Kaipa
Angling Feelings

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Chi non muore si rivede”.
Se non fosse per questioni cronologiche, la paternità di questo proverbio potrebbe essere rivendicata tranquillamente da Hans Lundin, tastierista e leader indiscusso dei Kaipa, band culto negli anni ’70 di tutto il panorama prog svedese. Sua fu infatti l’idea di resuscitare a inizio millennio questa vecchia gloria del progressive, dopo ben vent’anni di silenzio discografico.
Il disco della ribalta, “Notes from the past”, fu quanto di meglio potessero vedere la luce, dopo tre decadi di onorata carriera (il tempo, si sa, logora l’ispirazione) e più di uno split alle spalle.
La presenza in line-up di Roine Stolt è riuscita in un modo o nell’altro a rendere questa nuova incarnazione della band svedese uno dei migliori fautori di progressive moderno, fino al precedente “Mindrevolution”, ma ecco che in corrispondenza dell’ennesima dipartita del chitarrista/compositore la baracca sembra nuovamente vacillare.
Così come la cover art ci ripropone (per la quarta volta) il solito scenario fiabesco alla “A Bug’s Life”, questo “Angling Feelings” rimette in tavola le solite carte da gioco che furono mostrate nel 2002, quando i Kaipa fecero la loro ricomparsa.
La fuga di una delle menti principali infatti non ha certo privato il gruppo del suo caratteristico sound, a cavallo tra Kansas, Yes e Genesis, tuttavia sembra aver assopito quella capacità, propria della band, di rinnovarsi, mantenendo sempre intatta la propria identità, nonostante gli intricati e spesso repentini cambi di direzione.
Non che questo rappresenti necessariamente un contro, anzi, ci troviamo di fronte a quella che molto probabilmente sarà annoverata come una delle migliori uscite progressive del 2007, ma il lavoro sembra portarsi appresso una sorta di spettro: la paura che questo disco segni per i Kaipa un nuovo tracollo, un nuovo punto da cui dover poi ricominciare da zero, un’altra volta.
Come ogni spettro è inafferrabile e a tratti invisibile, ma se ne coglie subito la presenza attraverso le nostre percezioni distorte, talvolta influenzate da paure e condizionamenti inconsci e, di conseguenza, inaffidabili.
Proprio per questa incapacità di mettere a fuoco con precisione, non intendo far pesare sul giudizio questa ombra che Angling Feelings trascina con sè, anche perché nostro compito è quello di valutare la qualità, in questo caso molto alta, di ciò che gira nel nostro lettore ora, adesso, non di ciò che deve ancora avere forma musico-materiale.
Per concludere come si è iniziato: “il presente è presente, il passato è passato e il futuro…beh, ne parleremo quando non sarà più tale.”

80/100


Hans Lundin: Tastiere, voce
Morgan Agren: Batteria
Aleena Gibson: Voce
Patrik Lundstrom: Voce
Per Nilsson: Chitarre
Jonas Reingold: Basso

Anno: 2007
Label: InsideOut/Audioglobe
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Angling feelings
02. The glorious silence within
03. The fleeting existence of time
04. Pulsation
05. Liquid holes in the sky
06. Solitary pathway
07. Broken chords
08. Path of humbleness
09. Where’s the captain?
10. This ship of life

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