Blind Guardian
A Twist In The Myth

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Undicesima fatica discografica per il quartetto di Krefeld che sembra essere tornato in gran forma nonostante un silenzio lungo ben quattro anni. Il disco, va precisato, vi lascerà spiazzati nonostante sia assolutamente all’altezza di quanto già mostrato dalla band.
Se si escludono infatti brani come “Turn The Page”, canzone dai forti richiami medievali destinata a diventare autentico masterpiece della band, la ballad semiacustica “Skalds And Shadows” coinvolgente e bellissima (alla “The Bard’s Song” per intenderci), gli altri fanno tutti più o meno eccezione rispetto all’intera produzione precedente.

Data l’attesa creatasi intorno al successore di “A Night..” sarebbe stato più che legittimo aspettarsi un disco capolavoro, cosa che assolutamente non è. Hansi e compagni divideranno in due i fan come mai hanno fatto sin ora. Che questo rappresenti un mezzo passo falso o un evoluzione, da intendersi in quanto tale, è difficile da stabilire. Parecchio.
Da una parte avremo gli irriducibili delle vecchie sonorità, che difficilmente potranno dirsi soddisfatti, io stesso ho faticato a concepire pezzi come “Fly” e “Another Stranger In Me” in quanto canzoni dei Blind Guardian, soprattutto trattandosi delle canzoni scelte per essere rispettivamente primo singolo e primo video promozionale di questo disco.
Dall’altra avremo invece quella fetta di pubblico che non si aspettava miracoli né tantomeno un ritorno alle origini. Quantomai improbabile. Questo disco è senz’altro più adatto questi ultimi.

I Blind sembrano volerci dire che, arrivati a questo punto della carriera, non si può pretendere di ascoltare la stessa cosa che veniva fatta 10 anni fa. Dimenticate quindi “Nightfall In Middle Earth” e piuttosto pensate a uno stile più consono a “Imaginations..” fuso a dei riferimenti prettamente hard rock, il disco ne è pieno. Avrete su per giù ottenuto “A Twist In The Myth”.

Ascoltandolo noterete senz’altro dei notevoli progressi compiuti da parte di Hansi, vocalmente migliorato moltissimo. Finalmente ha accantonato quell’iperproduzione che ormai stava iniziando a stancare, specie per la resa mediocre che aveva in sede live.
Da segnalare “This Will Never End”, opener del disco che inizia con dei riff classic/power e che arriva asfociare in un suggestivo ritornello corale che gioca con Hansi in un mix di botta e risposta prima e di armoniosa sincronia dai toni disperatamente nostalgici poi.  “Otherland” offre un’altra buona prova del singer teutonico questa volta impegnato in una progressione notevole che troverà rifugio nel classico coro alla Blind Guardian, a metà strada tra musical ed epic metal.
Il disco si chiude con le bellissime “The Edge”, se qualcuno si avvicinasse alla band iniziando da questo pezzo temo se ne innamorerebbe proprio da questo disco, e con “The New Order”, ottimo atto conclusivo per un disco che, aldilà di tutto, è destinato ad essere ricordato positivamente dai fans, nuovi o vecchi che siano.
Considerabili come outsider sono le già citate “Fly” e “Another Stranger Me”, pezzi nei quali i nostri hanno giocato a spaziare tra gli elementi musicali più inesplorati e che non possono essere affatto considerati come rappresentativi di un disco come quello in questione. Tuttavia si tratta di ottimi brani. Promossi.



Hansi Kursch: Voce
Andrè Olbrich: Chitarra
Marcus Siepen: Chitarra
Frederik Ehmke: Batteria

Anno: 2006
Label: Nuclear Blast
Genere: Power

Tracklist:
01. This Will Never End
02. Otherland
03. Turn The Page
04. Fly
05. Carry The Blessed Home
06. Another Stranger Me
07. Straight Through The Mirror
08. Lionheart
09. Skalds And Shadows
10. The Edge
11. The New Order
12. Dead Sound Of Misery

Sul web:
Blind Guardian

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