Il Vuoto Elettrico
Virale

Stampa

Percorrere terreni poco esplorati crea in genere uno scontro di sensazioni contraddittorie, da un lato ci si sente spiazzati, incapaci di costruire un giudizio nella paura di non essere obiettivi, dall’altro si rimane affascinati dal non noto, dalla curiosità … e ci permette di ascoltare ad un livello più alto e consapevole.

Questo disco di esordio della band lombarda Il Vuoto Elettrico ha scatenato in me queste disequilibrio … un insieme di brani che creano atmosfere fumose e nebbiose, con andamento sinusoidale che si sente anche nel corpo, caratterizzato dai ciclici riff di chitarra e dalla scelta di declamare più che cantare i testi (in italiano) mai banali.

Le radici di “Virale” si possono trovare nel noise e nel heavy metal psichedelico, qualcosa di già sentito quindi (soprattutto per chi negli anni ’90 già frequentava i Massimo volume e compagnia bella) ma fresco e ben suonato, con un uso alternato dei piani e dei forti e dei suoni e delle dissonanze che permettono di non saturare e stancare l’orecchio nonostante la “cattiveria” del suono che non lascia tregua. Tutti i musicisti offrono un’ottima performace e si dimostrano ben amalgamati: chitarre piene di effetti accompagnate da una sezione ritmica precisa ed attenta a non imporsi.Se un appunto posso fare (ma va a mio gusto personale) le parole mi sono sembrate talvolta troppo urlate con questo perdendo un po’ di efficacia comunicativa. Peccato perché la validità dei testi è una delle peculiarità del disco: ogni lirica è rappresentativa dei problemi e degli incubi che accomunano i giovani d’oggi (e non solo), è un percorso in salita verso le proprie paure, è l’espressione di un pessimismo di fondo che ci imprigiona… è la descrizione della piccolezza umana.

Il disco risulta omogeneo ma i brani che maggiormente mi sono piaciuti sono la poetica Arianna tace, la riuscitissima cover dei CCCP Emilia paranoica, la terribile analisi psicologica di un suicida in Asso di spade (Sei sdraiato per terra … e hai solo voglia di morire) ed ovviamente il brano chiave Le lacrime di Dio, vero e proprio “manifesto” della band (… è solo quello che non vedi che ti fa paura?). Bellissimo anche l’aspetto grafico: l’art work è curato e di gusto, molto in linea con il contenuto musicale e con le atmosfere “dark” .  Un insieme di foto creative che rappresentano gli stati d’animo che ispirano i brani (a partire dalla splendida fanciulla ritratta in copertina) con l’opportuna scelta di mettere tutti i testi che ci permettono di gustare l’opera anche dal punto di vista letterario, come fosse un libro di poesie.

Una vera sorpresa, una “fatica” che vale la pena di affrontare e percorrere sino in fondo.

80/100


Davide Armanini: chitarre elettriche ed acustiche
Fabio Pedrotti: chitarre elettriche ed acustiche
Paolo Topa: parole, Rumori, Theremin, percussioni, registrazioni di campo
Giuseppe Ventagliò: basso, Synth
Walter Viola: batteria, Percussioni

Anno: 2015
Label: DreaminGorilla / Banksville Records UK
Genere: Indie/Stoner/Acid Rock

Tracklist:
01. Virale
02. Il ruolo del perdono
03. Le lacrime di Dio
04. Arianna tace
05. Cibolesbico
06. Asso di spade
07. Sabato d’inverno
08. Il tuo ego, il mio crollo
09. Labirinto di cani
10.Emilia paranoica*
11. Jean

NB: *CCCP Fedeli alla Linea


Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.