The Piano Room
Early Morning

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Doppia recensione per Early Morning dei The Piano Room

PRIMA RECENSIONE a cura di Paolo Carnelli

Il disco che tutti avremmo voluto che, prima o poi, Tony Banks incidesse. Francesco Gazzara, deus ex machina del progetto che va sotto il nome The Piano Room, riesce a confezionare una piccola gemma, recuperando frammenti della suggestione dei Genesis più amati dagli appassionati di prog, quelli di Foxtrot, Selling England e The Lamb e rivestendoli di nuovo.

Riparte dal pianoforte acustico, Francesco, dopo quindici anni di colonne sonore, ma soprattutto dopo quattro album di successo in ambito acid jazz. E come spesso capita a chi si avvicina al rock progressivo provenendo da altre esperienze, riesce a fare centro al primo colpo, dando vita a un lavoro originale e raffinato, al cui fascino è difficile rimanere indifferenti.

Il pianoforte, dicevamo, è ovviamente al centro della scena (anzi, della stanza), con i suoi arpeggi e i suoi intrecci che rimandano direttamente ai carillon genesisiani, quasi che invece dei tasti bianchi e neri, Francesco abbia sotto le dita le dodici corde di una chitarra acustica. L’uso parco delle sovraincisioni preserva il rigore del trio jazz su cui è fondato il progetto: insieme a Gazzara ci sono infatti solamente gli ottimi Giuliano Ferrari alla batteria e Luca Fogagnolo al contrabbasso, ma la scelta della line up è solo un ulteriore strumento per approdare a un sound essenziale e diretto, più che un’indicazione di stile.

Il pianista romano indossa infatti lo smoking e le scarpe da ginnastica, dimostra di non aver paura di confrontarsi con esperienze importanti come quella di Moraz/Bruford, strizza l’occhio a Emerson, popola il pentagramma con tempi dispari incrociando le mani sulla tastiera, ma quando serve è capace di sfrondarlo in maniera quasi minimalista. È senza dubbio aiutato in tutto questo dalla fluidità della sezione ritmica, ma soprattutto da una lucida tensione tematica e melodica che non sconfina mai nell’ostentazione tecnica. Early Morning può parlare a molti, perché sa farsi ponte tra prog e musica classica; Gazzara ha il grande merito di riportarci alle fondamenta di un movimento musicale a noi caro, rileggendolo sotto una prospettiva inedita.

Paolo Carnelli
www.wonderoustories.it

 


SECONDA RECENSIONE a cura di Gianluca Livi

Il nome di Francesco Gazzara è certamente noto in contesti più vicini all’acid jazz, ove ha operato con i Gazzara e gli Hammond Express, con i quali ha inciso la bellezza di 5 lavori (in One, il primo album, era presente James Taylor, mentre The spirit of summer ha venduto la ragguardevole cifra delle dieci mila copie). Nel primo lavoro solista, intitolato The Piano Room, egli abbracciava la causa eterea del suono minimalista al pianoforte, accompagnato di volta in volta da uno strumento diverso: sassofono, flauto, fagotto, corno inglese, contrabbasso, violoncello, organo, mellotron e hammond.

Oggi, a distanza di poco meno di un anno, abiurata la formula delle collaborazioni esterne, l’artista romano riduce ad un trio la sua formazione, ribattezzata proprio con il titolo dell’esordio, e partorisce un album che, in linea con il recentissimo passato, evoca atmosfere pastorali, romantiche, intense, peraltro impreziosite da una vaga e soffusa influenza jazz. Ancora una volta, l’artista agisce in territori perfettamente compatibili con le ambientazioni fantasiose dello scenario progressivo, in particolare della compagine genesisiana tipica degli esordi (sono assai ricorrenti i fraseggi al pianoforte del primo Tony Banks) e della rarefatta visuale di Canterbury, di cui vengono evocate le ricorrenti atmosfere mistiche e contemplative in chiave squisitamente acustica. Una produzione italiana di ragguardevole valore artistico che conferma l’eterogeneità di un’artista polivalente ed eterogeneo, capace di perseguire (ed ottenere) pregevoli risultati in contesti variegati e apparentemente distanti tra loro.

(Recensione apparsa sul n. 37, anno 2008, di “Musikbox - Rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo”, qui pubblicata per gentile concessione dell'autore).


Francesco Gazzara: Piano acustico, mellotron, organo, synthesizer, chitarra 12 corde
Luca Fogagnolo: Double bass
Giuliano Ferrari: Batteria, gongs, tamburello

Anno: 2007
Label: Irma Records
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. Olympic Asia
02. Shirt lover man
03. Early morning
04. Back to the old street
05. Paved flowers
06. Dance of the falling lady
07. Rooftop cricket
08. Ices
09. The polonium affair
10. My vessel

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