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Infamous
Of Solitude And Silence

Mi sono bastati pochi ascolti per capire che nel black metal degli italiani INFAMOUS c'è molto di più del solito revival a la anni '90, infatti dopo solo sei brani di questo bel dischetto underground mi sento di dare loro un'ottima valutazione che spesso al debutto non si riesce ad ottenere nella fattispecie dei gruppi nostrani.
Del progetto INFAMOUS non sapevo nulla e mi è capitato per caso di leggere qualcosa a loro riguardo, sono stato attirato all'ascolto per il semplice motivo che provengono da un'isola italiana che non sforna (...e questo forse è un bene) vagonate di gruppi di questo genere; il cd in questione, come spesso non accade, è stato prodotto da 2 etichette differenti per la medesima release in momenti diversi.
Bisogna qui fare un preambolo, il black metal ormai è in piena fase evolutiva, la miriade di gruppi che si apprestano ogni giorno a cimentarsi in suddetto stile è notevole, sul web si stenta persino a capire bene e nettamente di che cosa si parli o suoni ed il caos impera sovrano con tanti progetti inutili che fanno da contorno ai mostri sacri che spesso attingono le idee dei nuovi gruppi underground senza curarsi di avere una linea univoca di coerenza, dall'altra parte abbiamo invece i prosecutori del genere che si 'fossilizzano' senza minimamente evolversi ma portando avanti uno spirito primordiale che spesso non è per forza negativo.

Io non sto né da una parte né dall'altra ma a seconda del gruppo e di che cosa ha da proporre mi faccio un'idea che poi con il passare dei lavori successivi può diventare convinzione e anche piacere nell'ascolto con giudizio critico.
Scoprire gli Infamous è stato un pò come sovvertire questa mia regola interna e razionale e provare quello che viene spesso scambiato per 'compo di fulmine' (ah, ah, rido tra me e me, infatti spesso ci si abbaglia con luci impropriamente riflesse...)  ma stavolta dalla Sardegna, ebbene si, sta nascendo un'ipotetica futura buona band e quando io dico buona vuol dire che ci sono ampi margini di miglioramento ed interesse reale.
Il gruppo suona black metal contaminato da uno stile vario e che non si impone dei paletti ma ragiona su un discorso di rinvigorimento di un genere senza per questo snaturarlo dei suoi contenuti di base, al centro c'è sempre la cupa e maligna attitudine ma a sorpresa fanno capolino altre sfaccettature ed influenze sfumate, ma pur sempre presenti.

Infatti Of solitude and Silence riesce ad essere sofferto e sinfonico al medesimo tempo, freddo e melodico al contempo, malefico e depressivo come una lotta interiore da possessione, caratterizzato da suoni caldi facili ma ipnotici e sibillini, pieni di ancestrale misticismo eppure terribilmente umani, ed è come un vagare in una quarta dimensione di musica estrema senza avere il benché minimo controllo, e questa è per me un'ottima cosa tenendo presente la noiosa ripetitività e monotonia di molti di questi gruppi odierni.
Quello degli Infamous è un bel concept, ma soprattutto segue musicalmente quella linea di innovazione che in futuro ci regalerà una, spero, pulita e naturale rivalutazione di un genere, perché secondo me succede al black metal quello che accadeva al death metal qualche tempo addietro anche se mi auguro che non si possa mai parlare di "modern black" in tempi brevi (hey! ...mi correggo, veramente già accade, ma mi auguro che il black metal non diventi mai emozionale o basato su 'affettazioni modaiole/adolescenziali' e simili...ed anche questo forse è già successo...NDA).

Il bello di questo dischetto è che nella sua semplicità coinvolge, con cambi di tempo ed atmosfera che risultano tuttavia naturali e spontanei, con brani lunghi che non pesano all'ascolto, con vari stati mentali che non arrecano noia, o con stati d'animo pessimisti allo stato puro, il che conduce ad un buon arrangiamento di base, ad un songwriting pensato e non buttato giù in tutta fretta senza capo né coda; per questo dico che la one men band in questione ha posto delle buone basi per il futuro.
Chitarre cupe ma distinguibili, batteria ossessiva ma nel suo piccolo interessante e adatta alla perfezione, voci strazianti e munumentali, epitonici e facili tappeti tastieristici ma anche minimalmente manieristici (pianoforte) e trini di musicalità indotta che scarica scosse elettriche al sulfureo substrato mistico che pervade l'intera opera del combo, ben bilanciati interspazi di ambientazione e atmosfera, ma, ciliegina sulla torta, stavolta troviamo di più quel tocco melanconico non proprio del black metal, se non da pochi anni a questa parte, che non stona affatto ma che idealmente ricongiunge alla prima ondata di quel black che appariva terribilmente 'evil' ma che in se portava la diretta voglia di sovversione dello spirito prima che della perfezione musicale.

Ok, va bene, abbiamo capito che il gruppo mi piace molto e che ho un modo di vedere personale, ma per descriverlo e non denaturarlo ho bisogno che voi lo ascoltiate con senso critico ma di apertura mentale, il feeling che compone il riffage di Infamous (bellissimo nome, ed anche qui secondo me c'è tutta una storia dietro) è alquanto ispirato, tutto gettato on -your face- senza ricorrere a geniali trovate eppure terribilmente coinvolgente, un connubio e scontro di varie scuole di pensiero che non pare per niente avventato ma naturale così come è nello stato delle cose...a parte la reale normalità dei fatti naturali che si susseguono con semplice 'frattalità' passando per perpetui sconvolgimenti che portano ad un equilibrio indomabile.
Non me la sento di fare nomi precisi dei gruppi che gli Infamous hanno come punto di riferimento poiché non voglio trarre in inganno gli ascoltatori, posso solo dire che secondo me il loro gusto musicale è ampio, che i fan di un certo tipo di black metal sbaveranno certamente e che il versante sul quale si getta la band spazia dal black sinfonico al depressive passando per quello di atmosfera (morboso e non) e per il primordiale di natura nord centro europea.

Si potranno avere segnali nitidi con l'ascolto attento del cd, che in sei brani sfoggia tutta la varietà della proposta e freschezza (se mi passate il termine improprio), con attente varianti in corso d'opera ed inserti onirico riflessivi ad ampio respiro che bene si incastonano con la rabbia fluttuante e le emozioni sparse date dalle varie accelerazioni e rallentamenti a volte con ripartenze acide e quasi post roccheggianti (non c'è niente di dissacratorio nella cosa, basta saperlo fare, ed il gruppo ci riesce bene...). Tutto si evince dall'ascolto di "Of solitude and Silence" per poi passare alle altre tracce tutte con una loro differenza peculiare...sino ad arrivale alla finale "Lugore", che risplende di un opaco alone di 'luce' propria e chiude degnamente il platter.

In conclusione ottimo songwriting, buona impostazione strumentale, registrazione cupa (di certo voluta) ma che rende l'idea, melodia azzeccata, epicità da ritrovare e leggere tra le righe seppure mai accentuata, il filo diretto con il black metal nordico è stato assolto, buona dose di incastri con altri generi di confine, innovazione con il giusto gusto musicale oltre ad un concetto di base proprio della filosofia black metal senza eccessi ma con un introspettivo concept. Bravi! Sono orgoglioso del fatto che tali band provengano dal nostro underground.

Brano consigliato, il catatonico e post apocalittico : "Spiritual Desolation"

75/100


A.S.: Tutti gli strumenti, voce, tastiere in "Lugore"
Alessandro: Tastiere e synth

Anno: 2012
Label: Obscure Abhorrence
Genere: Black Metal

Tracklist:
01. Of solitude and Silence
02. Rex Verminorum
03. Grey Euphoria
04. Human Scum
05. Spiritual Desolation
06. Lugore

 

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