
04. What do you want from me
05. The blue
06. The great gig in the sky
07. A boat lies waiting
08. Wish you were here
09. Money
10. In any tongue
11. High hopes
12. One of these days
13. Shine on you crazy diamond (Parts I-V)
14. Fat old sun
15. Coming back to life
16. On an island
17. Today
18. Sorrow
19. Run like hell
20. Time/Breathe (in the air) (Reprise)
21. Comfortably numb


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