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Psychofagist
Psychofagist

Questo album è stato registrato nel 2004 ma nonostante tutto resta terribilmente attuale ed una delle releases più interessanti degli ultimi anni trascorsi, almeno in Italia, in ambito grindcore avanguardistico, anche se il disco in questione ricade in una categoria più difficile da assimilare e da interpretare, sin dal primo ascolto si resta un attimo spiazzati, poiché questi Psychofagist non suonano di certo come le comuni band underground italiche, il loro è uno stile che cerca di stare in bilico tra l'originalità e la veemenza violenta gratuita ma micidialmente letale e dalla precisione dire chirurgica, una serie di graffi interminabili, tagli ravvicinatissimi e mirati che si diramano tra lidi grind core e partiture instabili, così come i maestri in passato hanno indirizzato, e asfissianti e dissonanti tempi dispari da capogiro. Certamente è un disco difficile ma godibile in tutti i suoi 27 minuti di pura sperimentazione, che si spinge oltre i confini dell'estremo per visitare lidi di ricerca e impeto musicali studiati con la tecnica del contrappunto, abbiamo quindi brani ben bilanciati con un unico filo conduttore ma tutti diversi tra loro con una propria fisionomia che rimette tutto in discussione e trasforma un normale ascolto in una esperienza unica (almeno per chi apprezza questo genere di sonorità...).
Il loro lavoro è maniacale, reso ancora più fosco dalle vocals ultra-filtrate, corrosive e ferali che si alternano tra i due vocalist (uno growl e l’altro urlato) che vomitano e sputano neri grumi di sangue sulle note velocissime e ficcanti della ritmica spesso stoppata e dal mood jezzistico ed acido, ed un valore di assoluto stutus di cult band.

Nati appena nel 1999 da Stefano (guitar/vox) e Marcello (bass/vox) con l'innesto di Fiamma alla stratosferica batteria degna di un componente di Neurosis o Meshuggah capace di interpretare al max sia le parti sparate a mille che quelle più death e le altre più irrazionali e deliranti (senti ad esempio nelle song "Come Cieco", "Tema: delirio" oppure "Traces of Ephemeral Steadiness", etc.) i 3 sono riusciti in breve tempo a cucirsi addosso uno stile personale impreziosito da importanti influenze e da una gavetta di death metal band di tutto rispetto.
Siamo quindi d'innanzi ad un lavoro immancabile nelle collezione degli affezionati a questo genere che comunque lo vogliamo denominare (Post_grindcore, grind sperimentale, o death core..., jazzcore death schizofrenico e bla, bla, bla) resta sempre quelcosa che flottua al di sopra delle parti e delle catalogazioni fisse per essere considerato in sintesi come una evoluzione molto raffinata del techno death metal con influenze moderne e concept basato sulla costante ricerca di un significato alle irrazionali pene mentali e deliranti dell'umana (inumana?) concezione.
L'instabilità mentale si catapulta sui ritmi e sulle trame musicali della band, gia dalle prime note (la nenia ipnotica di "Non.Rational.Algebra") si percepisce questa peculiarità e la bravura a dare una colonna sonora alla nausea che perseguita molti uomini nella loro vita quotidiana alienante e spesso priva di coerenza e senso del valore, un continuo convulso tremito alterato si perpetua per tutta la durata del cd, così che l'alternante scontro ribellione-pazzia trasale nelle ondeggianti ritmiche e coinvolgenti riffs’n’ frill aciduli, rumorosi e industriali dall'incedere cyber e torbido in un vortex seminale dove la psychedelia che scalpita dagli strumenti ed il loro utilizzo certosino la fanno da padrone: di fatti il disco trasuda di tecnicismi al fulmicotone al limite con la fusion.
Che dire quindi, ottima musica, ben suonata con un tocco di accettabile originalità con il pregio di non essere troppo all'avanguardia e quindi non comprensibile ed accettabile, registrato in modo pregevole dal danese Anders Lundemark (gia cantante e chitarrista dei Konkhra) con la collaborazione alla stesura di un brano, l'ottima "High minded martyrs", di Jason Netheron, basso e voce degli statunitensi Misery Index.

Questo primissimo cd dal titolo Psychofagist con le sue 12 tracce segna la strada per una ulteriore evoluzione e chissà che la band se riuscirà a resistere alle avversità del tempo non si presenti in futuro sotto una veste che si spinga ancora più in là con la sperimentazione e originalità ? Le promesse ci sono tutte visto che ritengo gli Psychofagist una mosca bianca nel panorama italiano e non solo e che dalle ultime novità dovrebbero esserci delle new entry nella formazione e l'utilizzo di strumenti a fiato, quindi aspettiamo con il fiato sospeso.
Non mi resta quindi che consigliare questo cd a tutti gli amanti di sonorità confinanti con nomi come: Dillinger Escape Plan, Napalm Death, Sadus, Atheist, Pestilence, Misery Index, Neurosis, Meshuggah, Brutal Truth, ma anche nomi della psychedelia e rock sperimentale dei '70 oltre ad una buona dose di band alternative moderne.
Peccato che il disco duri solo 27 minuti di voluttuosa pazzia.

80/100


Cello: Basso, voce
Ste: Chitarra, voce
Fiamma: Batteria

Anno: 2005
Label: Subordinate
Genere: Grindcore/Experimental

Tracklist:
01. Non.rational.algebra
02. High minded martyrs
03. Io ti dono la pace
04. Emo-clasis
05. La ballata della repulsione
06. Come cieco
07. Unstable ?
08. Tema: delirio
09. 21st century schizoid grind
10. Traces of ephemeral steadiness
11. Al tramonto dell'io
12. Strage

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