Sintomi Di Gioia
Segnalibro

Stampa

Giochi di silenzi s'impongono, alternandosi a giochi ritmici incalzanti, disegnati su fogli di parole che ostentano semplicità. Simbolico il quarto brano, "Non Puoi", che si distingue in maniera netta, per la scelta stilistica di un arrangiamento meno standard e che adagia la propria anima su canti di violini ed estatiche sensazioni delicate, tanto quanto leggero (a volte forse troppo, tanto da sembrare debole) appare il timbro del vocalist Luca Grossi, delicatezza che spiazza, definendo i brani e tingendoli d'una naturalezza quasi sussurata.
E questo convince, anche se a volte la sottigliezza del timbro ci lascia in sospeso, senza conquistarci del tutto, poichè in attesa di quella marcia vocale in più che c' aspetteremmo nei momenti più aggressivi dei pezzi.
Sintomi di gioia. Il nome stesso si auto-descrive, presentando gli intenti comunicativi della band e rilassandosi su di uno sfondo che ci lascia intravedere un insolito mix di musica italiana, ben definita ma a tratti persa in passaggi melodici e scelte musicali a mio avviso un po' dispersivi e distanti da quello che attualmente la musica stessa ormai pretende - non che lo stile personale di una band debba essere penalizzato, ma se alla ricerca di innovazione, occorre farsi strada a suon di ritmi ancora inascoltati ed unificarli con sapiente dimestichezza, evitando il rischio che risultino impastati, passando così ingiustamente inosservati.
L'album si sviluppa tuttavia in modo abbastanza equilibrato e sensato, passando da pezzi più tenui, ad altri decisamente più accattivanti - umore saltellante ma coerente – e le buone idee non mancano.
Più di un power-pop si potrebbe parlare di un pop-rock un po' vecchio stile rivisitato, quasi fossero brani presi e riarrangiati con sprint, secondo canoni più rock ed attuali, meno orecchiabili.
C'è tuttavia qualcosa che disorienta l'ascoltatore, lasciandolo in una condizione di incapacità di seguire il filo dell'intero cd. Non che le canzoni non abbiano un senso, ma mancano di strutture solide su cui districarsi ed avanzare ordinatamente nel loro deliberato disordine.
Il talento c'è, ma la padronanza e l' esclusiva originalità rappresentano qualcosa che va oltre il talento stesso e che va cercata con paziente perseveranza, soprattutto se c'è stoffa, come nel caso dei Sintomi di Gioia.

70/100


Luca Grossi: Voce, chitarre
Fausto Franchini: Chitarre
Emanuele Peccorini: Batteria
Stefano Zannini: Basso

Anno: 2008
Label: Imagina production
Genere: Rock/Powerpop/Alternativo

Tracklist:
01. Faccio i conti
02. Pensaci
03. Osservo Nuvole
04. Non Puoi
05. La nostra colazione
06. Segnalibro
07. Macigno
08. La Nebbia
09. E così
10. Come le scarpe

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.