Pink Floyd
The Endless River

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Bisogna subito mettere le cose in chiaro, The Endless River non è il ritorno dei Pink Floyd, ma il loro addio, il loro “Canto Del Cigno”. Con questo nuovo lavoro David Gilmour decide di mettere la parola fine ad una delle avventure più emozionanti, intramontabili e spettacolari che la storia della musica in generale, senza distinzione di genere, sia esistita.

The Endless River sta già facendo discutere, chi si aspettava un altro “The Dark Side Of The Moon”, “Wish You Where Here” o “Atom Heart Mother”, ne è rimasto deluso e invece chi non ha digerito molto “A Momentary Lapse Of Reason” e “The Division Bells”, ne è rimasto rapito ed affascinato. Io non faccio parte di nessuna delle due parti, anche perché non mi aspettavo assolutamente un nuovo lavoro dei Pink Floyd e ne sono rimasto molto colpito dopo l’annuncio.

Logicamente non mi sarei mai aspettato un album all’altezza di quelli sopra citati, capolavori irripetibili, ma The Endless River mi piace e miglior addio non poteva essere. The Endless River racchiude ben 18 brani, divisi in quattro parti, come se fossero quattro suite, brani costruiti intorno ad incisioni risalenti a ben 20 anni fa, al periodo “The Division Bell”, lasciate incomplete da Richard Wright. Prodotto dallo stesso Gilmour e con l’aiuto di Phil Manzanera dei Roxy Music e da Youth ed Andy Jackson, esce anche in vinile ed in un box con ben tre inediti, “TBS9”, “TBS14” e “Nervana”.La “Side 1” inizia con “Things Left Unsaid”, un lungo intro con sonorità quasi new age ed ambient e “It’s What We Do” rimanda a “Wish You Where Here” e precisamente a “Shine On You Crazy Diamond” e le tastiere di Wright, così come la chitarra di Gilmour ci fanno rivivere un certo tipo di emozioni e “Ebb And Flow”, breve ed avvolgente. La “Side 2” è composta invece da “Sum”, che ci fa respirare quel sound più psichedelico riconducibile a “Middle” ed ancora “Skins” con le ritmiche tribali di Mason, “Unsung” un breve viaggio spaziale e “Anilina”, che può ricordare la “Us And Them” di “The Dark Side Of The Moon”, ma con le dovute differenze.

La “Side 3” è costruita con ben sette brani che ci trasportano ancora una volta in un viaggio astrale e che vede i suoi punti di forza in “The Lost Art Of Conversation” e dove la presenza di Richard Wright è sempre più marcata, anche in “On Noodle Street” dove tornano le ambientazioni new age e “Allons-y (1)” è più ritmata e stavolta prende qualche spunto da “The Wall”. La “Side 4” è caratterizzata da “Calling”, con ambientazioni stavolta da colonna sonora, da “Eyes To Pearls” e volendo trovare affinità con il passato, un punto d’incontro tra “One Of This Day” e “Set The Controls For The Heart Of The Sun”. Avvolgenti le sonorità di “Surfacing”, con Gilmour alla slide e “Louder Than Words”, unico brano cantato e con testi scritti da Polly Samson, moglie di Gilmour, chiude il cd nel migliore dei modi.

Dave Gilmour ha voluto chiudere così una splendida storia nata quasi cinquant’anni fa, un tributo ad un caro amico come Richard Wright, cercando di recuperare il più possibile le sue ultime incisioni, senza la presunzione di poter far diventare Th Endlesss River un successo commerciale. Il vero rammarico è che non è stato invitato Roger Waters, come se non avesse mai fatto parte della band, al contrario Waters è sempre stato la mente geniale dietro a molti capolavori targati Pink Floyd e sicuramente il risultato sarebbe stato molto diverso. The Endless River è la colonna sonora finale di un lunghissimo ed emozionate film, iniziato con “The Piper At The Gates Of Dawn”, nel 1967 ed i vari brani ne sono i titoli di coda e stavolta la parola “The End” è più che reale.


80/100


David Gilmour: Chitarra, Basso, VC3 synth, pianoforte, tastiere, organo Hammond, percussioni e cori
Richard Wright: Organo Hammond, synth, tastiere, piano elettrico, organo Farfisa, pianoforte, Fender Rhodes e Royal Labert Hall pipe organ.
Nick Mason: Batteria, percussioni, rototoms e gong.

Special Guests:
Bob Ezrin: Tastiere e basso
Damon Iddins: Tastiere
Andy Jackson: Basso ed effetti
Youth: Effetti
Gilad Atzmon: Sax tenore e clarinetto
Guy Pratt: Basso
Jon Carin: Synth e percussioni
Durga McBroom: Cori
Stephen Hawking: Voce elettronica
Anthony Moore: Tastiere
Louise Marshall: Cori
Sarah Brown: Cori
Escala-Helen Nash: Archi
Honor Watson: Archi
Victoria Lyon: Archi
Chantal Leverton: Archi

Anno: 2014
Label: Parlophone Records/Warner Music
Genere: Progressive Rock

Tracklist:

Side 1:
01. Thing Left Unsaid
02. It's What We Do
03. Ebb And Flow

Side 2:
04. Sum
05. Skins
06. Unsung
07. Anisina

Side 3:
08. The Lost Art Of Conversation
09. On Noodle Street
10. Night Light
11. Allons-y (1)
12. Autumn '68
13. Allons-y (2)
14. Talkin' Hawkin'

Side 4:
15. Calling
16. Eyes To Pearls
17. Surfacing
18. Louder Than Words


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