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P.F.M.

La P.F.M. ha scritto alcune delle pagine più belle del progressive non solo italiano, ma mondiale. Album come “Storia Di Un Minuto”, “Per Un Amico”, il live “Live In Usa”, uscito esattamente 40 anni fa, la svolta jazz-rock di “Jet Lag”, rimarranno pietre miliari senza tempo. Dopo 42 anni dall’uscita del primo lavoro, sono ancora tra noi, ancora motivati, in forma e sono riusciti a dar vita ad uno dei migliori dischi usciti lo scorso anno e ad uno dei migliori della loro discografia, “PFM in Classic - Da Mozart a Celebration”. Abbiamo raggiunto telefonicamente Franz Di Cioccio ed abbiamo parlato del passato, del presente e del futuro della band. Dalle parole di Franz si capisce che la P.F.M. continua a percorrere la propria strada con vera passione, che la trasmettono nella loro musica ed in chi la apprezza. Per Artists & Bands è quindi un onore ospitare la Storia del Progressive e ciò che segue è il resoconto di questa piacevole chiacchierata.




Recensione "In Classic"

- A&B -
Ciao Franz, è un onore ospitarvi tra le pagine di Artists & Bands! Siete reduci da un tour in Brasile, come è andata?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
E’ stato molto bello, è andato tutto bene, ci eravamo già andati anni fa ed era stato un grande successo, ci siamo voluti ritornare, così facciamo un anno, un anno e mezzo a est e lo stesso a ovest. Sicuramente ci torneremo, poi ci sarà una crociera che si chiamerà “Cruise To The Edge”, organizzata dagli Yes ed è una crociera, dove ci sarà un teatro di 2900 posti ed in questa crociera, ci saranno tutti i gota della musica progressiva e noi rappresentiamo l’Italia.

- A&B -
Si, ho visto infatti che andrete anche in Honduras, Guatemala, Miami, Messico!
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Si, un lungo giro, molto piacevole e sarà una cosa molto familiare tra gruppi e pubblico, noi siamo li, non possiamo scappare, loro ascolteranno noi e noi loro. Poi in Messico useremo un’orchestra del posto, come faremo anche in Brasile quando ci torneremo tra aprile e maggio. Poi, finalmente avremo delle date negli Stati Uniti, tipo a Los Angeles, già avevamo fatto delle date ad El Paso, molto più vicina al Messico,  saremo anche a Chicago, dove abbiamo una forte richiesta.

- A&B -
Suonerete brani classici della P.F.M. o eseguirete brani da “In Classics”?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
No, per ora no, stiamo in questi giorni preparando un concerto cosiddetto da camera, che non  vuol dire con il pigiama, vogliamo che questo concerto sia ascoltato da più persone possibili, anche a chi la musica classica non l’ha mai frequentata, perché per noi la musica classica è sempre stata la nostra musa ispiratrice e come ti avevo accennato, all’estero suoneremo con le orchestre locali, come già fatto in Giappone dove abbiamo avuto un notevole successo e così in  Messico, perché c’è un ponte culturale molto forte, portare questo modo di leggere la musica classica in Paesi con altre culture. L’album è molto bello ed è stato recensito bene un po’ ovunque. Per ora faremo concerti P.F.M. al 100%, dopo aver fatto P.F.M. canta De Andrè, che rimane sempre tra i nostri preferiti, diciamo che variamo per tenere allenata la memoria, fa bene!

- A&B -
A Milano suonerete  con Antonella Ruggiero, come è nata questa collaborazione?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Purtroppo non riusciamo a farci i fatti nostri!! Diciamo che è uno scambio, noi suoneremo alcuni dei suoi brani, siamo un po’ legati ad Antonella, lei a suo tempo aveva rifatto “Ave Maria” in varie occasioni, tratta da “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè, anche noi l’abbiamo rifatta completa, dando molto spazio alla sonorità per fare arrivare al pubblico il testo sottoforma di musica, al di là della canzone pura scritta da Fabrizio, praticamente l’abbiamo reinterpretata, come l’avremo pensata noi. Il testo di Fabrizio ha una profondità unica, noi in un certo senso l’abbiamo resa più rock. Poi con la Ruggiero ci lega Roberto Colombo, che è il marito di Antonella e che ha suonato nei concerti che abbiamo fatto con Fabrizio quindi abbiamo molte cose in comune ed abbiamo detto, “Noi facciamo dei tuoi pezzi di successo, sceglili, ma tu ne devi cantare altrettanti nostri”, canterà “Dolcissima Maria”, “Impressioni di Settembre”, e così via. Questo è il nostro modo di partecipare alla musica, ci piace condividere e poi Antonella ha una voce straordinaria.


Foto di Guido Harari

- A&B -
Parliamo ora di “In Classic”, perché avete deciso di rielaborare vostri brani e rileggere alcuni classici con l’orchestra?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Abbiamo sempre amato la musica classica, l’abbiamo studiata privatamente ma nessuno di noi ha preso il famoso diploma, ma abbiamo sempre avuto questa passione dentro di noi, poi la musica classica è un linguaggio del rock progressivo. L’abbiamo quindi frequentata all’epoca e nei nostri brani si sente quest’influenza. Noi abbiamo due cose, una è l’amore proprio per la musica classica e l’altra è la passione per i jazzisti americani ed è una delle ragioni perché la musica della P.F.M. è così particolare e nello stesso tempo anche molto amata ed il  nostro punto di forza è fare jam, improvvisare, a differenza di altri gruppi, senza togliere niente a loro, ci mancherebbe, prendi gli Yes, bravissimi ed unici ed il loro punto di forza è fare jam, lunghe ma tutte uguali, mentre la P.F.M. sta in un palco e decide dove andare e cosa fare al momento, un esempio è “Alta Loma” che è nata proprio da una jam session.

- A&B -
A me sembra che avete voluto prendere i classici compositori e farli viaggiare nella vostra musica, infatti spesso li riconducete al sound P.F.M.!
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Si, abbiamo preso proprio spunto da questa nostra passione e ci siamo detti, se non lo facciamo ora quando lo facciamo? Non volevamo rifare qualcosa che qualcuno aveva già fatto, volevamo creare una nuova architettura musicale, volevamo oltrepassare il concetto di esecuzione che la band fa con l’orchestra, cosa che è già avvenuta, il nostro intento era quello di fare un incontro nuovo, dove ci fosse il linguaggio della musica classica fatta con strumenti acustici ed il suono della musica elettrica, abbiamo deciso quindi di fare degli esperimenti, prendere il tema di una sinfonia classica, senza essere stravolto, quindi l’orchestra suona il tema scritto dal compositore e noi abbiamo cercato di scrivere qualcosa che sia compatibile con quella sinfonia, quindi abbiamo scritto di Mozart quello che è compatibile con Mozart, di Verdi quello che è compatibile con Verdi, anche se lo abbiamo fatto diventare blues ed è proprio con Verdi che abbiamo iniziato questo esperimento rifacendo “Il Nabucco” in concerto ed abbiamo ricevuto una standing ovation e da lì abbiamo capito che si poteva fare, quindi la struttura originale è suonata dall’orchestra, su strutture arrangiative diverse. Delle volte loro accompagnano noi, delle volte noi accompagniamo loro e poi delle volte ci sono dei silenzi d’orchestra ed altre dei silenzi nostri e questo è un ponte tra culture, distinto tra loro ma non distante più di tanto. Questo penso abbia la forza di creare un abbraccio veramente forte tra le due culture musicali e c’è un gusto elettrico ma anche classico.

- A&B -
"Impressioni di settembre" sembra scritta apposta per un orchestra classica, avevi mai immaginato che sarebbe stata perfetta per questo disco?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Si, ci siamo accorti poi che molti nostri brani sono perfetti per essere suonati con un’orchestra e non solo “Impressioni di Settembre”, ma anche un brano con “Maestro  Della Voce”, che è molto diverso ma ben si è adattato. Poi ci abbiamo messo quattro anni a creare il progetto, ma non perché abbiamo trovato difficoltà, ma proprio perché abbiamo voluto scrivere delle partiture compatibili con i brani.

- A&B -
Alla presentazione di Roma, hai accennato ad un “PFM In Classic vol.2”, quindi ci sarà un seguito?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Guarda, ce lo chiedono tutti, ma non te lo so dire, non sappiamo mai cosa faremo in futuro, per ora ci piace divertirci e metterci in gioco, dopo tanti anni siamo ritornati in Brasile con un concerto completamente prog ed è stato un grandissimo successo, tornando alla tua domanda, forse si, ma ancora non lo sappiamo.

 

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Foto di Guido Harari

- A&B -

Perché il rock progressivo preferisci chiamarlo musica immaginifica?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Perché in realtà è così, progressivo era all’epoca, negli anni settanta, c’era il rock, poi l’hard rock, il country rock, c’era il jazz, la musica classica, poi le tastiere hanno dato tanto spazio alla fantasia, il tutto ha creato una musicalità diversa in cui gli arrangiamenti erano più fantasiosi, quindi si chiamava progressive proprio perché c’era una progressione nella musica e oggi se facciamo un confronto con la musica degli anni settanta, dovremo chiamarla regressive. Penso che oggi questa musica liberi l’immaginazione, ti permette di andare dove la fantasia ti porta, quindi immaginifica.

Ci sono molti giovani che si appassionano di rock progressivo. Perché secondo te?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Perché come ti dicevo prima libera la fantasia e la maggior parte dei giovani che seguono il progressive è un musicista, è un ragazzo che suona uno strumento, che sa immaginare, sente lo spazio, sente i pianeti, sente l’amore, quindi i giovani quando non vogliono essere assoggettati ad un consumismo o ai vari talent, si avvicina ad un genere musicale che possa dar loro voglia di esprimersi.

- A&B
Avete in programma un disco di inediti nel prossimo futuro?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Si, sicuramente si, lo facciamo, sarà una delle prossime sfide.

- A&B -
Più di 40 anni di carriera. Quando avete iniziato, pensavate di arrivare dove siete arrivati oggi?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
No, no ce lo immaginavamo, era il nostro sogno , avrei voluto fare il musicista per tutta la vita, volevamo  essere contemporanei, senza mai porsi dei limiti, abbiamo fatto tutto, abbiamo visto tutto, ci siamo fatti invogliare da qualsiasi cultura musicale. Tutto questo ci ha portato ad essere contemporanei, arrivare a conquistare l’America negli anni settanta è stato molto importante per noi. Pensa che in molti ci dicono che “Jet Lag” è il nostro album più bello!

- A&B -
Con quell’album avevate preso una strada più vicina al jazz rock!
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Si, perché eravamo in America, i nostri amici erano Jaco Pastorius, Frank Zappa, amici con cui condividevamo parte della giornata, con cui andavamo a cena insieme, quindi abbiamo assorbito quelle influenze, quando hai queste amicizie, alla fine nascono quel tipo di canzoni, Poi siamo tornati in Italia ed abbiamo inciso “Passpartout”, volevamo continuare il discorso di “Jet Lag”, ma aggiungendo anche delle sonorità un po’ semi acustiche. Poi il tempo è passato e siamo ancora qua.

- A&B -
Qual è per te il segreto che vi ha uniti fino ad oggi.
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Ma non te lo so dire con precisione, forse proprio il fatto di voler essere contemporanei, già nel futuro non sappiamo quale strada prenderemo.

- A&B -

Parlaci del tuo libro, "Libro Lambro. I festival giovanili, sogni e utopie di ieri per oggi", come è nata l'idea?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Era da tanto che volevo fare questa cosa, poi un giorno, noi abbiamo i nostri uffici che danno sulla strada, un giorno sono uscito ed ho incontrato Francesco Schianchi, era da tempo che non lo vedevo e gli ho fatto questa proposta del libro sui concerti del Parco Lambro, a cui abbiamo partecipato e sul libro non raccontiamo la storia di quel periodo, ma gli ho proposto di fare una chiacchierata con lui per capire dove abbiamo sbagliato e dove avete sbagliato voi, quindi dopo una lunga conversazione è nata l’idea di mettere tutto in un libro che racconta tutto quello che è successo, uno sguardo nel parco, a tutto quello che è accaduto, lui ha raccontato da presentatore ed io da musicista. Era un bel periodo noi durante quel periodo avevamo fatto una tournè ed abbiamo avuto un notevole successo, un mese dopo abbiamo registrato “Live In USA”, il nostro disco più famoso in America, con “Alta Loma” che è una jam session nata proprio al Parco Lambro. Tutte cose che secondo me valeva la pena raccontare e ci sono molte analogie con i giorni d’oggi e credo che è molto interessante capire quello che abbiamo vissuto in quel periodo. Oggi c’è Twitter, ieri c’erano le Radio Libere in cui i ragazzi potevano esprimersi, cambiano i mezzi, ma il significato è lo stesso, ieri con le Radio Libere i ragazzi potevano scambiarsi le opinioni sul Festival, così come si fa oggi con Twitter, ci si scambia opinioni su qualsiasi cosa  e credo che ci sono tanti ragazzi oggi che sono molto vicini a quelli di ieri, quindi ci siamo detti “ci sono molte cose che abbiamo visti e che vogliamo raccontarle ai giovani di oggi."

- A&B -
Prima di chiudere, quale è il momento, o il disco, o il periodo, o il brano a cui ti senti più attaccato o che ti ha dato più soddisfazione nella tua lunga carriera?
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Difficile domanda, abbiamo fatto sempre lavori diversi dagli altri  e dirti che amo ogni cosa che abbiamo fatto potrebbe essere una  banalità. Ogni disco ha una sua storia, come faccio a dirti che non sono legato a “Live In USA”, come faccio a non amare il primo lavoro, tanti ricordi, veramente!!

- A&B -
Grazie ancora Franz, ci vedremo sicuramente al concerto al Teatro Brancaccio di Roma a maggio!
- Franz Di Cioccio (P.F.M.) -
Mi fa piacere!! Il Concerto al Brancaccio di Roma sarà un concerto prog al 100%!!

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