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Even Vast
Teach Me How To Bleed

Even Vast sono una band di grande valore. Se siano il prodotto di una filone aperto dai Lacuna Coil, capostipiti delle band nostrane in quanto a “female voice”, o piuttosto la prosecuzione di quel Doom arrivato ai giorni nostri, rivoluzionato ed evoluto per mezzo di band come i The Gathering, lo lascio decidere a voi. Sta di fatto che “Teach Me How To Bleed” merita di figurare tra le uscite più interessanti dell’anno, chi suona in un gruppo emergente degno di questo nome sa che non è cosa da poco. In un panorama congestionato all’inverosimile da “MySpace Bands” il terzetto della Val D’Aosta si sta ritagliando pian piano lo spazio che si merita. Il loro discorso, poco improntato sull’immagine personale e molto sulla qualità e la bellezza delle loro canzoni, deve servire ad esempio per chi suona. Sebbene infatti il disco risenta di una produzione che, sia pur ottima, non è certo la stessa dei gruppi più blasonati come quelli sopra citati e in quanto tale non ci consente di poter procedere ad un pieno accostamento col resto della scena, è indiscutibile che il disco possa esser destinato al diventare una pietra miliare. Il valore, sia reale che potenziale, c’è. Basti pensare che il genere della band, qualificabile come gothic/dark, è qualcosa che nella realtà dei fatti può arrivare a chiunque, senza smarrire il valore culturale insito nel genere, peculiare di una nicchia sempre più in crescita e sempre più trasversale nel panorama Rock come nel Metal.

Il disco si apre con “Infected”, ottimo esempio di brano elaborato ma di facile ascolto, nel quale strumenti ed effetti elettronici scivolano sotto la suadente voce di Antonietta Scilipoti. La formula scelta dalla band consente di spostare il baricentro del pathos su fasi timiche improntate seulla crezione di atmosfere particolare così come sul contenuto dei brani. Una dote, quest’ultima, facilitata anche dall’utilizzo di liriche essenziali, tutt’altro che prolisse. Il disco non smarrisce mai la retta via, ben amalgamato da un filo conduttore presente nella maggior parte del disco, sebbene questo non pregiudichi la creatività delle composizioni, come dimostrano brani come “Away”, o la suggestiva “Limelight”, capace di entrarti in testa per poi risuonare un numero imprecisato di volte. Un discorso a parte va fatto per quello che, almeno a detta di chi scrive, è il brano più bello del disco: “Breakaway”. Di fronte ad una canzone del genere c’è poco da commentare e tanto da imparare. Stupenda.
Le doti della band e in modo particolare di Luca Martello (chitarre ed “electronic grooves”) vengono fuori paradossalmente con la cover dei Joey Division “Love Will Tear Us Apart”. L’impiego astuto dei mezzi a disposizione della band irrompono infatti con prepotente padronanza, spregiudicatamente maestosi. Pochi avrebbero avuto il coraggio di aggiungere qualcosa di più ad un brano che brilla già di luce propria. Loro ci sono riusciti. Lei reinterpreta alla grande, gli altri non sono certo da meno. Il brano ti conquista sin dai primi secondi di ascolto e lo stesso tenore viene poi mantenuto nel resto del disco.

My Kingdom Music ha azzeccato il colpo, il disco è promosso a pieni voti e tutto quello che possiamo augurarci è di ritrovare al più presto gli Even Vast sul nostro cammino, con l’auspicio tutt’altro che scontato che chi legga questa recensione non si faccia prendere da stupidi atteggiamenti esterofili e vada a toccare con mano la realtà di una band realmente valida, alla faccia delle mode e della superficialità diffusa



Vincenzo DiLeo: Basso
Luca Martello: Chitarra
Antonietta Scilipoti: Voce, tastiere

Anno: 2007
Label: MyKingdom Music
Genere: Gothic/Dark Metal

Tracklist:
01. Infected
02. Away
03. Limelight
04. Love Will Tear Us Apart
05. Breakaway
06. I Do
07. About You
08. Misbecoming
09. For The Things I Care
10. Sleep

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