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Isis
In The Absence Of Truth

Ci sono delle annate come questa nelle quali un gruppo inonda il mercato di uscite discografiche. Per gli Isis, combo Bostoniano tradizionalmente classificato sotto la poco esaustiva categoria "post-metal", il 2006 si sviluppa all'insegna dell'abbondanza: dopo un mini EP di tre titoli con Aereogramme (In the Fishtank 14) ed un DVD di pregevole fattura: Clearing the Eye, ecco il nuovo lavoro del gruppo: In the Absence of Truth. Eravamo rimasti all'ottimo Panopticon del 2004, che sfoderava una vistosa evoluzione rispetto al loro precedente lavoro, il classico Oceanic. Gli Isis tornano in questo nuovo album più solidi di sempre, sviluppando il suono caratteristico che ha permesso loro di imporsi come una realtà distinta nel panorama musicale attuale.
In Wrists of Kings l'album debutta con un lungo pezzo strumentale, costruito a partire dal rullato incessante della batteria di Aaron Harris e da arpeggi tesi seguiti da una calma propizia nella quale si articola il cantato di Turner. Si tratta di uno dei punti di forza dell'album; infatti il vocalist è più ponderato e non esita ad instillare le sue linee di cantato limpido per meglio risaltare le parti più heavy, relegate nel pezzo all'interno della conclusione apocalittica, tormentata dalla doppia cassa.
La seconda traccia Not in Tears, But In Drops si articola allo stesso modo in maniera contrastata: riff aspri, basso ridondante e il canto aperto di Turner anticipano un secondo movimento che pone in opera la ritmica claustrofobica cara agli Isis.
In Dulcinea si evince la tendenza abbracciata dal gruppo all'interno di In the Absence of Truth, di lasciare maggiore spazio alle linee del cantato che si intercalano nei riff pesanti delle chitarre. In questo senso, Dulcinea svolge il ruolo di titolo-modello di tale inclinazione nell'album. Forse non è il pezzo più originale dell'album, ma si rivela diabolicamente efficace, specialmente nell'ascolto del maelström di chitarre in 10/8 che pone fine al brano.
Dopo una lunga introduzione planante ci addentriamo in Over Root and Thorn, il basso di Jeff Caxide oscilla in una atmosfera di larsen che muta un istante in un lampo metallico, grazie alla versatilita delle chitarre si sviluppano arpeggi delicati. Ma la furia sonora non tarda a giungere, quasi ad esplicitare questo viavai incessante tra quiete e violenza. Il pezzo si conclude con un riff solido sul quale le percussioni appongono il tocco finale.
Accordi scintillanti aprono invece 1000 Shards pezzo dalle ambientazioni quasi acquatiche, è una delle qualità degli Isis quella di creare atmosfere evocative degli elementi naturali. Una musica che sembra possedere talora la leggerezza dell'aria, talaltra la pesantezza del granito.
La breve traccia All out of Time, All Into Space si rivela in realtà una soluzione analoga alla linea di Maritime su Oceanic del 2002, quasi a permettere all'ascoltatore di rifiatare qualche istante dopo questo assalto..
Ben presto tuttavia i decibel tornano a regime con Holy Tears con l'impiego di un riff lineare ma potente. Il pezzo rappresenta una delle testimonianze più probanti degli Isis formato 2006. Turner non indugia a posare la sua voce melodiosa sulla musica ferrea del gruppo, fino a quando non si apre l'interludio di estrema bellezza delle tastiere.
Firdous E Bareen è un pezzo strumentale dilatato dominato dalle percussioni elettroniche ed organiche di Aaron Harris, nel suo sviluppo è possibile leggere la capacità del gruppo di generare anelli ipnotici attraverso sonorità mediorientaleggianti sognanti.
In the Absence of Truth si conclude con Garden of Light, titolo esoterico interpretato brillantemente dal gruppo che propone una climax progressiva di arpeggi in grado di tramutarsi in riff tonanti. Dopo un lick piuttosto rapido per gli standard Isis ed un refrain che esalta la voce bestiale di Turner, si ripiomba in una atmosfera aperta costituita da trame di chitarra che si giustappongono sino a concludere questo album epico.
Il ricorso ad altri strumenti quali il sintetizzatore o le percussioni orientali non è assolutamente estraneo all'indubbio successo di In the Absence of Truth, un lavoro che permetterà senza dubbio agli Isis di innalzare la soglia degli ammiratori e di diventare al contempo, incontestabilmente, uno dei gruppi essenziali del rock attuale.

75/100


Aaron Turner: Voce, chitarra
Aaron Harris: Batteria
Jeff Caxide: Basso
Mike Gallagher: Chitarra
Bryant Cliff Meyer: Elettronica, chitarra
Troy Ziegler: Percussioni aggiuntive

Anno: 2006
Label: Ipecac Records
Genere: Post Metal

Tracklist:
01. Wrists Of Kings
02. Not in Rivers, But In Drops
03. Dulcinea
04. Over Root And Thorn
05. 1,000 Shards
06. All Out Of Time, All Into Space
07. Holy Tears
08. Firdous e Bareen
09. Garden Of Light

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