Black Roses

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Usciti dall’underground italico grazie alla pubblicazione del buon Unleashed Dogs, Max Gazzoni, voce e leader dei bolognesi Black Roses ci racconta la storia della sua band in questi 20 anni di attività. Buona lettura.

Max Gazzoni:Voce e chitarra acustica
Andrea Lenzi: Chitarra
Roberto Venturi: Basso
Francesco Paonessa: Batteria, percussioni e tastiere

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- A&B -
Ciao Max, benvenuto a te ed a tutta la band sui nostri lidi. Ci sono voluti 19 anni prima che usciste fuori dal mondo delle autoproduzioni. In genere in questo lasso di tempo una band può produrre anche 5/6 dischi, sciogliersi e riunirsi. Riesci oggi a darti una spiegazione?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Ciao Fabio e, prima di tutto, grazie per lo spazio concessoci; dunque, la storia dei Black Roses è “datata” ma “recente”. Ho fondato la prima line-up nel 1989, quando ancora ero solo un chitarrista in erba. Nel 1991, dopo il classico demo-tape di ordinanza, il gruppo si è sciolto ed io ho dapprima deciso di cambiare “strumento” passando dalla 6 corde alle 2 corde (vocali), quindi ho intrapreso un cammino umano e artistico che mi ha portato ad avere innumerevoli esperienze in innumerevoli progetti; con uno di questi (i Chroma, noto gruppo dell’uderground bolognese) realizzai un demo nel 1996, ben accolto da critica e pubblico, ma visti gli scarsi riscontri in termini discografici decidemmo di proseguire l’attività solo come cover-band, attività che ci ha portato comunque a fare parecchie date e a toglierci parecchie soddisfazioni. Attraverso ulteriori esperienze (mi limito a citare la mia presenza nella prima line-up de Gli Atroci per motivi di spazio e per non annoiare chi legge) nel 2000 incontro Francesco (batteria) all’interno del gruppo Back Beat; allo scioglimento di questi (nel 2003) io e Francesco decidiamo di continuare il nostro percorso musicale: vengono quindi reclutati Andrea alla chitarra e Roberto al basso. Dopo un paio d’anni di assestamento in cui il gruppo si dedica esclusivamente all’allestimento di cover e a serate in locali dell’hinterland bolognese, decido di farmi coraggio e di proporre una serie di brani che avevo composto nel corso degli anni. Visto il positivo riscontro dei miei compagni di avventura, decidiamo di registrare un CD autoprodotto e di cambiare monicker in Black Rose per creare una sorta di collegamento con la mia prima creatura; fino ad arrivare allo scorso anno quando durante le registrazioni di Unleashed Dogs”ho deciso di rimettere il nome al plurale così com’era all’inizio di questa avventura, come a voler chiudere un cerchio o per dare un nuovo inizio… quindi possiamo dire che i Black Roses esistono come “idea” da circa 20 anni, ma che di fatto gli anni di attività sono meno della metà.

- A&B -
In Unleashed Dogs utilizzate anche molti strumenti non sempre tipici per un Hard Rock come il vostro. Perché questa scelta?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Reputo il mio background musicale abbastanza vario essendo cresciuto a massicce dosi di Hard Rock “settantiano” (ma non solo), in cui era facile incontrare contaminazioni acustiche o particolari (basti pensare a Led Zeppelin III) unito al fatto che fra i miei primi “amori” ci sono Beatles, Pink Floyd e Neil Young; ma diverse idee ci sono venute assieme ad Alessandro in fase di arrangiamento dei brani.

- A&B -
Il disco è stato mixato da Alessandro Del Vecchio, che in Italia ha collaborato con molti artisti Hard’n’Heavy. Come è nato questo sodalizio?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Nel 2007 abbiamo avuto l’opportunità di aprire il concerto di Glenn Hughes e Moonstone Project a Bologna. In quell’occasione ho conosciuto Alessandro e si è subito creata una buona affinità a livello umano. Quando abbiamo deciso di registrare Unleashed Dogs, ci è stato proposto di sottoporre il lavoro ad Alessandro per verificare se fosse interessato a curarne la produzione artistica. Non posso che parlare bene di Alessandro sotto tutti i punti di vista: un professionista come ne ho conosciuti pochi per preparazione e capacità, oltre che un’ottima persona.

- A&B -
Quali sono state le band che più vi hanno influenzato durante la lavorazione del vostro ultimo album? E quando avete iniziato cosa vi ha avvicinato al “Rock duro”?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Mah, sicuramente l’elenco potrebbe essere lungo … diciamo che al mio songwriting di chiara matrice settantiana ( mi vengono in mente i Led Zeppelin, i Deep Purple, i Thin Lizzy, i Whitesnake pre-1987, ma anche i Pink Floyd e i Beatles, cioè alcuni dei miei gruppi da “isola deserta”), si sono unite le varie influenze di ognuno di noi nell’affrontare i singoli brani, come ad esempio l’intenzione molto anni 80 presente nelle parti di chitarra di Andrea (quindi Iron Maiden e Judas Priest su tutti). E questa unione ha portato, secondo me, alla creazione di qualcosa di abbastanza classico ma al contempo particolare e tutto sommato originale. Per quanto riguarda gli inizi, non so dirti come tutto abbia avuto inizio, mi sembra di essere nato rockettaro; di sicuro ho sempre avuto una passione smodata per tutto quanto contenesse dosi massicce di chitarra elettrica, e poi sicuramente l’adrenalina e la passione che solo l’Hard Rock riesce a sprigionare e a trasmettermi; ma anche la ricerca di qualcosa che fosse impermeabile e resistente alle mode usa e getta dei vari periodi storici.



- A&B -
Nel 2006 come autoproduzione avete pubblicato The Return Of The Black Rose. Dato che siete sotto contratto con una label solida come la New LM Records pensato di ristamparlo?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Non credo, ma esclusivamente per il motivo che una parte dei brani di Unleashed Dogs è nata dall’evoluzione e da nuovi arrangiamenti dati a brani presenti su The Return... Di sicuro da settembre in poi inizieremo a definire la stesura e gli arrangiamenti sui nuovi brani a cui sto lavorando, nella speranza di dare prima o poi un seguito a Unleashed Dogs.

- A&B -
Tra i vostri colleghi, c’è una nuova band emergente che conoscete senza contratto che lo meriterebbe? Il vostro caso insegna che non bisogna mai demordere.
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Ne conosco diverse, ma se dovessi citare un solo nome mi sembrerebbe di fare un torto ad altre realtà altrettanto meritevoli; però la musica sta vivendo un periodo “strano”: perché è vero che l’industria discografica è in netta crisi, ma è altrettanto reale il proliferare di valide realtà che quotidianamente invadono il mercato; per cui se non si parte con l’idea di diventare delle Rockstar, ma si fa musica soprattutto con passione e per amore della stessa, credo che le possibilità si possano creare, l’importante è, appunto, non arrendersi mai.

- A&B -
Negli ultimi 2 anni vi sono stati diversi ritorni più o meno meritevoli di storiche band del panorama Heavy mondiale. Mi vien da pensare ai Tygers Of Pan Tang, Whitesnake, House Of Lords, Diamond Head (solo per citarne qualcuno). Tra questi c’è qualcosa che vi ha colpito in particolare?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
La reunion che mi ha colpito di più in positivo è stata senz’altro quella dei Tesla, se non altro perché sono presenti quattro quinti della formazione originale e poi perché li ho sempre reputati un grandissimo gruppo … per altri casi faccio fatica a reputarle reunion; non so come dire, ma ad esempio, faccio fatica a chiamare White Lion un gruppo che si chiama così ma dove non c’è Vito Bratta alla chitarra. Ma qui il discorso potrebbe essere complesso; in ogni caso per me ci deve essere il “marchio di fabbrica” che ha reso alcuni gruppi quello che sono stati precedentemente: ad esempio i Whitesnake “sono” David Coverdale da sempre, indipendentemente dai suoi compagni di viaggio … in altri casi faccio fatica a reputare certe reunion come la continuazione di qualcosa di passato; comunque l’importante è che il prodotto finale risulti positivo e onesto e che dietro alla reunion non si nascondano solo operazioni commerciali.



- A&B -
Avete delle date fissate per la prossima estate? Come possono vedervi live i vostri fan?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Al momento siamo in stand-by, perché siamo in attesa di vedere se tutta una serie di contatti avviati si trasforma in qualcosa di concreto … comunque per l’estate non credo che riusciremo a fare qualcosa, ma da settembre sicuramente qualcosa dovrebbe iniziare a muoversi. L’unico consiglio che riesco a dare a chi volesse vederci dal vivo, è di controllare periodicamente sui nostri siti che, seppur a fatica, cerco di tenere costantemente aggiornati.

- A&B -
C’è un qualcosa o un pezzo all’interno di Unleashed Dogs che non rifaresti? Se si, perché?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Lo dico sinceramente: in questo momento non c’è un solo brano che non rifarei; è chiaro che, come accade a molti, mi vengono in mente mille cose che vorrei aggiungere o che oggi magari farei in un altro modo, ma sono solo pochi dettagli. E credo che questa sensazione che il disco mi trasmette, sia merito dell’ottimo lavoro svolto (oltre che da noi, ovviamente) da Alessandro Del Vecchio da dietro il mixer.

- A&B -
Bene, abbiamo terminato Max. Ringraziando te e tutta la band per la disponibilità vuoi lasciare un saluto particolare ai lettori di artistsandbands.org?
- Max Gazzoni [Black Roses] -
Innanzi tutto sono io che ringrazio voi per l’ospitalità e per la possibilità che ci avete dato per raccontare qualcosa di noi. Rivolgo quindi un caro saluto a tutti i lettori di artistsandbands.org, con l’invito a venire a visitare le nostre pagine e ad ascoltare la nostra musica: le nostre caselle di posta, poi, sono sempre aperte per saluti, commenti, critiche o quant’altro (e se poi qualcuno compra pure il CD, ben venga). Rock ON!

 

 

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