Trauma
Archetype Of Chaos

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I Trauma sono una vecchia conoscenza dell'underground polacco, esistono dagli anni '80 con il moniker Thanatos con i quali misero fuori 2 demo Deo Optimo Maximo e Out Of Sanity ed è del lontano 1992 la nascita come Trauma con l'uscita di un demo e ben 8 dischi in totale. A dare lustro a questa release é la notevole perizia nell'eseguire un death metal di stampo totalmente normale, tipico ed old style ma tuttavia con le sfaccettature 'technical' molto in voga in anni passati ed oggi un poco dimenticate nel marasma degli eccessi cervellotici del math metal ed emo core. Qui non abbiamo niente di questo calderone pagliaccesco ma bensì puro, dannato death metal tecnologico (cyber) e brillante nella sua silouette fosca ed oscura.
I deathster Trauma con l'album in questione uscito per la Witching Hour si ripresentano con un sound da ascoltare e riascoltare a ripetizione, ed ogni volta sarà meglio perché la genuinità ed il primordiale senso del gusto che certamente hanno acquisito in anni di esperienza li ha portati a raggiungere un livello di maturità terrificante che lascerà molte vittime tra gli intenditori.
I Trauma suonano come una specie di Vader ma se devo essere proprio onesto non sono la stessa cosa, hanno dalla loro moltissime cartucce da sparare e la blasfemia che risale dal loro sound non é nemmeno avvicinabile ad altre band, abbiamo qui un sound molto corposo, carico di groove diverso, chitarre come dicevo impostate su rasoiate (non sempre veloci in stile furia cieca) techno death e soluzioni melodiche brillanti e mai troppo invasive.
I trauma riescono ad essere monolitici ma non statici, molto fa la bravura dei musicisti, ad esempio l'interpretazione vocale con un growling corposo e modulato a seconda delle parti strumentali ne é un esempio e senza eccessi si lascia ascoltare e coinvolge. La batteria naviga su tempi umani ma molto vari e un uso della ritmica varia e dinamica.
I riff del chitarrista sono devastanti e si dipanano lungo la struttura delle tracce in modo smagliante, é innegabile l'impostazione retrò ( senti 'The Slime') ma c'é anche molta farina del suo sacco con accattivanti ritmiche heavy e speed supportate da un bassista fuori dal comune che impersona alla grande il suo ruolo uscendo anche dai soliti schemi e regalando quel sapore metallico preciso come un robot industriale autonomo.
Il platter é pieno di mid-tempo della pesantezza inaudita, ma oltre a tempi dispari e in equilibrio si possono sentire ritmiche martellanti e pathos terrorifico con continue accelerazioni pazzesche e ritmi bestiali, il tutto ottenuto con il solo utilizzo degli strumenti classici (batteria, basso e chitarre) e forse un sitar campionato qua e là...

...a partire da "Cortex Deformation" pesante come un blocco di piombo fuso, si sentono le scudisciate mortali delle chitarre a metà strada tra durezza, precisione massimale e voli al limite con la fusion, sino ad arrivare alla violenza del pezzo "War Machine", ben costruito e da definire come classico e vero brano death metal capace di infliggere colpi mortali.
Se poi parliamo di "The Truth Murder" allora si può tranquillamente passare alla perfezione, un brano teatrale ed avvolgente, violentissimo e sulfureo, povero di banalità...
Il disco vola via tra episodi unici ed esaltanti ed è il caso di ascoltare e mettere all'attenzione "Portrait Of The Lies" per rendersi conto di che cosa parlo, un brano dove non solo si picchia duro sull'acceleratore ma che spettralmente si imposta su versanti heavy imponenti e sontuosi dalle trame orrorifiche ed un misticismo diffuso così come l'ultima traccia, la lunga ed epica suite "Destruction Of The Demented World", un dinamitardo ed esplosivo pugno nello stomaco, puro estremismo in musica con un tocco di nebbiosa oppressione malvagia che striscia sino alla parte conclusiva ai confini con il funeral doom.
Quindi ci troviamo di fonte ad un'opera che affonda le proprie radici nel death vecchia scuola degli anni '90 ma con dei riferimenti di gusto e perizia adatti alle esigenze del sound oggi in voga, la registrazione é cristallina, tutti gli strumenti trovano il loro giusto risalto, il quartetto di Elblag mette sul piatto tecnica sopraffina e sudore, senza cadere in tentazioni commerciali e ci impressiona per la mole di riff lineari che mai annoiano e per l'uso di suadenti e sinistri innesti creati dalle chitarre dannatamente massicce e brutali, violenza mai sprecata e sparata a vuoto.
La soluzione finale é fate vostro questo cd, una chicca per tutti gli ascoltatori più attenti, il risultato é alquanto accattivante e non perde quel valore che gruppi di un tempo avevano e questa forse è una occasione per non dovere per forza acquistare la vecchia discografia di Asphyx, Pestilence, Nocturnus, Death, Massacre...etc, etc per ascoltare un buon disco di death metal.
Un must! Annotazione finale: il cd é correlato da un booklet sontuoso all'interno di una confezione digipack davvero ben fatta.

95/100


Artur Chudewniak: Voce
Jaroslaw Misterkiewicz: Chitarra
Dawid Rutkowski: Basso
Arkadiusz Sinica: Batteria

Anno: 2010
Label: Witchinghour/Kolony Records
Genere: Death Metal

Tracklist:
01. Intro (White Architect)
02. Cortex Deformation
03. A Dying World
04. War Machine
05. The Slime
06. The Truth Murder
07. Tabula Rasa
08. Portrait Of The Lies
09. Destruction Of The Demented World

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