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Old Man’s Cellar
Damaged Pearls

Quello degli Old Man`s Cellar è un progetto modenese che porta avanti un ideale di rock melodico sulla scia delle esperienze precedenti in ambito AOR, hard 'n' heavy e simili...
La band è formata da Federico Verratti e Riccardo Dalla Costa ai quali si è aggiunto il drummer Andrea Fedrezzoni e Massimiliano Boni alle tastiere con Angelo Scollo al basso, artisti che hanno accorpato le loro capacità per far nascere questa fatica discografica su disco di lunga durata e d’esordio dal titolo Damaged Pearls tramite la valorosa etichetta milanese Valery Records dopo una devastante precedente esperienza con l'inglese Copro. Il risultato è un grande disco fatto con gusto e giustezza che niente, ma proprio niente aggiunge in ambito hard rock, ma che fa delle sua linearità un punto di forza rendendolo fruibile anche per le grandi piazze (di fatto il progetto si è esibito dal vivo in Italia e addirittura in Olanda). 

Il disco è un morbido esempio di hard rock melodico in stile egregio dove a partire dalla title track si è già in grado di definire le loro influenze ed il loro campo d'azione, con grandi doti strumentali e di esecuzione laddove spicca la chitarra che continuamente propina i suoi assoli emozionali e con la voce di Riccardo sempre in tiro, ma mai acutissima con un tono non molto tagliente ma nemmeno caldissimo, una buona via di mezzo senza lodi né infamia.lo stampo AOR è rispettato in pieno e le canzoni si susseguono in modo ordinato, in questo disco tutto sta al suo posto in una conformità disarmante, con un riffage molto accurato e carico di pathos come in "HyperLove" dove si capisce dell'importanza di avere un accompagnamento elegante dalle tastiere e la commistione degli strumenti che non si 'calpestano mai i piedi' lasciando spazio soventemente alle 'splettrate' di chitarre elettriche che si alternano con i solos quasi mai fuori dal contesto musicale.
Anche la traccia "Don’t Care What’s Next" si fa largo dopo la sua intro elettronica e nebbiosa su cui si innestano la voce e la sezione ritmica hard e la solista quasi incantata e dalle forti tinte melodiche che non dispiace affatto.
Gli Old Man`s Cellar hanno come prerogativa quella di mantenere sempre costante la tensione, nel disco non ci sono tracce brutte, ma nemmeno dei pezzi che si ergono sopra gli altri, questo può essere una cosa buona se si considera che per loro si parla di vero e proprio debut dopo un solo ep, credo uscito nel 2010.

Una cosa è certa, il gruppo si concentra più sul pathos e l'atmosfera delicata piuttosto che nell'energica esecuzione e la mancanza di potenza a volte mi distoglie dall'ascolto non essendo questo il massimo dei miei gusti musicali, forse in un brano come "Soul Exercise" fanno capolino suoni più corposi, ma senza dubbio alcuno il livello di accortezza ed eleganza è più elevato in brani come "Rain Talk" dove fa la sua porca figura il chitarrista Federico (che ricordo già in altri progetti dei dintorni modenesi) dove mette a disposizione del sound la sua vena tecnica, utilizzando vari stili accademici con lo strumento e duettando quasi con il tastierista Massimiliano.
Un disco di pura passione quindi dove non si sbaglia nemmeno una virgola, anzi una nota, dove forse si sarebbe potuto osare di più ma che offre un insieme davvero ben dosato e amalgamato, la voce di Riccardo, le chitarre molto ricercate e le melodie che si alternano imperiose tra alte e più smorzate in una modulazione dove si trovano a proprio agio la sezione ritmica e le tastiere con tappeto caldo e imperituro.Gli Old Man's Cellar fanno del gusto la loro arma vincente e discapito di poche uscite dalle righe fatta eccezione per assoli di chitarra e qualche escursione fuoripista delle tastiere il tutto condito da una produzione e mixaggio professionale che danno il giusto risalto ai passaggi caldi e sinuosi dell'intero platter.

In conclusione un buon disco di AOR italiano, le tante linee introspettive innestate a melodie coinvolgenti ed intriganti fanno dell'esordio di Old Man`s Cellar un più che degno tributo al mondo del rock/AOR (con band di riferimento come Toto ed Extreme) ed offrono un giusto esempio di come si possa comporre musica con il cuore e la testa senza per questo creare delle vere enormità discografiche. A loro auguro buona fortuna.

70/100


Riccardo Dalla Costa: Voce
Federico Veratti: Chitarra
Massimiliano Boni: Tastiere
Angelo Scollo: Basso
Andrea Fedrezzoni: Batteria

Anno: 2013
Label: Valery Records
Genere: AOR

Tracklist:
01. Damaged Pearls
02. Amber Lights
03. HyperLove
04. Don’t Care What’s Next
05. The Years We Challenge
06. Rain Talk
07. Is This the Highest Wave?
08. Knees On the Straw
09. Soul Exercise
10. Sill at Heart
11. Summer of the Whithe Tiger
12. Undress Me Fast


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