Scritto da Bartolomeo Varchetta Lunedì 16 Maggio 2016 20:37 Letto : 2395 volte
Noto anche per essere stato membro, in veste di batterista, dei Raven e dei Pentagram, il polistrumentista statunitense si ripropone con i suoi Hounds of Hasselvander, con questa quarta incisione in studio dal sapore nostalgico, non a caso intitolata “Ancient rocks”.
Un rock antico, come le sonorità ruvide e grezze che accompagnano l’album. Un rock forgiato dallo scorrere delle epoche, come lo stesso Hasselvander, le cui fattezze mostrano i segni di una vita dedicata a cotanta passione musicale. Un rock che ha superato l’esame del tempo e che ha accompagnato almeno tre generazioni di appassionati, come la serie di brani qui proposti. “Ancient rocks” è infatti un album interamente costituito da cover, nel quale l’artista ha riversato la propria esperienza e le proprie affinità artistiche, composto da 12 brani dalle reminiscenze sabbathiane nei quali si destreggia con competenza alla chitarra ed alla voce. Nonostante comunque la chiara influenza che i Sabbath hanno avuto su Hasselvander, nessuna loro cover è presente nell’album, nel quale trovano invece spazio brani dei Troggs, dei Pretty Things, dei Blue Cheer, degli Humble Pie e finanche di Bob Seger. Una dimostrazione di stile quindi, per un solido album nella migliore tradizione Doom Metal. |
Joe Hasselvander: chitarra, voce, bass (9) Guests: Russ Strahan, Paulie Kraynak, Jimmy Kunes, Frankie Brando Anno: 2016 |