Home Recensioni Album The Void - Vision Of The Truth

The Void
Vision Of The Truth

Vision of the Truth” è il primo album dei genovesi The Void, esecutori di un pregevole gothic metal come si intendeva alcuni anni fa, prima dell’invasione (commercializzazione ?) delle cantanti liriche o, peggio ancora, di cantanti pop spacciate per metallare. Certi che il tempo servirà a far distinguere ciò che è proposta seria da ciò che non lo è, passiamo a recensire un CD che si presenta nel migliore dei modi, grazie ad una produzione curata, sia nel libretto, nero, ma elegante e leggibile, arricchito da foto del gruppo, quanto nei suoni, di cui scriveremo a tempo debito. La copertina mostra, sullo sfondo di un paesaggio notturno privo di stelle, una casa misteriosa, con tanto di steccato pericolante, sulla riva di uno stagno; un’ombra minacciosa si staglia sulla casa e lo stagno riflette un’immagine trasfigurata della realtà, dato che compaiono alberi che nel paesaggio reale non esistono, mentre la casa scompare nel nulla.
Il disco dura oltre cinquanta minuti e si apre con gli effetti di “Light”, canzone introspettiva, caratterizzata da una prevalenza delle clean vocals e della ritmica, ma anche da un buon utilizzo delle doppie voci e da un assolo apprezzabile alla chitarra. Segue “Macha”, rivolta contro l’umanità, più aggressiva, all’insegna di una tastiera oscura ed inquietante, come ad indicare qualcosa che sta per accadere; il brano prosegue sinfonico ed apocalittico. La title track, invece, è più rarefatta, grazie ad un cantato soft, molto personale.
Hope”, frutto ancora di riflessioni personali, nasce lenta, ma cresce ritmata, con dei buoni inserimenti di tastiere ed un discreto uso di disperati screaming e growling.
I Need Light (Geneva’s Monologue)” è un monologo della regina Ginevra, moglie del leggendario Re Artù, ma forse anche un omaggio alla città di provenienza del gruppo: una canzone molto particolare, che si apre al pianoforte, soffusa e sussurrata, un momento di alta intensità poetica, in cui ricordiamo anche un bel lavoro di chitarra melodica ed il finale al piano.
Sad Moon” è un pezzo veloce, d’amore e di riflessione, mentre “Beauty (Narcissus’ Monologue)”, all’insegna dei cambi di tempo, è invece il monologo della figura mitologica di Narciso, che si innamorò della propria immagine riflessa nell’acqua. In “Fearless Gladiator”, forse autobiografica, dopo l’apertura al piano, compaiono effetti vari; successivamente il brano prende respiro, visto che diventa malinconico ed atmosferico, divenendo addirittura spietato nel finale. Si chiude con la personale “Step into Nowhere”, mid-tempo dal ritornello rabbioso.
L’album, ben suonato e ben interpretato, è adatto a tutti gli amanti delle musiche di atmosfera, arricchite dall'uso delle tastiere, oltre, ovviamente, ai fans del gothic metal, sia puristi che moderni: ai primi per via di quanto abbiamo scritto finora; ai secondi perché riconoscano bene che il vero gothic metal non è certo l’unione della vocina angelica di una cantante pop con un po’ di matita sotto gli occhi per farla sembrare dark e di chitarrine smussate in modo da soddisfare il pubblico "più facile" di MTV.

80/100


Giorgio Barroccu: Basso, tastiere
Diego Fogliacco: Voce, chitarra, tastiere
Andrea DiMartino: Batteria

Anno: 2008
Label: MyKingdom Music
Genere: Gothic/Dark Metal

Tracklist:
01. Light
02. Macha
03. Vision of the Truth
04. Hope
05. I Need Light (Geneva’s Monologue)
06. Sad Moon
07. Beauty (Narcissus’ Monologue)
08. Fearless Gladiator
09. Step into Nowhere

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.