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Have A Nice Life
Deathconsciousness

Depressione, angoscia, morte e relative elucubrazioni fataliste sullo scorrere del tempo più post-punk, shoegazing, gothic-rock e buona dose di spirito dark condensato, trito e ritrito = Deathcosciousness. Sì. Stiamo parlando dell’ennesima opera di revival dark di questi ultimi anni. Ennesima, esattamente.
Dal sito internet della Enemieslist gli Have a Nice Life annunciano fieri di aver partorito il più deprimente disco della storia della musica ("The most depressing record in history of music"), con tanto di Marat assassinato nel quadro di David schiaffato in copertina.
Solo per questi preamboli da teatrino andrebbero presi a vangate sul naso. Diamo per scontato dunque che l’emotività di questo disco sia roba fatta in casa, artificialmente. “Ehi guardaci! Siamo depressi!“ e ce lo spiegano attraverso un booklet di un’ottantina di pagine. Contenti loro. Passiamo oltre.

Gli autori di questa teatrale manovra pubblicitaria sono Dan Barret e Tim Macuga, talentuosi polistrumentisti del Connecticut, i quali, partendo da tutti i presupposti elencati all’inizio, elaborano una sorta di Odissea sonora dark attraverso chitarre intubate, riverberi e voci in bilico.
Tanta “sporcizia” che fa sempre bene (soprattutto in un’epoca di nauseanti produzioni cristalline).
E paradossalmente, nonostante i cattivissimi presupposti, il duo riesce a sfornare un album che, pur essendo doppio, mantiene una sua coerenza dall’inizio alla fine, senza troppi punti morti, senza troppo adagiarsi sull’atmosfera (che, si sa, è sempre una buona toppa).
Dunque, come trattare questo Deathcosciousness ?
Ci sarebbe da essere molti generosi, o almeno ci starebbe bene una bella pacca sulla spalla. Ma ripensando a tutta l’enfasi con cui hanno spinto questo disco, la cosa migliore non può che essere un buffetto: “Giocate ai depressi, che carini che siete!” ... Incertezza. Ecco perché ho recensito l’album un paio di mesi dopo essere diventato un caso.
Bene, si è esaurito tutto molto in fretta. Passato l’entusiasmo iniziale più niente. In cantina a prendere la polvere! Qualcosa significa. Però in fondo la musica è ottima, e quindi il pollice è all’insù.

P.S. In disco è reperibile solo attraverso il sito http://www.enemieslist.net/ o inviando una mai al all'indirizzo dan[AT]enemieslist.net

75/100


Dan Barret: Tutti gli strumenti
Tim Macuga: Tutti gli strumenti

Anno: 2008
Label: Enemieslist
Genere: Dark Wave/Industrial

Tracklist:
CD 1: The Plow That Broke The Plains
01. A Quick One Before The Eternal Worm Devours Connecticut
02. Bloodhail
03. The Big Gloom
04. Hunter
05. Telephony
06. Who Would Leave Their Son Out In The Sun
07. There Is No Food

CD 2: The Future
01. Waiting For Black Metal Records To Come In The Mail
02. Holy Fucking Shit: 40,000
03. Deep, Deep
04. The Future
05. I Don't Love
06. Earthmover

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