“Electrify” dei veterani Paradox è un discreto lavoro in equilibrio tra il tradizionale thrash germanico e qualche elemento più moderno, tipico del nu thrash americano.
La copia promozionale che ci accingiamo ad ascoltare mostra in copertina una grande stanza, in cui degli individui, a metà strada tra l’uomo e l’automa, siedono davanti a dei monitor, come immobilizzati: un’immagine di denuncia contro una situazione ormai comune, specchio dei nostri tempi, in cui buona parte dell’umanità - ormai incapace di ragionare, visto che pensa solamente a consumare, per la soddisfazione di chi sta più in alto di noi, che ha raggiunto il proprio infame obiettivo – siede assuefatta per ore davanti a televisori, giochi e computer, senza accorgersi minimamente del danno che provoca alla propria salute ed al proprio spirito. L’album dura circa cinquanta minuti e si apre con l’intro rarefatta di “Second Over Third By Force”, che presto fa largo ad uno sporco speed/thrash; dopo la brevissima lenta “Paralyzed”, si prosegue con la veloce “Monument”, in alcuni tratti troppo somigliante a “Disposable Heroes” dei Metallica, ma arricchita da pregevoli melodie di chitarra. “Portrait In Grey” cresce lentamente, poi si evolve in mid-tempo, rimanendo nell’ambito di una certa melodia, mentre “Hyperspeed Hallucinations” presenta elementi dark e doppie voci, incastrati su un sottofondo thrash veloce e furioso. “Bridge To Silence”, che ricorda vagamente il suono dell’ultimo Ozzy, è un brano compatto e moderno, a lungo andare noioso, nonostante il buon lavoro solistico ed il finale malinconico. Con “Infected” si torna al thrash tradizionale, più aggressivo, mentre “Disconnected”, poco meno veloce, è caratterizzata da un assolo marziale; “Cyberspace Romance” è una lenta non particolarmente affascinante, con alcune sovrapposizioni vocali ed un lieve appesantimento nel finale. Si chiude con l’impatto di “Electrify”, che qua e là ricorda “The Four Horsemen” dei Metallica, con l’aggiunta di un finale dark. Il CD non è monotono, visto che il thrash è spezzato da elementi dark e power; inoltre, qualche particolare più moderno attualizza il suono, rendendolo tradizionale senza essere superato, aggiornato senza bisogno di sfociare nel rock alternativo. Il disco, pertanto, è consigliato ai metallari di ogni genere, visto che contiene riferimenti musicali adatti agli amanti delle sonorità raffinate, come pure a coloro che gradiscono maggiore violenza. 80/100
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Charly Steinhauer: Vocals, Guitars Anno: 2008 |