Scritto da Francesco Rosati Martedì 06 Giugno 2006 13:11 Letto : 3290 volte
Hanno uno sponsor d'eccezione, ma rischiano di oscurarne la stella. Sono stati proprio i Franz Ferdinand, infatti, a "spingere" questi 4 ventenni provenienti dalla zona a sud di Londra. E, guarda caso, gli Interpol li hanno voluti come "spalla" durante il loro tour europeo.
I Bloc party (terribile il loro nome, non si poteva far di meglio?) rappresentano l'ultimo revival new-wave in ordine di tempo, barcamenandosi fra il post-punk e la melodia, fra momenti meditativi e strappi che sembrano implorare una performance live. Il risultato è un meccanismo perfetto, quanto di più scontato e dimenticato ci sia: rock da ballare. Delle sonorità e delle reminiscenze abbiamo accennato. Cosa rimane? Molto, o meglio... dipende dalle opinioni. Silent Alarm è infatti un album molto ben riuscito (assolutamente perfetto nella sua prima metà), attraente fin dal primo ascolto (catchy, direbbero gli anglofoni?), sicuramente un po' ruffiano in una produzione (Paul Epworth) che ricalca l'onda trascinante di questi ultimi 3/4 anni di grande revival. Il disco è spezzato fra momenti stilisticamente originali (per quanto sia possibile all'interno del genere) come quelli di Banquet, Helicopter (la mia preferita, attualmente) e She's hearing voices, per passare a episodi in cui sembra di ascoltare i primi vagiti degli U2 (Blue light, Plans) e traccie riconducibili agli ormai onnipresenti (come ispirazione) Joy Division e derivati (Like eating glass e Compliments, prima e ultima track dell'album). |
Kele Okereke: Voce, chitarra Anno: 2005 Sul web: |