Bologna Violenta
Utopie E Piccole Soddisfazioni

Stampa

Bologna Violenta è tutta una creazione di Nicola Manzan, classe 1976, violinista diplomato e nichilista per vocazione. Il sound del cd dice tutto, non c’è corda di violino pizzicata alla maniera barocca, non c’è il rigore di un’acciaccatura, c’è solo deriva, violenza sonora, nichilismo musicale. E’ una sintesi di cyber-grind, punk-hardcore, metal, doom, techno. Il leit motiv di ogni brano è l’assenza di melodia, un’assenza rimpiazzata da ritmiche serrate e riff metallurgici. La piattaforma è di policarbonato fuso, come in un qualsiasi cd, ma i rumori sono quelli di un altoforno che trita tutta la ganga di questo mondo. Insomma 21 pezzi dove trovi tutta l’ instabilità barotropica del contemporaneo, in un pout pourri di canti tradizionali, storm elettro-termodinamici, hardcore-punk, overdub d’ orchestre scombinate che marciano insieme a sifilitiche colonne di monaci benedettini che marcano le anacronie e le discronie del tempo, volti e rivolti del passato che ritorna, uso e riuso di cose già sistemate nei cassetti della storia e ora a passeggio nelle asimmetrie di metropoli che oggi si sono chiuse in cerchie di torri, dove sapienza antica e parvenze di zombie si contendono ceneri di memoria. C’è molto medioevo nel cd di Nicola Manzan, un non possumus ergo peccatori sumus, voci di torturati, sound doom metal che non lascia spazio neppure a più amichevoli spiriti. Ti senti infilzato nelle carni e risonante in un corto circuito di elettroni.

Su di un mondo di sbattuti a terra e di postumi, Manzan sembra l’unico sopravvissuto. I suoi brani sono una bomba di profondità piazzata sugli occipitali dell’uomo qualunque ormai disfatto dal quotidiano. Rimane solo una maestosa apatia per i diversi e per i gruppi di rinforzo, insieme al piccolo cabotaggio onlus vestito di mance, di nebbia e di grigio, alla ricerca di un punto alto, una solitudine anarchica e tellurica che si fa beffe dei resoconti impossibili quando ormai la notte che cala è notte di congedi. I brani di Bologna violenta danno un bisturi alla complessità, tentano una manipolazione genetica del primitivo per riportare tutto al rumore. Le scommesse sul futuro sono come l’acciaio ed esigono tecnica e pratica di destino e quindi va da sé che in Bologna violenta tutto è azzerato al presente, tra melasse e formaline, si nota un reset della storia che mette insieme il clymbing sul vuoto di un yuppie con i rituali bucolici di un freak che non sa più in quali prati andare a limonare. Alla fine ci rimane solo una croce e un kimono, emblemi tristi dei giorni che passano e non sanno di niente. Rimane solo la parola, quell’attitudine artigianale quando non fumiga di rimandi, di citazioni, postulati, perché in un mondo di antitesi non c’è spazio per l’ermeneusi. L'incipit del cd è una voce presidenziale che diventa subito parodia, una voce di sano in una piazza governata ormai da pazzi sotto i trattamenti psicotropi del farmaco alla moda. Pazzi in crisi paranoide allettati dalla dose minima di efficacia, lanciati in schiere a sodomizzare il concetto stesso di normalità

Efficace è l’inserimento della cover dei CCCPValium Tavor Serenase” con tutto il suo humus di hardcore anni ’80 e tutto quell’estetica del disgusto che prelude a liberatorie scazzottate a danno di tutti gli apologeti della società cordiale .
Il valium mi rilassa Il serenase mi stende Il tavor mi riprende C'è chi mi dà energia E chi me la porta via E voi cosa volete? Di che cosa vi fate? Dov'è la vostra pena? Qual'è il vostro problema? Perchè vi batte il cuore? Per chi vi batte il cuore? Meglio un medicinale O una storia infernale? Meglio giornate inerti O dei capelli verdi?
Cos’altro aggiungere?

80/100


Nicola Manzan: Tutti gli strumenti

Anno: 2012
Label: Wallace Records/Dischi Bervisti
Genere: Electro/Metalcore

Tracklist:
01. Incipit
02. Vorrei sposare un vecchio
03. Utopie
04. Sangue in bocca
05. Costruirò un castello per lei
06. E' sempre la solita storia, ma un giorno muori
07. Valium Tavor Serenase
08. You're Enough
09. Lasciate che i potenti vengano a me
10. Remerda
11. Intermezzo
12. Il convento sodomita
13. Terrore nel triregno
14. Mi fai schifo
15. Il bimbo
16. Lutto nella testa
17. Piccole soddisfazioni
18. Popolo bue
19. Le armi in fondo al mare
20. Transexualis
21. Finale - con rassegnazione

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.