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Domine
Ancient Spirit Rising

Doppia recensione per "Domine - Ancient Spirit Rising" Nove tracce lunghissime per il quinto lavoro dei Domine, "Ancient Spirit Rising", a dieci anni dal primo album “Champion Eternal”.
Dopo "Emperor of the Black runes", questa è la natuale evouzione del sound dei Domine, arricchita da melodie e armonie e forte di una buona produzione anche se, a mio avviso, la voce prevarica un po' su tutto.
Sebbene lo stile rimanga sempre quello, ogni canzone è diversa dall'altra, mescolando l'amato Metal con accenni all' hard rock, al prog, alla musica acustica e celtica.

Apre il disco "The Messenger", brano possente nel suo incedere incalzante,( che alla lunga, però, risulta noioso), seguito da "Tempest calling", velocissima in pieno stile "Dragonlord", con un ritornello che entra facilmente in testa.
Nei 9 minuti ed oltre di "The Lady Of Shalott" riprende il tema Arthuriano di un romanzo del 1300, la melodia portante è molto orecchiabile...ma la canzone poteva risolversi in 4 minuti.
"I Stand Alone (After The Fall)", brano tiratissimo in pieno stile Domine si lascia ascoltare, anche se è con "Ancient Spirit Rising", classico cadenzato di ben 9 minuti e mezzo, che il nuovo sound, attraverso richiami celtici, intermezzi prog, cori epici ed una struttura del brano molto melodica, si può apprezzare al meglio, nonostante la lunghezza del brano.
Segue a ruota "On The Wings Of The Firebird", tributo al grande compositore neoclassico russo Igor Stravinsky.
"Another Time, Another Place, Another Space" è a tratti quasi una ballad ricca di emotività, Morby ed il piano suonato da Iacono duettano intrecciandosi ad un potente riff di chitarra. Ecco arrivare la tiratissima " Sky Rider", con un ritornello quasi in stile Gamma Ray, breve e concisa ma che arriva dritta al cuore. Il disco si chiude con “How the Mighty have Fallen”, piccola suite che procede armoniosamente nella sua lentezza.

Ma allora perchè questo disco non mi convince?
In primo luogo perchè le canzoni sono lunghissime, a volte perchè è stata messa troppa carne al fuoco, a volte perchè il pezzo si ripete all' infinito sempre uguale a se stesso.
Poi, dopo l'ottimo "Emperor of the Black runes", che si, ci presenta anch'esso canzoni lunghe, ma lo fa con un'altro approccio, con la potenza dei veri Domine.
Sarà che " Dragonlord" mi è rimasto nel cuore, sarà che vederli dal vivo te li fa considerare una delle migliori band in circolazione, fatto sta che questo "Ancient Spirit Rising" non mi ha convinto al primo ascolto.

Sono convinta che questo nuovo sound dei Domine sia ancora in fase evolutiva, perciò attendo fiduciosa l'evolversi delle cose. Non mi resta altro da fare che ritirare fuori dal cassetto " DragonLord", e navigare nel mare del ricordo!


di Mara C.

 

Il percorso musicale dei Domine si sta collimando sempre più, passando da lidi pomposi e dalle tinte eccessivamente epiche e fantasy ad un mix ben dosato di heavy metal, power e progressive senza mai calcare troppo la mano su enfatizzazioni e ridicoli eccessi.
Siamo di fronte quindi alla completa maturazione del progetto almeno secondo il mio punto di vista.
L'approdo alla dimensione true metal totale è vicina, il sound perforante e quadrato del nuovo 'Ancient Spirit Rising' ne è la conferma e gli strumenti in possesso degli ormai veterani Domine palpabili in ogni nota, assolo e refrain.
Il bello di questo disco è che nella sua naturale semplicità riesce ad essere ancora orchestrale e diversificato così che ogni capitolo dei 9 facenti parte si può considerare un episodio a se.
La produzione aiuta notevolmente, stavolta i Domine si sono presi il tempo dovuto per studiare ogni aspetto e curarlo nei minimi dettagli, non c'è nulla fuori posto e anche le esaltazioni trionfalistiche degli esordi, più sparute in questo quinto capitolo, diventano parte integrante di un discorso musicale più intimo che a pelle da subito l'impressione di essere terribilmente diretto e sbarazzino.
Sin dalla prima mastodontica track "The Messenger" si denota uno stile quadrato che fa capolino sul sound compatto e arrembante contemporaneamente maestoso annullando o quasi i barocchismi e le arie epico esasperanti che spesso si sentivano nei precedenti lavori.
La classe non è acqua ed anche nelle semi-ballad come "The Lady Of Shalott" dal sapore arcaico e romantico-fiabesco impreziosita da una female vocal iniziale e da un crescendo culminante in magnifico ed etereo cavalcare 70iano (la track è ispirata dal dipinto evocativo di W. Waterhouse 'La signora di Shalotte' di ispirazione medievale e dal poema di Alfred Tennyson che porta lo stesso titolo e tratta la stessa storia mitologica) si evince la caratteristica costante di Morby e soci, ovvero la totale padronanza della tecnica esecutiva ed un grande gusto negli arrangiamenti molto musicali e precisi mai con momenti uno appoggiato nell'altro come spesso accade a chi ha poche idee e poco gusto.
In effetti i nostri tra una cosa e l'altra suonano dagli '80, viste le esperienze precedenti di Morby nei Sabotage, Labyrinth, Time Machine, Dark Lord ad esempio e il batterista Stefano Bonini (ex Necromass, una black/death metal band dei'90), e di Enrico Paoli nei MasterStroke (speed metal).
E forse di un ritorno al futuro di deve parlare perché come loro stessi descrivono il disco dovrebbe essere la sommatoria di tutte le loro influenfe passate, quindi una fusione di heavy metal, hard rock, epic, power, prog, class, celtic e parti acustiche per un sound 'fan oriented' a discapito di draghi, fierezza da prodi eroi e una più terrena concettosità basata sugli scritti di Enrico, più personali di una visione concreta delle esperienze umane espresse in una chiave poetica che strizza l'occhio all'attitudine romantico/epica propria del songwriter...
L'album, infatti, a loro detta è massiciamente influenzato dall'arte Vittoriana e da argomenti più spirituali ed intimistici.
I pezzi migliori comunque per me restano, a parte la opener, "Tempest Calling" un pezzo infuocato e pieno di vorticosi feeling aggressivi, epici e dal cuore metal stradaiolo ai limiti con lo speed, come "I Stand Alone (After The Fall)" ma anche suite più lunghe e strutturate (vedi la title track "Ancient Spirit Rising" un pezzo che deve per forza pagare dazio all'hard rock anni ’70 !!!) dove innumerevoli passaggi ed una intrinseca vena operistica aiutata anche dalle chitarre in accompagnamento e dalle costanti partiture tastieristiche sorregge lo scheletro principale del brano.
In pezzi che al primo ascolto potrebbero riallacciarsi al consueto Domine style, ad esempio “Tell Me How the Mighty Have Fallen” e “On the wings of the Firebird” (da sottolineare la trama conclusiva del brano incentrata sull'opera di Igor Stravinsky, il balletto 'Firebird') e la più magistrale e forse più bella del set, "Another Time, Another Place, Another Space" si scoprono mille sfaccettature diverse che impreziosiscono molto il risultato finale.
Pensate ad un incontro scontro tra due generazioni: i Gamma Ray, Helloween, Blind Guardian, etc... da una parte, e dall'altra la generazione anni '70 con Queen, Led Zeppelin, Rush, Kansas, Thin Lizzy, Black Sabbath, Iron Maiden, Boston, Judas Priest, Uriah Heep, Rainbow etc... e se in molti casi queste influenze restano nascoste ma presenti, qui abbiamo un vero trionfalismo e devozione rispettosa al cospetto di questi mostri sacri.
Chiude le danze l'imprescindibile e lunghissima "How the Mighty Have Fallen" un ponte ben equilibrato tra NWOBHM e Epic sound dalla tessitura spessa e voluttuosa.
Ottima la prova dei musicisti singoli, buonissima la verve di Morby alle vocals interpretate con il giusto piglio, geniali le tastiere mai troppo spigolose e sgomitanti.
Un disco d'oro per gli amanti del genere o dei generi proposti specialmente per le vecchie generazioni e per le nuove che si propongono di capire cosa significasse fare metal qualche decennio fà.

70/100

di HektoplasmaToxin



Morby: Voce
Enrico Paoli: Chitarra
Riccardo Paoli: Basso
Riccardo Iacono: Tastiere
Stefano Bonini: Batteria

Anno: 2007
Label: Dragonheart
Genere: Heavy Metal

Tracklist:
01. The Messenger
02. Tempest Calling
03. The Lady Of Shalott
04. I Stand Alone (After The Fall)
05. Ancient Spirit Rising
06. On The Wings Of The Firebird
07. Another Time, Another Place, Another Space
08. Sky Rider
09. How The Mighty Have Fallen

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