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Pure Reason Revolution
The Dark Third

“The dark third”, ovvero quel terzo della nostra vita che affidiamo al sonno, affinché renda il nostro cervello fabbricatore di quelle proiezioni irrazionali che sono i sogni. Pure reason revolution, la rivoluzione della razionalità totale, ipotizzata da Immanuel Kant nella sua “Critica della ragion pura”.
Titolo del disco e nome della band esprimono, dunque, due concetti diametralmente opposti, per i quali non esistono punti di raccordo.
Un po’ come la musica, calibrata e celebrale, ma allo stesso tempo dilatata e trasognata, in grado di fotografare alla perfezione la duplicità della mente umana, ora impegnata in elaborazioni logiche complesse, ora soggiogata allo scaturirsi delle nostre emozioni.

“The dark third”, ovvero un concept sul sogno e sulle sue interpretazioni, per il quale il quintetto americano si avvale di quella psichedelica nuova lanciata da Mogwai ,Godspeed you, black emperor! e Procupine tree, sfruttando in particolare la formula “Dal silenzio alla violenza”, che fu marchio di fabbrica degli Explosions in the sky. Ho citato grandi nomi, è vero, ma non bisogna incappare nell’errore di definire i Pure Reason Revolution una copia mal riuscita. Ci troviamo di fronte, infatti, ad una band completamente conscia delle proprie potenzialità e, a differenza delle sue coetanee, matura, come se avesse alle spalle più di un disco di successo e anni di esperienza compositiva.
Ammetto di essere rimasto sorpreso quando lessi che questo è il loro esordio.
Nonostante il tessuto sonoro non sia nulla di particolarmente innovativo, ciò che colpisce è l’abilità, la maestria, la cura con cui tutti questi nove brani sono composti .
Ognuno di essi è un’esperienza sonora totale, completa, espressione del pathos e dell’emotività umana, esemplificazione dei possibili travagli della propria psiche.
Il tutto reso con stacchi improvvisi, fusioni di atmosfere e collisioni di chitarre che tempestano i 65 minuti complessivi dando poca tregua all’ascoltatore, che non può che rimanere affascinato di fronte ad una tale esperienza.

La classe e il talento dimostrati hanno fatto sì che a “The dark third” venisse perdonata una certa fedeltà alle proprie fonti d’ispirazioni, ma non possiamo non dare la fiducia a questo talentuoso gruppo, il quale, siamo sicuri, ci regalerà un seguito all’altezza di questo splendido esordio, qualora riesca ad dare una svolta più personale al proprio sound.



Chloe Alper: Vocal & Bass
Andrew Courtney: Drums
Jon Courtney: Vocals, Guitars, Keybords, Bass & Programming
James Dobson: Keyboard, Violin, Programming, Vocals & Bass
Gregory Jong: Guitars, Vocals & Keyboards
Jamie Willcox: Guitars & Vocals

Anno: 2007
Label: SPV/Audioglobe
Genere: Rock/Progressive Rock

Tracklist:
01. Aeropause
02. Goshens Remains
03. Apprentice Of The Universe
04. Bright Ambassadors Of Morning
05. The Exact Colour
06. Voices In Winter
----- In The Realms Of The Divine
07. Bullitts Dominae
08. The Twyncyn
----- Trembling Willows
09. He Tried To Show Them Magic
----- Ambassadors Return

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