Powerhouse Sound
Oslo/Chicago: Breaks

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Una pregevole stella nell'attuale firmamento del mondo del Jazz contemporaneo, secondo la mia modesta opinione e tenendo conto il considerevole curriculum vitae di alcuni tra gli altri potenziali contendenti quali John Zorn, Matthew Shipp e William Parker, fa il suo ritorno sulla scena con l'album debutto del suo nuovo progetto denominato appropriatamente: Powerhouse Sound. Parlo di Ken Vandermark il cui appena menzionato progetto per la Atavistic appare in grado di generare un sound originale, a tratti unico, attraverso la combinazione dei canoni del Jazz contemporaneo ed una discreta varietà di ritmi funky e sonorità elettroniche, districandosi tra gli esperimenti dub dei leggendari produttori del reggae e del funk classico, e alcuni schemi propri del genere hip-hop.
A tal proposito alcune tracce dell'album appaiono abbondantemente influenzate dal rock sperimentale, un elemento piuttosto presente nei progetti precedentemente abbracciati da Ken Vandermark. Originariamente il musicista del Rhode Island aveva formato questo progetto musicale in Norvegia, dove assieme a Nate Mc Bride si era unito al bassista Ingebright Haker Flaten, al batterista Paal Nilssen-Love e Lasse Marhaug esperto di effettistica elettronica.
Apparentemente confortato per i risultati ottenuti dai loro sforzi Vandermark ha deciso inoltre di coniare una versione, per così dire, domestica del gruppo, in cui assieme a Mc Bride ha unito le forze con Jeff Parker, impegnato alla chitarra e agli effetti, e a John Herndon alle percussioni.
Questo doppio album ricomprende una sezione realizzata in studio da ciascuna formazione impegnata nella realizzazione di un analogo set di composizioni. Sebbene la performance della formazione di Chicago sia ricompresa solo nel secondo CD dell'album, ho preferito particolarmente le sue travolgenti composizioni, così da indirizzarmi nella esposizione soprattutto a quel disco.
Ken Vandermark, che per l'occasione suona solo il sax tenore in questo set, si rivela stellare dappertutto, sia nell'innestare grande espressività all'interno delle linee melodiche, sia nel dare retta al suo istinto selvaggio nel fraseggio.
La sezione ritmica dettata da Herndon e Mc Bride provvede inoltre a fornire un eccellente supporto alle avventurose scorribande sonore di Vandermark e Parker. Il basso tonante di Mc Bride dispensa inoltre una enorme quantità di grezza energia rock.
Forse, tuttavia, la stella di questo disco è proprio il chitarrista Jeff Parker già nei Tortoise, Chicago nonchè Underground, che trascina letteralmente la band con serrati riffs R & B, allucinazioni indotte dai trattamenti dell'elettronica e linee guida dettate da incredibili improvvisazioni.
Grazie alla commistione di tutti questi elementi contribuisce a creare pezzi che si muovono senza saldatura attraverso passaggi ricchi di groove Jazz e bagni di onde elettroniche, schiacciante funk e noise rock sbalorditivi.
La formazione del disco Oslo sviluppa un suono piuttosto omogeneo nella maggior parte delle tracce, ma all'interno di un paio di brani le differenze indotte dalla strumentazione danno l'impressione nel complesso di un livello non equiparabile alla qualità complessiva del primo CD.
In effetti la semplice presenza di Jeff Parker permette alla formazione di Chicago di coprire più terreno musicale e di esplorare più generi, fattore che la rende più versatile e che ne rende le prestazioni musicali più coese e fluenti nel complesso.
Come precedentemente accennato, un paio di pezzi presenti nella formazione Oslo del disco uno, contano troppo incisivamente sull'elettronica di Lasse Marhaug tendendo a perdere il fuoco e ad uscire un tantino al di fuori dal centro sonoro. Una nota positiva appare l'ottima interazione tra i due bassisti, Mc Bride ed Haker Flaten che provvede a determinare momenti musicali asimmetrici e oscillanti.
In definitiva Vandermark e soci hanno dato vita con questo loro Oslo/Chicago ad alcuni dei momenti più interessanti, funky, e sperimentali della maggior parte della produzione delle loro carriere collettive.



Ken Vandermark: Sax tenore
Ingebrigt Haker Flaten, Nate McBride: Basso
Lasse Marhaug: Elettronica
Paal Nilssen-Love, John Herndon: Batteria
Jeff Parker: Chitarra

Anno: 2007
Label: Atavistic
Genere: Experimental

Tracklist:
CD 1
01. Shocklee (For Hank Shocklee)
02. King To Crown (For King Tubby)
03. Coxsonne (For Coxsonne Dodd)
04. 2-1-75 (For Miles Davis)
05. Acid Scratch (For Lee Perry)
06. Exit-Salida (For Burning Spear)
07. New Dirt (For The Stooges)

CD 2
01. Old Dictionary (For Bernie Worrell)
02. King To Crown Pt.1 / Acid Scratch Pt. 2
03. Coxsonne
04. Acid Scratch Pt. 2 / Shocklee / Exit-Salida
05. 2-1-75
06. New Dirt / King To Crown Pt. 2

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