Tony Carnevale
Oltre le note

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Con Tony Carnevale ci eravamo lasciati circa 5 anni fa, quando ci aveva rilasciato l'intervista intitolata "Tra musica, danza e cinema".
Oggi lo ritroviamo con nuovi progetti, non soltanto discografici, che abbiamo doverosamente attenzionato e dei quali vi rendiamo conto.

A&B - Hai appena pubblicato un nuovo libro, presentato sia al Salone Internazionale del libro di Torino nel maggio 2022, sia a Roma, alla rassegna “Più libri più liberi”, presso il noto edificio "La Nuvola". Ce ne vuoi parlare?

Tony - È un libro denso di argomenti ed approfondimenti. La prima cosa da dire è che questo libro – edito da Celid, intitolato "Oltre le note. Un approccio non razionale alla musica. Il metodo Anora, una poetica ed una ricerca per la Formazione musicale psicodinamica" (Amazon.it)", prosegue e sviluppa una ricerca che ho iniziato parecchi anni fa, scrivendo alcuni articoli per una rivista di arte e ricerca scientifica. Le domande che mi ponevo all’inizio hanno poi trovato delle risposte che oggi sono certezze, in particolare grazie all’esperienza dei Laboratori di Musica Originale che ho iniziato a condurre dal 2000 al Conservatorio di Frosinone, il primo laboratorio in un Conservatorio italiano sulla musica originale applicata. Fondamentale poi, per capire la complessità del rapporto di formazione e di come può funzionare l’apprendimento in ambito artistico, è stato proprio la relazione intessuta con i partecipanti, che mi hanno spinto ad ampliare la ricerca per risolvere le difficoltà che si trovavano a dover affrontare. I nostri Laboratori hanno avuto anche il prestigioso patrocinio della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e dell’IMAIE (Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori).

A&B - Quali le differenze tra questo e gli altri testi, sempre a tua firma?

Tony - Questo nuovo libro è il più avanzato, tra quelli che ho scritto su questi argomenti (da notare, per dovere di informazione, che uno di questi (“Il suono ritrovato”. NdA), è stato pubblicato in quattro edizioni). È fondamentale sottolineare che il nuovo libro propone anche un nuovo campo di ricerca, grazie a questa inedita associazione – unica a livello internazionale - della parola “psicodinamica” (parola che, non a caso, è espressa anche nel sottotitolo) alla formazione musicale.

A&B - Al riguardo, già che ci siamo, nel sottotitolo viene citato il metodo ANORA...

Tony - E' l’acronimo di “approccio non razionale”. Già questo ci pone di fronte ad una grossa novità: costruire un metodo basato sul “non razionale”. Questo metodo di formazione nasce dalla fusione di tante esperienze personali, da quelle di appassionato autodidatta a quelle di studente di Conservatorio e di artista professionista. Ma un’altra esperienza fondamentale è stata, senza dubbio, quella dell’Analisi Collettiva, dove ho potuto conoscere la Teoria della Nascita del Prof. Massimo Fagioli e le ricerche ad essa legate. Queste ricerche costituiscono importanti supporti per l’elaborazione di questo approccio non razionale alla musica, in particolare per aver dimostrato la derivazione biologica del pensiero umano dal momento della nascita. Non c’è quindi nulla di innato: crollano così tutte quelle idee legate a “doni” divini o genetici, a strane “predisposizioni” che dovrebbero servire per creare e fare musica.


A&B -
Cioè a dire che tutti, nessuno escluso, possono fare musica?


Tony - Si. Ovviamente con questo assetto è possibile pensare di poter sviluppare capacità creative e performative in tutti gli esseri umani ed elaborare quindi una metodologia adeguata. L’esperienza determinante per verificare tutto questo è stata, infatti, quella della relazione, quindi dei Laboratori, dove ho potuto sperimentare concretamente questa nuova idea di formazione, che ha a monte una “visione”, una poetica artistica basata su una visione antropologica della musica; solo dopo dieci anni di Laboratori ho scritto il mio primo libro (Il pensiero e il suono), ben lontano quindi dall’essere una speculazione teorica. Nel 2016 abbiamo anche costituito l’Associazione Culturale Anora con lo scopo di diffondere quest’idea di musica come linguaggio espressivo-rappresentativo dell’essere umano, che ha la sua origine in una esigenza espressiva, con l’intento di mettere in risalto gli aspetti creativi e psicoacustici. Fino ad arrivare poi alla ricerca sugli aspetti psicodinamici dei processi creativi in  musica e del particolare apprendimento per rapporto che si instaura nei Laboratori, lontanissimo dalla didattica tradizionale.

A&B - Puoi descrivere in maniera più concreta e meno aulica questi concetti?

Tony - Per andare “oltre le note” si deve abbandonare quell’assetto che privilegia ancora gli aspetti teorici e performativi, e quelle strane credenze che, come penso sia ormai chiaro, portano a pensare alla necessità di un dono, sia esso divino o genetico. Bisogna pensare alla musica come ad una esperienza psichica esclusiva dell’essere umano, bisogna capire cos’è questa reazione umana al suono. Ognuno di noi certamente ha sperimentato su se stesso la possibilità di sognare la musica; quando questo avviene, non c’è alcuna percezione fisica del suono, ma è la capacità del nostro pensiero non cosciente di creare una “immagine” mentale a prescindere dalla percezione fisica. Se ne deve quindi dedurre che, a livello mentale, la musica è un’immagine, non certo visiva, un'immagine in senso lato, senza contorni, che produrrà una reazione emotiva, uno “stato psichico” che spesso definiamo sensazione o emozione. E tutto questo si lega al nostro pensiero per immagini che caratterizza più o meno tutto il primo anno di vita.

A&B - Ma scusa, visto tutto in questo modo, come si fa a limitarsi agli aspetti teorici e tecnici?

Tony - È ovvio che c’è dell’altro…oltre le note. Bisogna quindi abbandonare l’idea che la formazione musicale sia una trasmissione unilaterale di tecnica e nozioni, per orientarsi sulla ricerca e lo sviluppo dell’identità artistica originale di ognuno, con evidenti ricadute positive personali e sociali.
Anche il giudizio estetico sulla musica, tanto caro ad una certa “cultura”, è discutibile in quanto entrano in gioco le soggettività; noi lavoriamo invece sullo sviluppo di un pensiero e di una sensibilità capaci di svelare l’inganno che l’industria dell’intrattenimento, in complicità con la didattica tradizionale, ci propone come “musica”: se non c’è un’esigenza o un’intenzione espressiva più o meno cosciente, se non c’è una comunicazione da fantasia umana a fantasia umana, non c’è musica, o quanto meno c’è musica falsa. Purtroppo prevale troppo spesso la capacità manuale: suoni che non sempre “suonano”.

A&B - Cosa intendi, precisamente, con "suoni che non sempre suonano"?

Tony - Suonare uno strumento non vuol dire automaticamente suonare musica. Il processo creativo è condivisibile perché siamo esseri umani: parte da chi esprime qualcosa del proprio mondo interiore, che entra in contatto, attraverso la creatività di chi interpreta, con la creatività di chi ascolta. La musica non mette quindi nulla dentro le persone: sono queste ultime che reagiscono ai suoni con la propria fantasia creando quelle immagini interne, non visive, che a volte, non potendole descrivere in altro modo, definiamo sensazioni, emozioni. Quando la musica non vuole stupire, quando è espressione sincera, la musica è vera. Non tutto quello che suona, quindi, è musica.

A&B - Ok, chiarissimo. Tratteggia in poche righe, l'essenza del tuo libro...

Tony -
"Oltre le note" è un libro che apre nuovi orizzonti sia ai musicisti che ai semplici appassionati, ma di certo è anche uno strumento prezioso per insegnanti e formatori. Ci tengo a sottolineare che, nonostante la complessità degli argomenti trattati, sono stato molto attento a scrivere in modo comprensibile a tutti. Comunque, per chi volesse approfondire e capire di più sulla ricerca che c’è dietro, suggerisco di visitare il sito www.anora.it, perché è veramente difficile spiegare in modo esaustivo i contenuti di questo libro.

A&B - Hai da poco firmato con Soundtrack Records, che ha proposto “III Movimento – a Dance Opera for Symphonic-Rock Orchestra”, pubblicato quasi 25 anni fa soltanto in un cofanetto antologico. Direi di fare un breve riepilogo sulla genesi di questa fatica discografica...

Tony - Ho voluto ricreare, riportare nel presente la memoria di quei momenti creativi e di rapporto.
La prima edizione - pubblicata nel 1999 - era nata dall’esigenza di completare un percorso che avevo iniziato con “Risonanze” (il mio primo album solista) e proseguito poi con “La vita che grida”. A quei primi lavori si erano poi aggiunte altre esperienze, in particolare il rapporto con i musicisti che avevano partecipato al TC Open Project, con i quali abbiamo fatto diversi concerti.
Poi c’era stato l’incontro con la coreografa Elisabetta Melchiorri, che mi aveva stimolato una ricerca sul rapporto tra il movimento invisibile dei suoni e quello visibile dei corpi, ambedue mossi dall’invisibile movimento del pensiero creativo umano. Questo mi aveva portato a lavorare su un progetto nel quale la musica e la danza si potessero fondere in una nuova immagine espressiva, senza essere l’una supporto dell’altra, ma ambedue orientate, invece, ad esprimere insieme il frutto di tale incontro e fusione: III Movimento, appunto, che aveva come sottotitolo “a Dance Opera for Symphonic Rock Orchestra”.

A&B - ...che oggi, invece, esce in forma autonoma. Quali le differenze sostanziali con la precedente edizione?

Tony - La vecchia edizione era uscita in un cofanetto triplo che conteneva i primi due CD, poiché molte delle musiche utilizzate per l’Opera coreografica erano già state pubblicate in quei lavori; “Il Cammino” e “Incompiuta I° Parte”, invece, non erano mai state completate come produzioni: si trattava quindi di “provini”, pubblicati proprio perché il lavoro coreografico era stato sviluppato su di essi, al punto tale da non poterli più pensare in una forma diversa da quella.

A&B - Parlando di generi musicali, come collocheresti quest'opera?

Tony - Dal punto di vista della critica musicale, il lavoro si era posizionato nell’alveo del Sinfonismo Moderno e del Rock Sinfonico, anche se, valutandolo con la consapevolezza di oggi, forse già allora rappresentava una sorta di crossover tra il senso progressivo di certa musica e le sonorità dell’orchestra sinfonica, tanto da poterlo definire Cross Prog.

A&B - Questa non l'ho mai sentita. Un nuovo genere musicale?

Tony - Il senso di questo discorso è ancora più evidente nell’elaborazione dei “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij, già proposta da Ravel in versione orchestrale e dagli ELP in versione Prog. La mia versione è diversa, in quanto utilizza l’originale materiale pianistico per costruire flussi diversi e sonorità ritmico-sinfoniche, ricomponendo in una nuova forma e struttura quanto era stato creato dal musicista russo. L’intento poetico era di rendere chiaro che la musica è musica, cioè linguaggio espressivo rappresentativo dell’essere umano, linguaggio non razionale, che va al di là di ogni genere ed epoca: ciò che cambia sono solo le forme rappresentative, i codici linguistici.
L’Opera coreografica è stata poi rappresentata a livello internazionale (anche al Teatro dell’Opera de Il Cairo e al Teatro  Olimpico di Roma), e su di essa è stata persino realizzata una ricerca universitaria, che ha indagato quel particolare rapporto tra musicista e coreografa nel quale il maschile ed il femminile creano stimoli particolari e si fondono in una sinergia espressiva altrimenti non ipotizzabile. Una diversità che produce unicità a livello artistico.

A&B - Torniamo alla nuova edizione...

Tony - Volevo ricreare quindi quei momenti, dando autonomia a questo CD con l’aggiunta della seconda parte di “Incompiuta”, che completa il senso di questo lavoro. I suoni di allora hanno visto la possibilità di “rinascere” a nuova vita grazie alla rimasterizzazione analogica: ecco, forse in questo c’è la metafora del tornare a fare il musicista dopo una lunga parentesi nella quale mi sono più occupato, come abbiamo appena raccontato, di formare altri artisti e formatori. Tutto questo nuovo progetto è stato possibile anche grazie ad un nuovo rapporto, quello iniziato con Massimo Pontoriero della Soundtrack Records, rapporto che mi ha dato nuovi stimoli a creare e realizzare utilizzando quel linguaggio che mi ha sempre affascinato più di ogni altro: i suoni invisibili del profondo dell’essere umano, quei suoni che, quando trovano concretezza e corpo nei suoni materiali, possiamo definire musica. Tra l’altro, è bello notare che "III Movimento" è proprio l’album con il quale inizia l’avventura discografica della Soundtrack Records.

A&B - Lo hai presentato da Pink Moon, storico negozio di dischi della Capitale. Come è andato l'incontro?

Tony - Molto bene! Mi ha colpito ed emozionato la presenza di molte persone che hanno frequentato i miei Laboratori di Formazione Musicale: è la dimostrazione di un legame forte, un legame costruito su questo linguaggio che ci accomuna. Nello corso dell'incontro, abbiamo anche parlato di Oltre le note: mettere insieme il libro e la musica, per me rappresenta qualcosa di importante, perché sento una profonda coerenza tra ciò che porto avanti come ricerca ed espressione artistica con ciò che porto avanti come ricerca e prassi nella formazione musicale. Una mia cara amica definisce il libro e il disco “i due occhi dello stesso volto”.

A&B - Hai sempre manifestato un legame particolare con questo negozio. Come mai? quale è il valore aggiunto dello stesso che ti spinge rivolgerti a lui?

Tony - Spesso racconto, a chi ha scelto me come formatore artistico, di quali erano i “libri” sui quali studiavo la musica da ragazzo… erano proprio i dischi dei grandi musicisti. Ho imparato quasi tutto quello che so fare ascoltando la musica degli altri, molto di più di quello che ho potuto apprendere al Conservatorio, nonostante i tanti corsi che frequentavo. I negozi di dischi erano quindi per me come delle immense biblioteche di “sapere immateriale”; quando usciva un nuovo disco, ci si metteva in fila per comprarlo, e poi si correva a casa di qualcuno ad ascoltarlo insieme. Quindi, i negozi di dischi, specialmente quelli amati dagli ascoltatori più lontani dal mainstream, erano in un certo senso le mie “scuole”. Pink Moon è uno dei pochi negozi sopravvissuti alla crisi del settore discografico, e merita considerazione proprio per come Alessandro Girlando – il proprietario - sia riuscito a mantenere aperto quello che ancora oggi è un punto di riferimento storico per gli appassionati ascoltatori a Roma.

A&B - Perchè pubblicare questo album (nuovamente) in cd, stesso formato in cui quasi 25 anni fa lo avevi già pubblicato, pur in un cofanetto? Non pensi che ormai, il formato cd sia obsoleto, superato dal formato liquido e dal vinile, del tutto riscoperto anche dalle nuove generazioni?

Tony - Intanto bisogna dire che non è lo stesso CD, perché il packaging è stato completamente rinnovato; si tratta di una bella versione Mini LP. Cioè, è come un piccolo vinile, tutto realizzato in cartotecnica, proprio per evitare il possibile “effetto freddo” della plastica. Poi non bisogna dimenticare la rimasterizzazione analogica: il suono è decisamente diverso, più pieno e potente di quello del CD precedentemente pubblicato. Infine, come abbiamo appena detto, c’è anche un brano in più.

A&B - Cosa pensi della musica digitale, non fisica? 

Tony - Il formato liquido non lo trovo interessante per un appassionato di musica come me (e come penso siano molti altri), che ancora ama avere in mano un oggetto non solo da ascoltare, ma da “vedere”, da "leggere", da “toccare”.

A&B - E il vinile?

Tony - E' un'icona, per ogni ascoltatore, ma ha grossi problemi di realizzazione, troppo tecnici e lunghi da spiegare: non vorrei annoiare i nostri lettori… In sintesi, penso che bisogna smetterla con il voler sempre cercare qualcosa che sia meglio di un’altra: il CD è un piccolo oggetto, spesso in plastica, che viene “inghiottito” da un lettore, ma si sente indubbiamente benissimo (se mai vi potesse interessare, vi spiegherò un giorno la differenza reale tra un CD ed un vinile a livello tecnico audio). Il vinile è in cartone, è “grande” e, soprattutto, è bello vederlo girare sul piatto…Ascoltarlo èun processo che possiamo definire un vero “rituale”. Spesso, quando mi chiedono di parlare di questa differenza, utilizzo una metafora: paragonare il CD al vinile è come paragonare un termosifone al caminetto. Il primo è “pulito”, silenzioso e molto efficiente, non ha “movimento” visibile, lo fai partire e ti godi tutto un album di seguito. Il secondo è “fumoso”, “scoppiettante”. Da un punto di vista sonoro, è più limitato ma straordinariamente romantico: gira e ti costringe ad alzarti ogni venti minuti al massimo per cambiare lato. Tutti e due tengono “caldo”, in modo diverso. Sono scelte: io amo ambedue queste esperienze di ascolto, al punto tale che – piccolo scoop per Artists & Bands – il mio nuovo lavoro, di prossima pubblicazione, uscirà in vinile ma con un CD in omaggio all’interno, proprio per soddisfare ogni esigenza ed esperienza di ascolto.

A&B - Uscirà sempre per la Soundtrack Records?

Tony - Ovviamente. Al momento non posso svelare molto…sarà una sorpresa. Posso però dirti che è un lavoro di “memoria” e contiene un omaggio a Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese. Un’altra cosa che posso rivelarti è che, ad esclusione di questo omaggio, il resto del disco l’ho fatto “da solo”, ricreando un po’ quel momento della mia vita nel quale ho dato inizio alla mia produzione discografica personale con l’album “Risonanze”, anch’esso realizzato tutto in solitaria.

A&B - Un bel contrasto con il titolo precedente: da un lato un'opera rock, dall'altro un one man project...

Tony - Si, certo, soprattutto se consideri che l’opera rock a cui fai cenno, “Dreaming a Human Symphony”, ha coinvolto ben ottanta persone tra musicisti e cantanti… magari ne riparleremo in una prossima occasione.
Intanto consiglio di seguire il nuovo sito – non ancora completo, ma già funzionante – www.tonycarnevale.it per tenersi aggiornati.

A&B - Giacché abbiamo parlato del formato vinile, c'è la possibilità di vedere pubblicati i tuoi titoli precedenti in 33 giri (segnatamente "La Vita Che Grida", quello che io preferisco e il "Live", che pure mi affascina molto)?

Tony - Come appena detto, dovremmo parlare a lungo dei problemi che il vinile presenta (tempistiche lunghissime, macchinari e materiali non sempre di qualità, etc.).
Mi limito a dire che al momento non è prevista per "III Movimento" alcuna versione in vinile, mentre si sta già ipotizzando di pubblicare in doppio vinile proprio il live che tu hai citato.
Per gli altri, vedremo…

A&B - Sei ancora in contatto con i musicisti che hanno suonato nei tuoi primi album? (Rudy Costa e Pippo Matino, ad esempio, ma anche gli altri).

Tony - Purtroppo nel tempo a volte ci si perde, anche perché queste collaborazioni di cui stiamo parlando risalgono ormai a parecchi anni fa.
Devo anche notare che, nel tempo, mi sento sempre più orientato verso l’orchestra sinfonica e, in generale, i grandi “insiemi”.
Non escludo però assolutamente di poter utilizzare ancora una “band” insieme all’orchestra.
Nel lavoro di prossima uscita – il vinile - ho anche utilizzato, a volte, suoni puramente elettronici insieme all’orchestra…

A&B - Sei stato ad un passo dall'entrare nell'organico del Banco del Mutuo Soccorso (ne abbiamo parlato QUI). Cosa pensi della nuova formazione?

Tony - Non è il Banco che ho amato io. Per me il Banco era quello con Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese. Senza di loro, il Banco è Vittorio Nocenzi, non un gruppo.
Ma è una mia modesta opinione personale, forse per la prospettiva storica o forse anche influenzata dal rapporto personale che ho avuto con quei meravigliosi esseri umani e musicisti che erano Francesco e Rodolfo.

A&B - Hai avuto modo di ascoltare gli album del nuovo corso ("Transiberiana" e "Orlando: le forme dell'amore")?

Tony - Ho amato troppo il Banco da “fan” per poterti rispondere.
Custodisco ancora gelosamente il biglietto del Festival di Villa Pamphili del 1974: ho scavalcato le transenne, inseguito dalla sicurezza, solo per farmi autografare quel biglietto da Francesco Di Giacomo.
Dopo solo una manciata di anni, mi sono ritrovato su un palco con quei miti della mia adolescenza che cantavano e suonavano un mio pezzo, "La vita che grida". 
Con questo vissuto, mi riesce difficile “digerire” questi nuovi album che hai citato.

A&B - Ultime parole per i lettori di A&B.

Tony - Non perdete mai la voglia di ascoltare “musica”, in qualsiasi forma si manifesti, al di là dei generi, delle epoche storiche e delle definizioni.
Un abbraccio e grazie a te e a tutti voi della redazione di A&B.








Tony Carnevale

Discografia
1990 - Risonanze (CD, Artonica)
1995 - La Vita Che Grida (CD, Artonica)
1999 - III Movimento (1999) (cofanetto contenente anche "La Vita Che Grida" e "Risonanze" (triplo CD, Artonica 96)
2002 - Una bellezza che non lascia scampo (CD, DGP) (colonna sonora dell'omonimo film di Francesca Pirani)
2003 - Live Rock Symphonic Concert (CD, Artonica 96)
2006 - Piano (CD, Artonica 96)
2009 - Dreaming a Human Symphony (CD, Artonica 96)
2023 - III Movimento - extended version

Libri
Il pensiero e il suono (ed. IML)
Il suono ritrovato - I° ed (ed. Universitalia), II ° ed. (ed. EUS- Universitalia), III° ed. (ed. EUS), IV° ed. (ed. YCP-ANORA)
Poetica, ricerca e formazione musicale (YCP-ANORA)
Formazione musicale psicodinamica (YCP-ANORA)
Oltre le note (ed. Celid)

























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