Ivan Mihaljevic

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E’ poco conosciuto, ma sicuramente farà parlare di sé. Ottimo chitarrista, ma artista completo. Il suo primo lavoro “Sandcastle”, ha già ricevuto ottimi consensi all’estero, ma ora è pronto a conquistare anche l’Italia. Si presenta ad Artists & Bands ed ai suoi lettori, con umiltà e tanta voglia di far apprezzare la sua musica. Questo è Ivan Mihaljevic.

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- A&B -
Ciao Ivan, come va? Presentati al pubblico italiano…
- Ivan Mihaljevic -
Ciao Fabio! Innanzitutto volevo ringraziare te per l'intervista e il pubblico Italiano per l'interesse..
Ho molti amici in Italia, e voglio dirti che mi rende veramente felice constatare che ci sono tanti ragazzi che seguono e amano la mia musica anche dalle vostre parti… Per quel che riguarda le presentazioni.. Beh, non c’è tantissimo da dire.. Ho 22 anni e suono la chitarra sin da quando ne avevo 14. Ho sempre studiato al fine di perfezionarmi ed imparare, costantemente, ogni giorno, qualcosa di più.. Quindi: non solo chitarra, ma anche canto, pianoforte, composizione, etc.. A tal fine ho frequentato (e completato) varie scuole (la Rock Academy e la Highschool for Jazz and Popular Music) e dedico, in media, almeno 6 ore al giorno al practicing. La musica è la mia vita.. Tant’è che sto portando avanti 2 progetti paralleli.. Quello con la mia band ‘storica’: gli Hard Time a cui sono particolarmente legato; ma sto seguendo anche un mio percorso ‘solista’ che mi sta dando, artisticamente, tante soddisfazioni specialmente dopo l’uscita del primo album ‘Sandcastle’, che ha rivoluzionato in un certo senso la mia vita, visti i numerosi consensi e contatti da tutto il mondo…


- A&B -
Cosa ti ha spinto ad imbracciare la chitarra la prima volta ?
- Ivan Mihaljevic -
L’amore per questo strumento, innanzitutto, e, probabilmente, anche un po’ lo spirito di emulazione.. Infatti da bambino trascorrevo ore ed ore ad ascoltare musica e a guardare con grande ammirazione i miei artisti preferiti. Nel frattempo sognavo e mi dicevo “anch’io un giorno, sarò in grado di suonare e di salire su di un palco”.. Ma sapevo anche che c’era bisogno di tanto studio e dedizione, così ho cominciato subito con le prime lezioni di chitarra a cui hanno fatto seguito gli impegni con le varie scuola di musica. Insomma: la prima volta in cui mi sono ritrovato ad imbracciare una chitarra.. è stato amore al primo accordo!! E, ad oggi, sono veramente felice che sia andata così.

- A&B -
Il tuo primo ed ottimo disco, è in parte strumentale. In futuro farai dischi strumentali o cantati ?
- Ivan Mihaljevic -
L’ideale sarebbe poter continuare la strada aperta su entrambe le direzioni. Se esiste una possibilità concreta di poter spaziare, perché porsi volontariamente dei limiti? Ci sono dei momenti, degli stati d’animo in cui viene naturale comporre dei brani strumentali, altre volte, invece, si sente l’esigenza di esprimere delle idee, dei pensieri anche servendosi delle parole. Le parole sono più dirette: arrivano a tutti! Il brano strumentale invece è più legato al feeling, al sentimento del momento. C’è poi chi preferisce ascoltare dei brani non cantati proprio per il gusto di porre maggiore attenzione agli altri strumenti che non siano la voce. Ma c’è pure chi fa fatica a ricordare un brano senza che questo sia accompagnato dalle parole. Per quel che mi riguarda, in questo senso, non ho regole e non me ne creo. Dipende, dagli stati d’animo e dalle.. chiamiamole così ‘esigenze comunicative’ legate a quel momento. Io ritengo che sia bello poter spaziare e sperimentare in campo musicale in misura ampia. Quindi faccio quel che più mi viene naturale, di volta in volta. Succede così che, spesso, mi ritrovo a comporre un pezzo solo strumentale perché magari ho in testa proprio quella melodia. Altre volte succede che certe parole, certi discorsi, mi affiorino da dentro con una forza tale da farmi sentire l’esigenza di esternarli.. Ed è così che nasce un brano cantato. Personalmente non mi pongo limiti di questo genere e spero che chi mi ascolta possa apprezzare ed amare sia gli uni che gli altri.



- A&B -
Hai anche un background classico, quali sono i tuoi compositori preferiti ?
- Ivan Mihaljevic -
Sì, hai ragione, Riconosco di avere un background classico perché, a scuola, è proprio da qua che partono gli insegnamenti. Però io non ho recepito nulla come un’imposizione, quanto, piuttosto, come una scelta. Dopo il primo impatto da studente, infatti, mi sono ritrovato di fronte a compositori quali Vivaldi, Mozart o Puccini in maniera del tutto naturale e spontanea.. Ho imparato ad amarli come facenti parte di una mia specifica identità musicale e non come un'influenza 'esterna'. Al punto che, quando mi sono ritrovato a comporre, sono partito proprio da un pezzo classico (la 'Primavera' tratta dalle Quattro Stagioni di Vivaldi) per ottenere un risultato più consono alle mie esigenze in fatto di musica; innegabilmente, delle esigenze in tutto e per tutto impregnate dall'amore per l'Heavy Metal!
Insomma: essere cresciuto da poco più che bambino con Vivaldi e Mozart e poi, da adolescente, aver continutato con Metallica, Iron Maiden, Deep Purple, Dream Theater.. ha prodotto i risultati musicali che potete ascoltare...


- A&B -
Per quanto riguarda i chitarristi, so che sei un fan di Richie Kotzen. Cosa è che ti colpisce in lui ?
- Ivan Mihaljevic -
La prima cosa che mi viene in mente è il fatto che sia un artista indubbiamente 'completo!'. Sin da piccolo sono stato un suo fan per come suonava la chitarra, ma definirlo solo un chitarrista sarebbe veramente riduttivo. Ha una voce potentissima, una timbrica 'nera' con un'estensione inaspettata e sorprendente. Ma quel che più sorprende nella sua completezza artistica è la capacità, l'abilità e la prolificità nel songwriting. Ha scritto delle canzoni che hanno rappresentato in un certo senso gran parte della colonna sonora della mia vita. Canzoni che ho avuto modo non solo di apprezzare da un punto di vista artistico, ma anche di amare come pezzi molto simili alla mia sensibilità di artista. Per questo, è probabile che ti sia capitato spesso di trovare in rete dei brani di Richie Kotzen reinterpretati alla mia maniera, che però, credo non si allontana molto dalla sua. Nel senso che quando ammiri e stimi un musicista, tendi sempre a voler assomigliare a questo.. Poi, ovviamente, il risultato è differente, però la base, l'imprinting, comunque ti rimangono. Ed io credo che di Richie Kotzen mi sia rimasto tanto, dentro.. Lo stimo molto e credo che sia uno degli artisti più sottovalutati nella storia del Rock. Nel senso che sembrerebbe quasi che 'la massa' del pubblico lo ignori, anche se poi, ho potuto constatare personalmente, che chi lo conosce davvero non può che amarlo e seguirlo... Io pure, aspettando che venga a suonare in Croazia (e so che in Febbraio ci sarà finalmente questa opportunità) non mi sono sottratto a viaggi oltre confine pur di poterlo ammirare dal vivo. Così, ad esempio, lo scorso marzo sono andato in Ungheria proprio per un suo concerto e dopo averlo ammirato in azione non ho potuto fare a meno di scrivergli per esternargli il mio rispetto e la mia ammirazione..

- A&B -
Quali altri chitarristi preferisci ?
- Ivan Mihaljevic -
Devo fare tutti i nomi? Sono tanti!!... Ascolto volentieri quasi tutto, però, ovviamente ci sono dei generi e dei chitarristi che prediligo. Fra questi mi vengono in mente subito John Petrucci, Steva Vai, Paul Gilbert, Joe Satriani, Yngwie Malmsteen e Steve Morse...! Insomma: tra questi nomi c'è proprio l'imbarazzo della scelta.. Sono tutti bravissimi e tutti sono stati dei grandi maestri per me, perché con la loro arte e la loro abilità non hanno fatto che accrescere il mio amore per la chitarra..

- A&B -
Sei giovanissimo, il tuo cd sta ricevendo ottimi consensi, speri di arrivare velocemente al successo, o preferisci fare un passo alla volta ?
- Ivan Mihaljevic -
A dover dire la verità... non riesco neanche a rendermi perfettamente conto di quello che sta accadendo.. Semplicemente, succede... Io, da quando avevo 14 anni non faccio altro che suonare.. suonare... Ho dedicato alla musica intere giornate della mia vita. E' un po' una sorta di missione per me... Sai, spesso mi ritrovo a pensare che non ho un lavoro (nel senso comunemente inteso per un ragazzo della mia età), non ho una macchina per potermi spostare in maniera semplice ed indipendente e.. non ho neanche un soldo in tasca! In pratica il mio motto, al momento, è "No job, no car, no money, but I'm in a band". Così quando mi capita di stare un po' giù, o pensare alla mia vita, rifletto sul fatto quanto sia importante per me, far parte di una band, e riuscire a fare quello che ho sempre sognato di fare, ovvero: suonare!! Comporre, nel silenzio della mia stanza, eppoi riuscire a dare concretezza e vita alle mie espressioni artistiche, insieme ai miei amici, insieme ad un pubblico che viene a vederti quando suoni e che sai che aspetta l'uscita del tuo CD.. beh, è una sensazione bellissima. Non suono perché punto al successo, ma lo faccio perché è quello che mi più mi piace fare e mi dà maggiori soddisfazioni nella vita. Se poi il successo arriva, è naturale che io sia estremamente felice, ma solo perché è una cosa che mi permette di continuare a fare quello per cui mi sono impegnato da anni ed anni a questa parte. Voglio dire: se c'è un riscontro positivo di pubblico, di consensi, di gente che ti supporta e che ama quasi quanto te quello che stai facendo, sai che questo è il segno che non hai sbagliato direzione. La vita ti pone spesso dinanzi a delle scelte, alle quali non è sempre facile far fronte. Perché sai che se sbagli, puoi perdere delle occasioni importanti. Del resto però, difficilmente saprai 'subito'se hai fatto la scelta giusta. Puoi andare avanti con delle sensazioni, grazie al tuo intuito, ad un'analisi dei tuoi sentimenti e delle attitudini più forti e vitali, ma difficilmente avrai una risposta immediata. Io credo che un uomo possa sapere se, in certi periodi della sua vita, ha scelto bene o.. meno bene, solo dopo anni e quando si parla di “una vita dedicata alla musica” viene spontaneo chiedersi: sarà stata la scelta giusta? Personalmente, credo sia ancora presto per poterlo dire e di conseguenze, è ancora prematuro parlare di 'successo', se poi questo arriverà... Caspita! Sarei l'uomo più felice della terra!! Ma, come ho già detto, non perché sia questo l'obiettivo primario della mia vita; ma solo perché sarebbe "il mezzo" in grado di permettermi di dedicarmi al 100% alla musica e a quanto più amo fare.



- A&B -
So che stai lavorando con Billy Sheehan, ne vuoi parlare ?
- Ivan Mihaljevic -
Volentieri! E' stata un'esperienza esaltante. Sai, già il fatto di volare in America per in incidere un disco come 'Special Featured Artist' e poi trovarti a collaborare con gente del calibro di Billy…! Figurati che per me è sempre stato (e tutt'ora lo è) una sorta di mito vivente! Prova ad immaginare come mi sono sentito alla sola idea di ritrovarmi a collaborare con lui! La cosa ancora più bella, poi, è che Billy Sheehan non è stato il solo ad aggiungersi al gruppo. Doveroso, da parte mia, citare anche gli altri grandissimi nomi che hanno partecipato a questo progetto (“Is This Thing On” la cui uscita è prevista per il 1° gennaio 2009): Brett Garsed, Danny Gill, Owen Edwards, Phil Hilborne, Jamie Humphries… Insomma: nomi veramente da far girare la testa dall’emozione! Ed io potrei stare qui a parlarti di loro per ore.. ma, magari, per non annoiarvi, posso consigliarvi di fare una visita al sito di John Denner (che si è fatto carico dell’organizzazione a fini benefici): http://www.johndennerrocks.com/newmusic2.html qui troverete tante notizie dettagliate ed interessanti. Un’ultima cosa, però la vorrei aggiungere, in merito a questa indimenticabile esperienza e cioè che non scorderò mai il momento in cui mi sono ritrovato, a Novembre, all’Iridium Jazz Club in Time Square, a New York, a suonare sul palco con Les Paul!!! Ma ti rendi conto? L’inventore della chitarra elettrica!! Credimi: è stato bellissimo…
E colgo l’occasione per salutare anche dalle tue pagine lo stesso Les Paul, ma, ovviamente, anche Billy, Brett, John, Phil, Jamie e tutti i ragazzi che hanno condiviso con me la gioia di poter lavorare attorno a questo impegnativo progetto che spero susciti l’interesse anche del pubblico italiano.


- A&B -
Hai anche suonato come guest con Paul Gilbert. Qualche aneddoto da raccontare ?
- Ivan Mihaljevic -
Paul è un vero professionista! Un maestro da ascoltare sempre e comunque; perché sai che, in ogni caso, con lui c'è qualcosa da imparare. E' anche cordiale e simpatico quando ci fai amicizia. Quella dello scorso 15 Ottobre non era la prima volta che mi ritrovavo a suonare con lui. Avevo già avuto la fortuna di aprire un concerto per Paul insieme agli Hard Time e quindi, è stata veramente una bella sensazione ritrovarsi. Però c’è da dire pure che lui è un tipo piuttosto serio, molto professionale e per quanto sia cordiale e amichevole, si finisce sempre a parlare di musica o di argomenti inerenti la professione. Di conseguenza in quanto ad aneddoti o situazioni 'particolari' mi dispiace, al momento non mi viene in mente proprio niente. Ma non dispero sul fatto che possa ripresentarsi l'occasione di un incontro e, allora, presterò maggiore attenzione e guarderò a Paul Gilbert con un occhio meno 'professionale' e più amichevole..

- A&B -
Progetti futuri ?
- Ivan Mihaljevic -
Tanti!! Non smetterei mai di farne! Perché vero è che quel che più conta nella vita è l'oggi e non il domani. Ma forse è proprio perché l'oggi sembra rivelarsi così ricco di tante soddisfazioni che vorrei non finisse mai!!! Conosci un metodo per proiettare l’oggi nel futuro? Scherzi a parte, non so come sarà il futuro ma, al momento, sono piuttosto eccitato all’idea di quanto potrà accadere perché i progetti a cui sto lavorando sono veramente tanti. Ti ho già detto che a gennaio uscirà il progetto di John Denner che mi vedrà co-protagonista insieme a Billy Sheehan, Brett Garsed e molti altri, ma non ti ho ancora detto che sta per uscire pure il “Live in Jabuka” registrato interamente dal vivo insieme agli Hard Time. Ho lavorato inoltre, pure con un altro mio grande amico, Dean Clea, molto noto in Croazia e attivo sia come cantante che come polistrumentista e produttore da molti e molti anni a livello internazionale. Insieme a lui ho realizzato un lavoro strumentale che dovrebbe uscire veramente a breve. Insomma, da un punto di vista professionale, il futuro sembra essere veramente interessante.

- A&B -
Ti lascio un piccolo spazio per i lettori di Artists & Bands e spero di vederti qui a Roma.
- Ivan Mihaljevic -
Roma? Magari!!!! Sarebbe un sogno per me. Ho già suonato in Italia: Piacenza, Gorizia, ma non c'è mai stata l'occasione di venire a Roma! Speriamo che questa sia la volta buona per venirci e.. ovunque in Italia! La sola idea mi rende entusiasta, per questo una cosa che fortemente desidero dire ai lettori di Artists & Bands è: sappiate che non vedo l'ora di incontrarvi, numerosi, ai miei concerti! Per ora si tratta solo di un sogno, ma chissà.... A volte i sogni sanno trasformarsi in realtà. La mia volontà ed il mio impegno c'è già, speriamo che la fortuna ci metta del suo. Eppoi, soprattutto, volevo ringraziare tutti coloro che dall'Italia mi hanno scritto (e sono tantissimi!), tutti coloro che hanno acquistato "Sandcastle" tramite CD Baby (è grazie a loro se la prima edizione è andata esaurita a soli 2 mesi dall'uscita) e, ovviamente, tutti coloro che avranno avuto la pazienza e l'interesse di raccogliere il mio entusiasmo, prestando ascolto non solo alla mia musica ma anche alle mie parole e a te, Fabio, ed a Artists & Bands, che queste parole le ha raccolte.
Grazie mille! Hvala puno!


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