Bloc Party
Silent Alarm

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Hanno uno sponsor d'eccezione, ma rischiano di oscurarne la stella. Sono stati proprio i Franz Ferdinand, infatti, a "spingere" questi 4 ventenni provenienti dalla zona a sud di Londra. E, guarda caso, gli Interpol li hanno voluti come "spalla" durante il loro tour europeo. I Bloc party (terribile il loro nome, non si poteva far di meglio?) rappresentano l'ultimo revival new-wave in ordine di tempo, barcamenandosi fra il post-punk e la melodia, fra momenti meditativi e strappi che sembrano implorare una performance live. Il risultato è un meccanismo perfetto, quanto di più scontato e dimenticato ci sia: rock da ballare.
Delle sonorità e delle reminiscenze abbiamo accennato. Cosa rimane? Molto, o meglio... dipende dalle opinioni. Silent Alarm è infatti un album molto ben riuscito (assolutamente perfetto nella sua prima metà), attraente fin dal primo ascolto (catchy, direbbero gli anglofoni?), sicuramente un po' ruffiano in una produzione (Paul Epworth) che ricalca l'onda trascinante di questi ultimi 3/4 anni di grande revival.

Il disco è spezzato fra momenti stilisticamente originali (per quanto sia possibile all'interno del genere) come quelli di Banquet, Helicopter (la mia preferita, attualmente) e She's hearing voices, per passare a episodi in cui sembra di ascoltare i primi vagiti degli U2 (Blue light, Plans) e traccie riconducibili agli ormai onnipresenti (come ispirazione) Joy Division e derivati (Like eating glass e Compliments, prima e ultima track dell'album).
Tutti pezzi molto ben scritti. Semplici, nel senso buono del termine, e rifiniti gustosamente ma senza forzature: ritmiche veloci, sincopate, sconfinanti nel funky, stop 'n go stuzzicanti, belle chitarre (nonostante tante strizzate d'occhio al The Edge dei tempi migliori), una voce assolutamente godibile (mi ricorda Echo & The Bunnymen). Si dice, fra l'altro, che la resa dal vivo sia davvero eccellente. Che dire? Vengono in mente tanti nomi ascoltandoli, ma l'amalgama ne fa comunque un qualcosa di particolare, se non altro per il loro essere "ponte" fra UK e USA, ma anche ponte fra due generazioni. E' bello infatti scoprire come il buono del passato non sia mai andato perduto, come è meraviglioso (coi tempi che corrono) rendersi conto come in questo periodo sia possibile ascoltare un bel disco. Senza enormi pretese, ma davvero - comunque - un bel disco. Che credo "durerà" a lungo.



Kele Okereke: Voce, chitarra
Matt Tong: Batteria
Gordon Moakes: Basso
Russell Lissack: Chitarra

Anno: 2005
Label: Wichita
Genere: New Wave

Tracklist:
01. Like Eating Glass
02. Helicopter
03. Positive Tension
04. Banquet
05. Blue light
06. She’s hearing Voices
07. This modern love
08. Pioneer
09. Price of Gas
10. So Here We Are
11. Luno
12. Plans
13. Compliments

Sul web:
Bloc Party
Bloc Party @MySpace

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