Stefania Visconti

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Teatro e altre tendenze



Introduzione
A distanza di 40 anni, i Pooh hanno deciso di chiudere la loro carriera con la pubblicazione, tra le altre cose, del video “Pierre”.

Stefania Visconti è l’attrice e modella transgender che ha dato finalmente un volto al protagonista del pezzo, recitando nel citato clip, sotto la direzione del regista Cosimo Alemà.
Uscito lo scorso 10 novembre (in rete si trova QUI), questo video è di fatto l’ultimo dei Pooh, presentato in anteprima al concerto romano del 4 novembre (ne abbiamo parlato QUI), al termine della loro cinquantennale carriera.
Per stessa ammissione della band, il disco in cui il brano era originariamente contenuto, “Poohlover” del 1975, trattava temi molto scottanti ed impopolari, considerando anche il periodo storico in cui fu pubblicato: il razzismo nei confronti degli zingari (“Gitano”), il reinserimento di un detenuto nella società (“Il primo giorno di libertà”), la prostituzione (“Tra la stazione e le stelle”) e l’omosessualità (“Pierre”).
Va subito detto che a quel tempo in Italia non era presente un concetto preciso, non soltanto di transessualità, ma persino di omosessualità. Gay, travestiti e prostituti erano spesso tutt’uno. Per questo motivo, oggi, il clip potrebbe effettivamente apparire datato e poco concreto. Tuttavia, portatore, come effettivamente è, di un messaggio così profondo, può senz’altro assumere un carattere universale nella lotta contro i pregiudizi.
Sul perché i Pooh abbiano scelto di realizzare un video partendo da questo pezzo, tra l’immenso repertorio a disposizione (a parte le dichiarazioni ufficiali che lasciano il tempo che trovano), non è dato di sapere.
È altresì noto che, ultimamente, e in più occasioni, i Nostri abbiano appoggiato campagne a favore della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender), arrivando recentemente a schierarsi con l’Arci Gay di Verona contro le Sentinelle in Piedi (versione italiana dei francesi "Veilleurs debout", si tratta di gruppi informali che si riuniscono per protestare contro il progetto di leggi anti omofobia. Spaventati e contrari all’adozione da parte di coppie omosessuali, fecondazione eterologa e unioni civili, scendono in piazza per difendere la famiglia tradizionale. Apartitici sì, ma ​per loro simpatizza la Nuova Destra. Il nome Sentinelle in Piedi è legato al fatto che la loro protesta si concretizza manifestando silenziosamente in piedi un una piazza, leggendo un libro o facendo finta di leggerlo. Tra i titoli, "Sposati e sii sottomessa, Pratica estrema per donne senza paura" di Costanza Miriano, "Voglio la mamma" di Mario Adinolfi, "Omofobia o eterofobia? Perché opporsi a una legge ingiusta e liberticida" di Gianfranco Amato. Fonte "L'espresso/La Repubblica": http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/10/09/news/identikit-delle-sentinelle-in-piedi-1.183549; Huffinqtonpost: http://www.huffingtonpost.it/2014/10/07/sentinelle-libri_n_5943806.html).
L’arrangiamento, la melodia e la sensibilità con cui i Pooh hanno trattato questo argomento, hanno fatto sì che “Pierre” sia comunque rimasta presente nell’immaginario di molti gay italiani per almeno tre generazioni.Oggi, finalmente, Pierre ha un volto, quello di Stefania Visconti (www.stefaniavisconti.com), attrice e modella transgender originaria di Cittaducale, in provincia di Rieti.
Trasferitasi dopo le superiori a Roma, dove consegue la Laurea in Lettere Moderne con indirizzo “Arti e discipline dello spettacolo”, in possesso di una formazione teatrale, Stefania è da sempre appassionata di spettacolo e cinema.
Ha alle spalle esperienze in fiction italiane, tv e film indipendenti e una spiccata passione per gli horror, che le ha permesso di ottenere diversi premi nell’ambito cinematografico relativo.
È stata anche testimone nel libro "Le cose cambiano", edizione italiana di "It Gets Better", con il capitolo “La ricerca di un’anima femminile”.
Uno dei segreti per cambiare le cose, per noi stessi e chi ci circonda”, ha dichiarato recentemente, “è essere sempre orgogliosi di sé e della propria vita e mostrarsi con naturalezza per quello che si è, senza mai autoghettizzarsi, perché se è vero che incontreremo persone ignoranti che ci discrimineranno, troveremo altrettante persone amiche e alleate che ci apprezzeranno”.

Intervista

A&B: Ciao Stefania. Direi di iniziare questa intervista con una tua presentazione…

Stefania Visconti: Come la maggior parte degli attori, ho iniziato con il teatro, che è stata una grandissima scuola sia da un punto di vista artistico, sia di vita. Ho partecipato ad alcune fiction italiane come “RIS” e “Distretto di polizia”, ma uno dei lavori al quale sono particolarmente legata è una piccolissima partecipazione al film di Ferzan Özpetek “Magnifica presenza”. Anche se si tratta di una parte molto piccola, ne sono particolarmente orgogliosa perché penso che Özpetek sia uno dei più grandi registi professionisti in Italia.

A&B: Tu sei più giovane della canzone Pierre. La conoscevi prima di essere scelta per interpretare il video?
Stefania Visconti:
Sì, sono molto più giovane della canzone ma la conoscevo bene, perché durante l'adolescenza e nel corso del mio percorso ho fatto varie ricerche riguardanti testi di canzoni italiane che trattavano tematiche afferenti all’omosessualità e, nello specifico, legate al travestitismo ed al transessualismo.
“Pierre” è un brano che per molti aspetti ricorda la mia infanzia e il mio periodo scolastico. Sorprendente è l'aderenza fisica descritta nel testo, con il mio aspetto dell'epoca.

A&B: Al tempo in cui Valerio Negrini scrisse il testo, i termini gay, omosessualità, travestitismo, prostituzione maschile erano spesso confusi tra loro, ben diversamente da oggi. Di transgenderismo in Italia si è iniziato a parlare anni dopo. Ciò nonostante, pensi sia ancora attuale?
Stefania Visconti:
Credo che il testo sia ancora inevitabilmente attuale, soprattutto quando si parla di ragazzi che vengono presi di mira a scuola perché apparentemente “diversi”. Ancora oggi, purtroppo, assistiamo ad episodi di bullismo e cronaca nera che portano molti giovani a nascondere il loro modo di essere. Certo, molti passi avanti sono stati fatti, ma la cultura per il rispetto verso gli altri è ancora una “materia” che non si riesce ad insegnare. Sicuramente le persone oggi comprendono in maniera più chiara la differenza tra gay, omosessualità e transessualismo ma purtroppo non sempre è così. Ancora mi capita di dover chiarire a persone che me lo chiedono le varie differenze.

A&B: Beh, quantomeno è apprezzabile la voglia di informarsi, di partecipare in qualche modo….
Stefania Visconti:
Vero, ma è paradossale che, spesso, si debbano fornire spiegazioni durante casting e provini, a registi e sceneggiatori che, pur ricercando una figura trans gender, non sanno nemmeno di cosa stiano parlando.

A&B: Secondo te il video coglie in pieno l'idea del testo o lo supera per attualità?
Stefania Visconti:
Il video è stato realizzato seguendo il testo originale ma la sceneggiatura e la storia sono stati scritti interamente dal regista Cosimo Alemà. La storia raccontata nel video è sicuramente più attuale della canzone.

A&B: Perché secondo te i Pooh hanno impiegato così tanto tempo per pensare e realizzare il video?
Stefania Visconti:
Credo che la scelta di realizzare il video di “Pierre” sia legata al fatto di ricordare e ringraziare il fondatore storico del gruppo e autore della canzone Valerio Negrini. Penso che l'idea sia maturata la scorsa estate quando, durante un loro concerto, i Pooh hanno dedicato questa canzone alle vittime della strage terroristica al locale gay “Pulse” di Orlando, in Florida.

A&B: Come sei stata scelta per interpretare la parte di Pierre?
Stefania Visconti:
Mi ha contattato una delle mie agenzie per un provino per un video dei Pooh, senza specificare quale. Quando sono arrivata, pensavo di trovare una fila interminabile di candidate, invece mi sono accorta di essere l’unica. Ero stata chiamata su appuntamento: il regista aveva visto le foto e in pratica mi aveva già scelto. Avrei dovuto intuire qualcosa ma l’esperienza mi ha insegnato di non dare nulla per scontato. Il giorno dopo, quando ho ricevuto la conferma che avevano scelto me, mi sono commossa, perché dopo tanti anni di provini andati bene e male…
Purtroppo il cinema, la televisione ed il teatro in Italia non danno molto spazio alle persone transgender. I ruoli che spesso vengono proposti sono continuamente legati ai soliti cliché e raccontano sempre storie basate sul binomio transessuale-prostituta.
Per quanto riguarda “Pierre”, è una canzone che conoscevo e che mi rispecchiava per come ero all’epoca, quando andavo a scuola. Mi ci rivedo molto in “Pierre”: carnagione chiara, magro, molto timido, riflette in pieno quello che ero durante il periodo scolastico.


Stefania con Red e Chiara Canzian

A&B: Che tu sappia, quanto ha inciso l'idea del regista e quanto invece i Pooh hanno lasciato carta libera a lui, per la realizzazione del video?
Stefania Visconti:
Da ciò che mi è stato detto, i Pooh hanno lasciato carta bianca al regista per la realizzazione del video. Proprio lui ha scritto la sceneggiatura raccontando la storia con un linguaggio cinematografico.

A&B: La storia raccontata attraverso il video suggerisce diverse interpretazioni. Ad esempio: dopo il riconoscimento da parte dell'ex compagno di classe nei confronti di Pierre, c’è l'intenzione di andare oltre ad un semplice incontro o è un fraintendimento? Qual'era l'idea del regista?
Stefania Visconti:
Il video ha un finale aperto e lascia allo spettatore la possibilità di interpretare la storia come meglio crede. Volutamente non si capisce se tra i due protagonisti ci sia stato altro in sospeso, a parte la scuola. “Pierre” è infastidita inizialmente dell'improvvisa ricomparsa del suo vecchio “amico” e questo non chiarisce ciò che potrebbe esserci stato tra i due. Comunque, in ogni caso “Pierre” lo perdona, sebbene sembri di non voler condividere altro con lui.

A&B: Cosa ha rappresentato per te questo video?
Stefania Visconti:
Per me è stato un vero onore partecipare a questo progetto artistico eccitante e diverso dal solito. L’emozione più grande è stata quella di ricevere messaggi di ringraziamento da parte di tante ragazze transessuali, tra cui uno in cui mi si diceva: “finalmente hai dato un volto a tutte noi”. È stato bello leggere questi messaggi di affetto.

A&B: Quanto la tua partecipazione al video ha contribuito a farti conoscere al grande pubblico?
Stefania Visconti:
Com’era prevedibile il video mi ha dato molta visibilità e ha fatto sì che mi contattassero persone che non sentivo da una vita. Oltretutto, ho ripercorso la storia di “Pierre” nella vita reale (si dice che la canzone sia autobiografica e che uno dei componenti dei Pooh riconobbe un suo vecchio compagno di scuola fra alcune prostitute che stavano sulla strada di una città italiana. NdR). Ho incontrato nuovamente un compagno di classe mio carissimo amico. Siamo usciti una sera insieme a prenderci un caffè. Tra l’altro, è un fan dei Pooh. Nel video si intravedono alcune mie foto vere, di quando andavo a scuola e in una c’è anche lui.
Mi ha fatto estremamente piacere dare il volto, dopo 40 anni, ad un personaggio così importante per la storia dei Pooh e felice di sapere della loro commozione nel vedere il video la prima volta.
A prescindere dai gusti musicali che ognuno di noi può avere, è innegabile che i Pooh abbiano fatto la storia della musica italiana, in quanto gruppo più longevo del nostro Paese.




Stefania Visconti



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