Piero Ragone
Le avventure di Abigail Rain Ep.1: Buio negli occhi

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"Tutti vivono in un mondo in cui è reale ciò che vedono. Io vivo in un mondo in cui è reale ciò che vorrei non aver visto.”

Ho appena finito di leggere questo avvincente libro che è di difficile collocazione: mescola il racconto dark di Chandler, la fantasia da costruttori di mondi di Tolkien e le atmosfere gotiche di Poe. Il tutto illuminato da una scrittura pop “visuale”, dove le parole, le citazioni e le battute sarcastiche si intrecciano ed assistono per creare una sorta di film scritto, di videogioco in 3D, di “graphic novel” senza immagini esplicite ma solo evocate, e dove il gusto del mistero si sorregge al ritmo di una colonna sonora suggerita man mano dal protagonista come complemento musicale alle sensazioni scaturite dalla lettura.
Una storia in cui noir, horror, romanzo d'appendice e love-story si fondono in un unico calderone fumante per creare una sorta di mondo occulto, sotterraneo e difficilmente raggiungibile, un dark web dove tutto ti puoi aspettare appena lasci il normale per entrare nel clandestino.

Sin dalle prime pagine si viene a conoscenza del protagonista, Abigail Bail detto Abi, un eccentrico detective-esorcista appartenente alla organizzazione dei Nebula, sempre in bilico tra etica e spacconeria, moderno Cyrano che incrocia la propria spada e la propria vanità con uno scoppiettante consesso di demoni, angeli caduti e nachash per impedirne il passaggio dal mondo dell’ombra a quello della luce e ricercare il perduto equilibrio originario tra i due mondi spezzato dal tradimento di due delle “sfere” del regno della luce Netzach e Gevurah.

Accanto a lui un iperuranio di personaggi. Primi tra tutti il fido “tecnologo” Zac a cui è demandata la garanzia di funzionalità delle complesse apparecchiature da acchiappafantasmi, e la bella tuttofare Miwa che alterna i propri doveri di bibliotecaria della libreria che funge da antro-abitazione di Abi alla capacità di stemperare gli eccessi durante le operazioni sul campo e di portare razionalità dove non ce n’è.
Altro personaggio importante che completa il team è Don Grimorio, mentore di Abigail, sempre in bilico tra il suo ruolo pubblico di ecclesiastico e quello occulto di psicologo-consigliere-influencer.

Ed infine lei, Jean, unico punto debole del nostro esorcista, amica d’infanzia e donna irraggiungibile ma non per questo non amata.

La storia parte da lì, dal primo incrocio tra la vita di Jean ed il mondo delle tenebre e la necessità che Abigail intervenga, per la prima volta condizionato da un sentimento che si rifiuta di riconoscere.
Di più non racconto per non rovinare la lettura del libro che ovviamente consiglio. Per uno come me che adora la letteratura gotica, il fumetto e la musica questa storia omnicanale, miscelata sapientemente con una scoppiettante rapidità adatta al nostro tempo, non poteva non piacere. E non poteva non piacere la scrittura brillante, sferzante, danzante, ironica e avvincente, spesso giocata sui dialoghi del protagonista con sé stesso, novello Marlowe, per descrivere ciò che sta accadendo durante l’azione e poi (e solo poi) ragionare sul perché ciò sia successo.

Una scrittura “visiva”, che fa immaginare, come in un film, ciò che descrive.
Una scrittura "musicale", che accompagna con una vera e propria colonna sonora, dalle classiche ballad dei Black Sabbath, alle armonie dei Grateful Dead e via via fino alla scenografica the Wall dei Pink Floyd, snocciolata lungo il racconto per far percorrere al lettore strade parallele nella sua immrsione nella trama e per fargli vivere ciò che il protagonista sta vivendo avvicinandolo al suo stato d'animo, come solo la musica può fare.
Una scrittura "teatrale", con un continuo dialogo tra autore, protagonista e lettore in un vivace contraddittorio tra ciò che accadrà e ciò che si pensa possa accadere  e ciò che si voleva realmente dire ...

Una scrittura che invoglia la compartecipazione, spinge ad entrare nel meccanismo del racconto suggerendo i propri film o la musica del cuore che sarebbero a proprio agio nelle atmosfere del libro. Prestandomi al gioco non posso fare a meno di pensare ai “Devil Doll” con i loro album “Eliogabalus”, “Dies Irae” o “The Sacrilege of Fatal Arms”, ed alllo straripante film “Dogma”, con Alains Morisette, molto affine come ritmo e come tematiche a "Buio negli occhi".
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Un bel libro che dal titolo (e dal finale che non svelo) chiaramnte è solo il primo episodio di una serie, che sicuramente continuerò a seguire. Procuratevelo e divertitevi ed andate in pace.




 

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