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Symphony X
Paradise Lost

Ascoltando questo disco mi chiedo. Come può un comune mortale come me dare dei giudizi, consigliare e indirizzare all’acquisto di un disco del genere? Un capolavoro tanto bello quanto più si va avanti nell’ascoltarlo. Il quintetto non è evidentemente pago di successi, così ha pensato bene di affidare l’apertura di questo “Paradise Lost” a “Set The World On Fire”, brano immediato nel classico stile dei Symphony X, per chi li conosce bene sa che questo corrisponde a dire che da solo vale il prezzo del Cd.
Oltretutto va detto che questo viene introdotto da “Oculus Ex Inferni”, degno intro strumentale di questo grande disco, dopo dieci secondi vi avrà già rapito. Si continua con “Domination”, in cui la voce di Russel si fa apprezzare per la sua “sola” bellezza, relegando agli altri componenti il compito di colpire l’ascoltatore con prestazioni eccelse di formidabile tecnica.
Serpent’s Kiss” sembra uscita da un musical anni ’70, buona per i fan del Prog di ogni età, il dinamismo e l’orecchiabilità di fondono con la voce sinuosa che esplode sul bridge per poi sbattere in faccia un ritornello che ben rende l’idea del “bacio del serpente”.
Grande anche la prova, manco a dirlo, di Michael Romeo. Semplicemente da applausi.
Da questo si passa poi al brano che la maggior parte di noi ricorderà, la titletrack “Paradise Lost”.
Inizia con un toccante pianoforte per poi continuare su ritmi lenti e malinconici.
Alcuni “debrayage” eseguiti con una voce distorta, melodica e prorompente, fanno da ritornelli ad un brano di quelli che se i capolavori fossero reati, i Symphony X sarebbero dei pericolosi ricercati. Se con questo brano il ritmo del disco tende verosimilmente a calare ecco a voi “Eve Of Seduction”, micidiale esempio di come il Prog sia un genere che offre infiniti spunti di espressività, a scapito di un fare prolisso che può diventare un importante punto di forza se utilizzato come si deve. Il brano ha un piglio che diventa tipico di una classica metal song man mano che progredisce verso il ritornello. Spettacolare, stavolta nel senso più stretto del termine, anche la successiva “The Walls Of Babylon”, con dei cori che fanno da sottofondo ai primi 3 minuti e mezzo di grande esecuzione strumentale. Il resto della canzone è strutturata in modo particolare, con un genere collocabile a metà tra Prog moderno e hard rock classico. Micidiale.
Seven” è un’altra canzone alla Symphony X che non aggiunge ne toglie nulla a quanto già detto.
Assolutamente bellissima e ottimo ponte per la parte finale dell’album. Già, l’album sta finendo e in ogni normale recensione questo corrisponderebbe ad averne già parlato in maniera esauriente. Peccato che “Paradise Lost” sia un capolavoro. Ecco quindi spuntare inaspettatamente quelli che a giudizio di chi scrive sono i due brani migliori del disco.
Sacrifice”, struggente e incredibile, è una canzone nella quale la band decide in modo quasi inaudito di andare oltre e superarsi. Poco importa se la canzone non è prettamente Prog, il tocco è ciò che conta. Lenta e ai livelli massimi di espressività, vi scorrerà dentro come se un angolo remoto della vostra anima l’avesse già scritta e ora qualcuno la sta suonando per voi.
Revelation (Divus Pennae Ex Tragoedia)” è il meglio che l’essenza manifesta della creatività della band potesse regalarci.
La classe, l’orecchiabilità la fanno da padroni e ogni strumento è valorizzato al meglio. Russel smette di essere un grande cantante per vestire i panni di orgasmo vivente e il ritornello di questo brano ne è una prova.

90/100


Russell Allen: Voce
Michael Romeo: Chitarra
Michael Lepond: Basso
Jason Rullo: Batteria
Michael Pinnella: Tastiere

Anno: 2007
Label: SPV/Audioglobe
Genere: Power Prog

Tracklist:
01. Oculus Ex Inferi
02. Set the World on Fire
03. Domination
04. Serpent’s Kiss
05. Paradise Lost
06. Eve of Seduction
07. The Walls of Babylon
08. Seven
09. The Sacrifice
10. Revelation (Divus Pennae Ex Tragoedia)

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