La Bohème
Teatro Comunale di Ferrara, 4 Aprile 2014

Pubblico delle grandi occasioni domenica 6 aprile, al Teatro Comunale “Claudio Abbado”di Ferrara, per l’ultima recita de La Bohème nella coproduzione di Fondazione Teatro Comunale di Bolzano, Teatro dell’Aquila di Fermo, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatri e Umanesimo Latino S. p. A.

Spettacolo pertanto rodato, dopo una lunga tournée di 6 mesi nei maggiori teatri italiani, che ha avuto il pregio di non mostrare nessuno di quei momenti di stanchezza nei quali a volte cadono i titoli che hanno molte repliche.Molti i pregi di questa messa in scena.Innanzitutto l’allestimento di Ivan Stefanutti: sui palcoscenici italiani (e non) già dal 2006, sposta lo svolgimento dell’opera negli anni ’30 del secolo scorso, con una ambientazione cinematografica che riecheggia il cinema in bianco e nero di Carné e Vigo. E molto apprezzabile la regia, che in un palcoscenico finalmente sgombro dai classici orpelli che spesso li fanno somigliare ad un Marché aux Puces riesce a costruire attraverso la cura di piccoli elementi grandi quadri di insieme perfetti e curati anche in quei particolari che a volte vengono lasciati alla discrezione degli artisti.

Sul palco, ad impersonare i protagonisti, i vincitori del XLIII Concorso Internazionale per cantanti “Toti Dal Monte”, con risultati complessivamente buoni, sia nell’affiatamento sia nell’insieme ed equilibrio dei “pesi” vocali. Mimì - Nozuko Teto ha reso vocalmente al meglio il personaggio della sofferente sartina, aiutata da una vocalità attenta ed espressiva che le ha permesso di rendere “Mi chiamano Mimì” con una dolcezza e un fremito raramente uditi. Musetta- Ruzan Mantashyan è a mio giudizio la punta di diamente del cast. Spigliata e disinvolta nel ritrarre il lato malizioso di Musetta nelle prime due scene, passa con spontaneità al registro più drammatico della terza e quarta scena. A questa abilità di attrice abbina una vocalità matura e una proiezione vocale capace di riempire la non piccola sala del teatro anche nelle mezze voci.

Rodolfo-Matteo Lippi ha mostrato una buona padronanza del ruolo, realizzato con un timbro che ben si adatta al giovanile poeta dell’opera, ma con qualche pecca nell’amalgama ed equilibrio nei registri, oltre ad alcune rare carenze nell’intonazione delle note più gravi. Marcello-Byong Ick Cho tiene il palcoscenico con prestanza e sicurezza, sia teatralmente che vocalmente. Dotato di una bella presenza e proiezione vocale, aggiunge ad essa una ottima dizione che gli permette di essere sempre comprensibile.Se i ruoli “principali” hanno permesso agli esecutori di mettere in luce le loro migliori qualità e abilità, così non è stato per gli interpreti di Schaunard, Colline e Benoît e Alcindoro (rispettivamente Paolo Ingrasciotta, Francesco Milanese, Mirko Quarello), i cui ruoli contenuti non hanno permesso agli interpreti altro che la corretta realizzazione di quanto a loro affidato.A corona del cast il Coro Lirico Amadeus e il Coro di Voci Bianche “Associazione Musicale Manzato”, rispettivamente diretti da Giuliano Fracasso e Livia Rado, mentre in buca a realizzare la tavolozza orchestrale pucciniana una Orchestra Regionale Filarmonica Veneta in una delle sue rese migliori.

A condurre il palcoscenico e la buca Francesco Lanzillotta. Direttore lirico esperto, ha dato un’interpretazione della partitura in linea con le scelte registiche e scenografiche, abbinando ad un palcoscenico essenzialmente bicolore una tavolozza sonora basata sulla varietà dell’articolazione dinamica più che sul colore timbrico. Pregevole, e di raro ascolto, la scelta di articolare tutto in ampie frasi di respiro quasi sinfonico, coinvolgendo nella realizzazione il cast vocale: sono piaciute meno alcune scelte riguardanti tempi troppo dilatati, come quelli del duetto Rodolfo-Mimì della prima scena e di quasi tutta la scena della dogana, che hanno smorzato quegli slanci di passionale ardore contenuti nel testo musicale.Copiosi gli applausi al termine della recita, con numerosi richiami degli interpreti, del diretttore e del regista alla ribalta, ai quali sono stati chiamati ad unirsi, in quest’ultima rappresentazione, le maestranze tutte.

Melodramma in 3 quattro quadri di
Giacomo Puccini

Libretto di
Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

Direttore
Francesco Lanzillotta

Regia, scene e costumi: Ivan Stefanutti

Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Lirico Amadeus

direttore Giuliano Fracasso
Coro Voci Bianche Associazione Musicale Manzato
direttore Livia Rado

Personaggi e interpreti

Mimì Nozuko Teto
Musetta Ruzan Mantashyan
Rodolfo, poeta Matteo Lippi
Marcello, pittore Byong Ick Cho
Schaunard, musicista Paolo Ingrasciotta
Colline, filosofo Francesco Milanese
Alcindoro/Benoît Mirko Quarello
*Vincitori del XLIII Concorso Internazionale per Cantanti “Toti Dal Monte”


Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.