Marco Pastorino
The Ritual

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Dopo un ripetuto ascolto del primo lavoro dei The Ritual, giovanissimi rappresentanti del thrash metal piemontese, già “Top demo” sul nostro sito, ci apprestiamo ad intervistare i componenti del gruppo, a nome dei quali risponde il nuovo chitarrista Marco Pastorino.

Marco “Bobo” Obice: Voce solista e chitarra ritmica
Marco “Mark” Pastorino: Chitarra solista e doppie voci
Giacomo “Jack” Bianco: Basso
Luca “Luke” De Vito: Batteria

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- A&B -
Caro Marco, dopo averti accolto con un caloroso benvenuto sulle nostre pagine e con i doverosi complimenti per la buona riuscita del disco, per iniziare ti chiedo una vostra breve biografia.
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Ciao, Giuliano; bè, innanzitutto grazie per le belle parole d’apertura.
Dunque, la band è attiva ormai da 5-6 anni; io sono dentro da pochissimo, ma conosco bene la storia di questi ragazzi perché abbiamo diviso più volte il palco, tra festival e live vari.
Il gruppo nasce come cover band heavy ma da subito, grazie soprattutto alla mente di Bobo (cantante-chitarrista), si iniziano a scrivere pezzi propri. Da qui il sound s’incattivisce proponendo anche Pantera, Metallica, Judas Priest, ecc. Purtroppo alcuni problemi interni hanno rallentato la band negli ultimi anni, ma ora con questo promo in mano stiamo cercando di dare una bella spinta a questo progetto.


- A&B -
Tutto l'album è pervaso dal concetto di “specchio”, copertina compresa: chi ha avuto l'idea di utilizzare quella strana immagine e cosa rappresenta esattamente quel volto abbastanza subumano?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
L’idea è stata di Bobo; il volto rappresenta proprio il degrado, ma soprattutto la voglia di uscire da esso: un concetto molto personale, direi.
La canzone “The Mirror“ parla comunque di rimpianti e ricordi che si rincorrono, riecheggiano soprattutto gli sbagli fatti in passato.


- A&B -
Ascoltando i brani, ho avuto l'impressione che quelli originariamente composti in italiano perdano qualcosa nella trasposizione in lingua inglese; magari è capitato per via del fatto che li ho ascoltati un maggior numero di volte nella versione originale durante i concerti e con il tempo mi abituerò anche alle nuove versioni, che – penso - alternerete a quelle originali. Vi trovate meglio a comporre in inglese o in italiano ?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Bè, a nostro parere l’inglese ha un sound più duro rispetto all’italiano, dove ogni tanto si scontrano parole “difficili“ da cantare con altre più “dolci“.
L’italiano naturalmente è più immediato per quanto riguarda il nostro paese, ma, vista l’intenzione nostra di uscire anche dalla penisola, abbiamo optato per delle english version, che manderemo a breve in giro per l’Europa.
Le nuove composizioni stanno uscendo in inglese, ma molto naturalmente. Non è detto che abbandoneremo l’italiano per nuove canzoni: dipenderà sempre da cosa sentiremo di fare.


- A&B -
Rispetto al suono dal vivo, che è inevitabilmente penalizzato dall'acustica non perfetta dei locali, le vostre coordinate musicali in studio mi sono sembrate di poco più leggere, pertanto accostabili alla definizione (forse riduttiva, ma utile per intenderci immediatamente) di “thrash melodico”: magari non amate le etichette, ma questa si adatterebbe al suono che ho ascoltato, visto che avete utilizzato anche le doppie voci, ma senza scalfire l'impatto selvaggio del thrash, che avete reso meno monocorde, avvicinandovi più agli ultimi Kreator che agli Slayer, per fare un paragone. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere in proposito.
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Ritengo che tutte queste etichette servano solo alle case discografiche per pubblicizzare il prodotto di turno, in grande stile. Noi facciamo semplicemente heavy metal. In un brano si possono sentire influenze metal core, piuttosto che thrash o addirittura più “catchy” ma rimane metal, diretto e senza fronzoli.
L’uso delle doppie voci rappresenta molto la voglia di non fermarci e di non porre limiti a quello che scriviamo, infatti nel promo ci sono parecchie voci pulite, accompagnate da altre più cattive, growl, ecc. In futuro vedrai che svilupperemo ancor di più molti di questi aspetti.



- A&B -
Passando al suono, la produzione è molto curata e l’acustica è chiara. Avete scelto gli Authoma Studios per conoscenza personale o tramite un passaparola con altri gruppi della zona? Vi siete trovati a vostro agio in sede di registrazione?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Federico è un amico da parecchio tempo ormai e, quando dovevamo registrare, è la prima persona che ci è venuta in mente. Colgo l’occasione ancora una volta per ringraziarlo per il tempo e per l’aiuto in alcuni arrangiamenti, che grazie al suo talento e alla sua esperienza sono venuti fuori come li avevamo in mente inizialmente.
Era la prima volta che la band si trovava in una situazione del genere, e sicuramente l’esperienza ci ha fatto molto bene; soprattutto ci ha fatto capire quali sono i nostri punti di forza e quali sono le nostre carte vincenti (oh, almeno speriamo di averlo capito... ah ah!).


- A&B -
Sei entrato da poco nel gruppo; premesso che sostituire un musicista preciso e tecnicamente preparato come il tuo predecessore è difficile per chiunque, mi pare che tu abbia superato la prova, puntando sul tuo stile personale e sul tuo carattere, nettamente diverso da quello del tuo collega. Sei stato scelto tramite audizione o conoscevi già i componenti della band per via di intricati contatti tra musicisti?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Ti ringrazio ancora per le cose espresse sul mio stile. Come ti dicevo, conosco questi ragazzi da anni, e quando cercavano un nuovo componente sono stato uno dei primi a cui hanno pensato. Per me è stata una nuova sfida, visto che in questa zona molti mi conoscono solamente come cantante. Raccogliere il testimone lasciato dal chitarrista precedente non era sicuramente facile, ma per ora nessuno si è lamentato. Ah ah!

- A&B -
Vi ho apprezzati fin dall'inizio perchè siete gente semplice e di compagnia, ma, nello stesso tempo, nei vostri occhi luccica un'orgogliosa appartenenza al movimento heavy metal, con un'ortodossia ed una convinzione che hanno dell'incredibile, se si tiene conto della vostra età e di un'epoca storica in cui il potere politico-economico-mafioso - con la complicità dei mass-media al suo totale servizio - impone come unico ideale il denaro e come unico “valore” il ripudio delle proprie radici. Siccome penso che chiunque rinneghi la propria storia e la propria tradizione non abbia alcun futuro davanti, vorrei sapere cosa pensi dell'evidente declino di questa decadente Italia, che personalmente vedo sempre più lontana dall'Europa, da tutti i punti di vista, compreso quello musicale.
- Marco Pastorino [The Ritual] -
La situazione italiana non è certo delle migliori, anche se ci tengo a dire che c’è sempre chi sta peggio di noi. Continuo a credere molto nel futuro, sia per quel che riguarda musica e non. I problemi sono molti ma piano piano penso che molte cose si possano abbattere.
Musicalmente parlando l’Italia è ad un ottimo livello, ma in pochi seguono la scena. Infatti, a parte i soliti noti, le altre band sono poco conosciute nella penisola, mentre magari sono famose nel resto d’Europa o addirittura del mondo.
Dalla nostra parte c’è il fatto che il Metal continua essere un’aspirazione per molti, che continuano a dare tutto quello che hanno per il nostro genere preferito; ci sono moltissime band che meritano di uscire dall’Undeground, e questo vuol dire che la passione continua a vivere.


- A&B -
Per il futuro avete in programma dei concerti nella vostra zona, un tour più esteso che tocchi anche regioni lontane, come quelle del sempre trascurato meridione d'Italia, oppure pensate di rientrare in studio?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Per ora ci stiamo limitando a fare qualche data in zona, per esperienza e per tenere vivo il nome della band, ora più che mai. Un Tour sarebbe un sogno ma non ne siamo ancora all’altezza, anche se le intenzioni ci sono tutte; per lo stesso motivo, date in regioni lontane per ora non ce ne saranno, anche perché prima di farle vogliamo avere più potenza come band e quindi dobbiamo fare un po’ di live per farci le ossa. L’idea è quella di rientrare in studio tra fine anno e inizio del nuovo, per portare su CD tutte le cose che stiamo scrivendo ora. Il materiale è potentissimo e non vediamo l’ora di concludere la scrittura di quello che sarà il primo album THE RITUAL.



- A&B -
Sono certo che mi perdonerai per la mia ossessione in proposito, ma spero di trovare la versione in italiano di “Una vita in silenzio” nel vostro prossimo lavoro, visto che è un pezzo che mi ha dato da subito fortissimi brividi e ci sono rimasto un po' male nel vederlo escluso dal primo demo, poiché secondo me è una canzone veramente esplosiva, di enorme potenziale. Posso contarci ?
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Siamo molto contenti del fatto che tu impazzisca per quella song. Ah ah!
Sicuramente la canzone sarà una di quelle prese in considerazione per l’album, anche se è ancora da vedere in che lingua verrà cantata. Era uno dei cinque pezzi in lizza per finire sul promo, ma poi abbiamo optato per tenerlo ancora un attimo nel cassetto, per tirarlo fuori quando fosse stato il momento.


- A&B -
Come vedi la scena internazionale, sia in ambito thrash che in generale, dal punto di vista delle idee musicali e dei suoni utilizzati? Mentre siamo in tema, ti chiedo anche come ti sembra la scena piemontese dal punto di vista dei locali, dei negozi di abbigliamento specializzati, degli studi di registrazione, dell'affiatamento tra le band e da altri fattori che reputi interessanti.
- Marco Pastorino [The Ritual] -
La scena è ancora piena di idee: chi dice il contrario probabilmente ha perso le poche che aveva. Ah ah!
Le grandi band del passato in questo anno sono tornate e infatti i sold-out sono parecchi in questi mesi.
Io sono uno di quelli stracontenti delle nuove tecnologie, infatti per chiunque è diventato semplicissimo registrare ad alto livello. Noi, ad esempio, quando scriviamo del materiale nuovo, semplicemente lo registriamo ognuno a casa sua, in totale tranquillità.
Per quel che invece riguarda la scena piemontese... bè, i locali sono pochi ma buoni, tra le band non c’è invidia, si cerca sempre di aiutarsi l’un con l’altro – com’è giusto che sia – e ritengo che ce ne siano almeno una mezza dozzina di ottima qualità, che siano thrash, che siano heavy, ecc.
Per gli studi di registrazione ce ne sono, ma personalmente in zona mi fido di Federico degli Authoma Studios più di ogni altro e infatti per ogni lavoro mi precipito da lui.


- A&B -
Mi piacerebbe che tu fornissi qualche suggerimento ai seguaci di Artists and Bands, relativamente ad alcuni nomi di gruppi italiani che, a tuo giudizio, siano particolarmente interessanti, di qualunque settore, sia amici dei The Ritual, anche non molto famosi, che formazioni più conosciute che per te hanno un certo valore.
- Marco Pastorino [The Ritual] -
Bè, una band su tutte per quanto riguarda l’Italia sono i Riul Doamnei, autori di un black sinfonico davvero di ottima qualità.
Rimanendo invece più sull’undeground, cito 3 band su tutte:
Deformachine, autori di un thrash metal molto diretto e potente; H-George, heavy – thrash molto anni 80, con un ottimo chitarrista; Nerve, band genovese che stupisce per la scrittura dei pezzi ma soprattutto per i propri grandi componenti.


- A&B -
Marco, per ora può bastare. Ti ringrazio molto per la disponibilità e ti saluto, sperando di rivederti prestissimo sul palco insieme agli altri componenti del gruppo, perchè la carriera di una formazione heavy metal si costruisce non solo in studio, ma anche suonando dal vivo.
Non posso lasciarti andare, però, senza prima chiederti un saluto per i frequentatori di Artists and Bands, che saranno senz'altro contenti di conoscere la prima data utile per assistere ad un concerto dei The Ritual.

- Marco Pastorino [The Ritual] -
Un saluto a tutti gli utenti di Artist and Bands, con la speranza di poterli vedere presto ad un nostro live.
Per info cliccate su www.myspace.com/theritualthrash
Grazie ancora a te, Giuliano, per la disponibilità.
A presto e SUPPORT ITALIAN METAL!!!


 

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