Il Kif
Kung Fu

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Due o tre mosse e via, KO. Funziona bene la metafora del Kung-fu, nel caso de Il Kif, progetto certo non nuovo ma dotato di rinnovata linfa vitale e ispirazione, che ha portato la band ad abbandonare le jam torrenziali e spostarsi dai viaggi psichedelici alla musica da combattimento. Si definiscono un “collettivo rock”, e parlano della loro musica come “Rock N' Roll moderno” o “atomic Rock N' Roll”, sanno di essere merce rara in Italia, e specialmente in Puglia, e infatti lo sono. Sono nati come band, da una idea di Claudio De Pascale, sul finire degli anni ’90, e portano con se, le sonorità dell’underground di quel decennio, sposate certo con certo Rock mainstream americano, in modo più che dignitoso. Il loro modo così libero, coraggioso e fresco di portare avanti quella proposta fa onore ed è illuminante anche per chi è nella scena molto prima di loro.

Il nuovo album, intitolato proprio Kung-Fu e con tanto di richiami a Bruce Lee, è un concentrato perfetto di corpi sudati che si scontrano, musica manesca, violenta, note sudate, colpi bassi, cinque note di violenza, e sei sensi da ampliare a dismisura per seguire i movimenti di queste bestie indiavolate. Dimenticatevi l’alternative intellettualoide italiano, non siamo in presenza di aspiranti poeti ma di quattro baresi che vogliono sbattervi come polpi, e risvoltarvi trascinandovi come strascinate. Nelle percosse, tra calci e pugni, ricorderete i tempi andati dei Malfunk, e troverete un modo per sostituirli, finalmente, ricorderete i tempi andati dei Ritmo Tibale…e troverete anche qua un modo per sostituirli, finalmente. Certo non sostituirete anche i Queens Of The Stone Age, anche essi richiamati in abbondanza, ma troverete un buon temperamento in salsa italiana a quella proposta, che è la miglior proposta Rock del nuovo millennio, e che in questa sede viene in qualche modo reinterpretata in modo lineare e aperto a tutti i gusti (“Allucinazioni” è l’esempio più compiuto di questo stile moderno, tradizionale, rabbioso, come gli altri, cantato alla grande, in italiano). I pugni rimodelleranno le vostre orecchie, e il Blues vi morderà il sedere (“Non ricordo chi sei"), il lento, pieno di passione (“Soltanto Adesso”), vi daranno il tempo di contare i lividi, ma è inutile restare fermi, con questo groove irresistibile (“Schiava dell’immagine”) e con questa brezza cosmica che strappa via i capelli (“Ritmi Selvaggi”), sarà praticamente impossibile non dimenarvi, giusto il tempo di crollare a tappeto.

Ottima tecnica, affinata su anni ed anni di attività live, grandi pezzi, tutti coinvolgenti, e senza il minimo filler, grande longevità del disco e prospettive di divertimento, per un lavoro sgargiante come i colori che lo avvolgono.

70/100


Claudio De Pascale: Voce e chitarra
Davide Fioretti: Basso e voce
Andrea Rettino: Batteria
Alessio Virno Chitarra e voce

Anno: 2009
Label: UK Division
Genere: Rock

Tracklist:
01. Resta In Piedi
02. Kung Fu
03. Schiava Dell'immagine
04. Soltanto Adesso
05. Suicidio
06. Allucinazioni
07. Lily Bussa Alla Mia Porta
08. Ritmi Selvaggi
09. Non Ricordo Chi Sei
10. Superego

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