Home Recensioni Album Khompa - The Shape Of Drums To Come

Khompa
The Shape Of Drums To Come

Negli ultimi anni sempre più batteristi e percussionisti si avvicinano alle nuove possibilità multimediali consentite dall’elettronica. Trigger, pad, interfacce sempre più veloci consentono di processare e di interagire con le macchine, in primis il computer e la sua sconfinata biblioteca di software.
Queste opportunità stimolano l’interesse di musicisti non necessariamente collegati ai vari generi di musica elettronica di matrice dance ma anche di estrazione jazz-fusion e rock. 
Il batterista Davide Compagnoni, della band torinese Stearica, proviene proprio da un background di post-rock e math-core.
Propugnatore di un drumming potente e intriso di suoni aspri e distorti per questo suo progetto solista “Khompa” utilizzando dei trigger posti sui pezzi della sua batteria acustica per interagire con il software musicale del momento, ovvero Ableton Live. 

Questo DAW (Digital Audio Workstation) è da alcuni anni il cuore della maggior parte delle produzioni di musica elettronica e consente l’interazione con i suoni acustici, sia come processore di suono che per il lancio di sequenze o campioni predefiniti sul computer. 
Il risultato di questo esperimento è una musica che resta completamente interna al perimetro di un certo power-rock incentrato su suoni saturi e atmosfere possenti, il lavoro è essenziale e si dipana in composizioni scure ed industriali.
“Nettle Empire” è un tribalismo industriale molto scarno che si regge sul ritmo incessante dei tamburi, ”Religion” ha andamento quasi hardrock sostenuto da cortine di distorsione, “the Shape” utilizza un tema ritmico isterico sorretto da strati di sintetizzatore, “Louder” è un brano ruggente incastrato su un ritmo spezzato ed un’elettronica satura, “Upside-Down World” è il momento migliore dell’album, pur nel marasma di distorsioni la voce post-industriale di Taigen Kawabe e la ritmica più dubbata danno al brano creano uno sviluppo più vario, “Make The Operator More Productive” e “D.A.C.” riportano il disco alla dimensione di power rock industrial mentre il dark ambient ossessivo di “Wrong Time Wrong Place”, anch’esso uno dei momenti più alti del lavoro, esplora nuove direzioni dal punto di vista della struttura e della forma. Un disco che resta un esperimento interessante, che costringe anche i musicisti di estrazione rock a fare i conti con le sinergie con la tecnologia. 

Il limite dell’operazione è forse nell’eccessiva ripetitività dello schema, nella reiterazione delle soluzioni individuate, forse sarebbe stato possibile tentare di esplorare nuove poliritmie grazie alla sovrapposizione fra due fonti diverse di ritmo, l’uomo e la macchina, o maggiore sperimentazione nei timbri utilizzati nelle ritmiche, grazie all’impiego di sorgenti campionate, ma resta senza dubbio uno degli esperimenti italiani di interazione fra batteria ed elettronica di cui tenere conto.

Anno: 2016
Label: Monotreme Records
Genere: drums, punk, power electronics

Line up:

Davide Compagnoni: drums, electronic, piano, metallophone
Taigen Kawabe: vocals
David Tomat: production and electronic

Tracklist:

01. Nettle Empire
02. Religion
03. The Shape
04. Louder
05. Upside-Down World
06. Make The Operator More Productive
07. D.A.C.
08. Wrong Time Wrong Place

 



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