Underground Railroad
Moving The Mountains

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Power trio nella più classica delle formazioni, chitarra-basso-batteria suonate rispettivamente da Enrico Cipollini (anche cantante e compositore di tutti i brani), Andrea Orlandi e Nic Fantini che però non ci dicono la provenienza anche se, supponiamo siano romagnoli visti i loro trascorsi "live" fra Ferrara e Bologna (Roxy Bar, Ferrara Busker Festival, Najma Forlì, MotorShow BO etc...). Formatisi nel 2003 e con all'attivo già un full-lenght (Blessed with a Curse - 2006) continuano imperterriti nella formazione originaria (già questo da Guinness...) all'ombra di quello che fù il grande suono dei Soundgarden (la loro Black Rain pensiamo sia una risposta a Black Old Sun), ai Black Crowes ma sopratutto dei Pearl Jam. Ottima preparazione musicale con basso e chitarre ben suonate che tagliano il vetro senza mai strafare nei "solos" (ascoltate quello di Dirty Woman), la bella intonazione della voce (Chris Cornell docet) e (finalmente..) un'ottima dizione e la batteria che fà un onesto ma determinante metronomico lavoro.
Ovviamente non c'è granchè di originale nella proposta degli Underground Railroad, che non hanno certo l'aria da ragazzini imberbi, ma già l'ottima professionalità, il perfetto song-writing, il loro smisurato amore per il sound di tant'anni fa li pone un paio di gradini al di sopra della media delle band italiane brufolose e modaiole (e merdaiole...aggiungerei) tanto da trovarsi catapultati, a seguito di una serrata selezione, sul palco di una edizione del Pistoia Blues Festival.

Hard to let go è una meravigliosa ballata e Chain Gang un ottimo rock di ispirazione southern. E se Same Old Place richiama certi suoni particolari e la voce stessa ai "meravigliosi" anni "70, Rainstorm invece attinge a piene mani dal repertorio di Gary Moore (anzi direi che è più che un doveroso omaggio), Drown è uno scatenatissimo breack-tempo, quasi zeppeliniano, quasi psichedelico che conferma le radici più bluesly del power-trio come anche la seguente Part-time President.

Come già detto gli Underground Railroad non inventano niente, realizzano un disco godibile eseguendo un buona musica d'accademia, a volte ispirata al classico southern americano e a volte a qualcosa di post grunge, a volte attingendo a piene mani alle sonorità care ai defunti Festival-pop, momento di massimo splendore della musica emergente, (li avrei visti bene sul palco di Atlanta a fianco dei Grand Funk...) ma comunque sempre rock di buona qualità e lo fanno con pulizia, competenza e passione tanto da meritare un sicuro plauso d'ammirazione. Non sempre l'originalità è sinonimo di novità assoluta; a volte basta una buona dose di amore e rispetto verso i mostri sacri usati come faro senza stupidi scimmiottamenti per ...muovere le montagne...
Unico neo; non vedo a quale parte di pubblico italiano così (dis)perso fra Pezzali e Emma possa essere indirizzato questo bel disco, peccato.

70/100


Enrico Cipollini: Chitarra, voce
Andrea Orlandi: Basso
Nicola Fantini: Batteria

Anno: 2010
Label: Alka Records
Genere: Seventy/Southern Rock

Tracklist:
01. Black Rain
02. Same Old Place
03. Riverside
04. Hard To Let Go
05. Chain Gang
06. Enlightenment
07. Drown
08. Part Time President
09. Rainstorm
10. A New Machine
11. Satisfied
12. Dirty Woman

Sul web:
Underground Railroad @MySpace

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