Pat Metheny
Collaborations

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Pat Metheny - Collaborations

 

di Gianluca Livi


Nota introduttiva

la presente monografia - con riferimento alle sole collaborazioni di Pat Metheny con altri artisti - originariamente realizzata nell'agosto del 1996, fu inviata alla redazione della rivista "Melodie e Dissonanze" ma non venne mai pubblicata per prematura chiusura di quest'ultima. Successivamente, stralci di questo scritto apparvero su un'altra rivista senza alcuna autorizzazione del sottoscritto, peraltro neanche citato quale autore. Fortunatamente, parlando di diritti d'autore, chi scrive ha conservato la corrispondenza originale con cui l'opera venne inviata per la prima volta alla redazione sopra indicata.

Va infine detto che l'esame dettagliato della discografia è aggiornato nel dettaglio al 1996, mentre soltanto occasionalmente al periodo successivo. Chi volesse fornire un contributo, aiutando a completare l'articolo, è ovviamente bene accetto.


Analisi critica della discografia


“Jaco” (Jaco Pastorius, Pat Metheny, Bruce Ditmas, Paul Bley), 1976, Improvising Artists Inc.

Album molto complesso, con qualche punta di free jazz, estremamente affascinante. Predominante il basso di Pastorius, mentre appare un timido Pat Metheny il cui stile, come nel primo lavoro di Gary Burton, doveva ancora imporsi. L’album è datato 1976, ma la registrazione è del 1974. Nessun pezzo di Metheny.


“80/81”
Pat Metheny, Charlie Haden, Jack Dejohnette, Dewwey Redman, Mike Brecker
1980
ECM


Jazz classico per questo lavoro magnifico strutturato su otto brani composti da ciascuno componente, singolarmente o in collaborazione con gli altri. Di Pat Metheny ben cinque, come unico autore, e due come coautore. Su questo album è presente il brano “The Bat”, il cui seguito, “The Bat Part II” sarà pubblicato sul pluriosannato “Offramp”, uscito a nome del Pat Metheny Group.


“Woodstock Jazz Festival 2”

Lee Konitz, Pat Metheny, Chick Corea, Jack Dejohnette, Miroslav Vitous, Anthony Braxton
1981
Douglass Music


Questo lavoro, edito anche dalle label Douglas Music (1997) e dalla Knit Classics (1999), ‎vede Pat Metheny suonare nel solo brano “All Blues” in una interessante versione live che supera i 22 minuti di durata e che lascia ampio spazio all'improvvisazione dei vari virtuosi interessati al progetto.

 

“As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls”
Pat Metheny, Lyle Mays
1981
ECM


Colonna sonora del film “Fandango”, si tratta di una uscita discografica che, sebbene ricerchi musicalità leggermente più sperimentali ed “ambient”, poco si discosta dai lavori del Pat Metheny Group di quel periodo, talché alcuni pezzi, come il brano omonimo, verranno suonati dal vivo proprio con quella formazione. Qui è presente Nana Vasconcelos alla batteria, alle percussioni e alla voce mentre Metheny suona anche il basso. Tutti i brani sono dei duo.

 

“Rejoicing”
Pat Metheny with Charlie Haden & Billy Higgins
1984
ECM


Opera discografica nella quale compaiono tanto sonorità classiche, quanto sonorità ambient tipiche della ECM (“Waiting For An Answer” composto in coppia con Haden), nonché alcune particolari sperimentazioni difficilmente etichettabili (come la ostica “The Calling”). Tre brani sono di Ornette Coleman, due di Metheny, uno di Haden, uno di Horace Silver e uno della coppia Metheny/Haden.

 

“Song X”
Pat Metheny, Ornette Coleman
1986
Geffen


Difficile profusione di stampo di free jazz che vede coinvolti anche Charlie Haden e Jack Dejohnette, ormai collaboratori rodati di Metheny, nonchè Denarndo Coleman alle percussioni e anch'egli alla batteria. Cinque i brani di Ornette Coleman, tre quelli del duo Coleman/Metheny.

 

“Question And Aswer”
Pat Metheny, Dave Holland, Roy Haynes
1990
Geffen


Altra prova magnifica: nove brani di jazz tradizionale di cui ben cinque del solo Metheny e due cover: una del sempre tributato Ornette Coleman e “Solar” di Miles Davis. Il brano “Question And Aswer” sarà riproposto nel disco “Like Minds” che riunirà la medesima formazione più Chick Corea e Gary Burton.

 

“I Can See Your House From Here”
John Scofield, Pat Metheny
1994
Blue Note


Album che si discosta notevolmente dalle sonorità tanto care a Metheny, per percorrere sentieri più vicini a quelle di Scofield. Undici i brani, tutti abilmente costruiti sulle abilità dei dei due chitarristi, così diversi nello stile, così perfetti nel completmentarsi.

 

“Beyond The Missouri Sky (Short Stories)”
Charlie Haden & Pat Metheny
1997
Verve


Fatica discografica che ricorda alcune sonorità il Pat Metheny di “Bright Size Life” e, maggiormente, di “Watercolors”. Percorsi molto eterei per chitarra e contrabbasso, con leggere e soffuse orchestrazioni sintetiche e una batteria di mero accompagnamento in un paio di brani, peraltro suonata dallo stesso Metheny. Tredici i brani di cui tre di Haden, due di Metheny, uno di entrambi. I restanti sono cover di Jim Weeb, Henry Mancini e Leslie Bricusse, Roy Acuff, Josh Haden (fratello di Charlie), Johnny Mandel, Andrea ed Ennio Morricone.

 

“The Sign Of 4”
Derek Bailey, Pat Metheny, Gregg Bendian, Paul Wertico
1997
Knitting Factory Works


Sonorità avanguardistiche molto vicine a quanto espresso in “Zero Tolerance For Silence” (piuttosto che a “Different Trains, Electrick Counterpoint” di Steve Reich e il Kronos Quartet). La formazione, totalmente carente di pianista e di bassista, vede Derek Bailey e Pat Metheny alle chitarre, Gregg Bendian al vibrafono e alla batteria, Paul Wertico alla batteria e alle percussioni. Un difficile album triplo di 24 brani, per un totale di 190 minuti. L’album, sebbene meno ostico del citato “Zero Tolerance For Silence”, è consigliabile solo agli gli amanti del genere.

 

“Like Minds”
Gary Burton, Chick Corea, Pat Metheny, Roy Haynes, Dave Holland
1998
Concords Records


Questo lavoro si segnala innanzitutto perché riunisce cinque tra i più grandi artisti jazz di sempre. Inoltre, è il primo nel quale compaiono Corea e Metheny, i quali, nonostante il passato al fianco di Burton, vantato da entrambi, non hanno mai avuto, fino a questo momento, alcuna occasione di suonare insieme. Quattro i brani di Metheny, tre i brani di Corea, due di Burton e una cover (“Soon” di George Gerswhin).

 

“Day Trip”
Pat Metheny with Christian Mcbride & Antonio Sanchez
2008
Nonesuch Records.


Disco che potrebbe essere tranquillamente inserito nella discografia solista giacchè gli altri due membri vi compaiono come meri comprimari. Tuttavia, il loro nome espresso in copertina (sulla scorta di quanto fatto con “Rejoicing”, uscito a nome Pat Metheny with Charlie Haden & Billy Higgins) merita la collocazione dell'opera tra le collaborazioni. I brani “When We Were Free” e “The Red One”, già apparsi negli album “Quartet” del Pat Metheny Group e “I Can See Your House From Here” con John Scofield, sono qui rivisitati in versioni più indirizzate vero il jazz classico, abbastanza distanti dalle esternazioni di stampo etereo del Group e dai chitarrismi del duo Scofield/Metheny.


“Tokyo Day Trip Live EP”
Pat Metheny with Christian Mcbride & Antonio Sanchez
2008
Nonesuch Records.


Cinque brani registrati nel corso del tour giapponese di cui al precedente album, non inclusi nello stesso. Da notare che, più recentemente, questo album e il precedente sono stati pubblicati in un box di tre vinili e due cd dal titolo “Day Trip / Tokyo Day Trip Live”.


"Hommage To Eberhard Weber"
Pat Metheny, Jan Garbarek, Gary Burton, Scott Colley, Dan Gottlieb, Paul McCandless, Michael Gibbs, Helge Sunde, SWR Big Band 
2015
ECM


Registrato a Stoccarda, nel gennaio 2015, in occasione del 75° compleanno del bassista tedesco - tuttora in vita ma paralizzato dal 2007 a seguito di un ictus - questo concerto vede la presenza di un cast eccezionale riunito attorno al trio Metheny/Garbarek/Burton. Tutti i brani sono di Weber tranne il monumentale "Hommage", a firma di Metheny, primo brano per Big Band scritto dal chitarrista americano nonché il più lungo della sua intera discografia (più di 31 minuti). Infine, il pezzo testimonia il ricongiungimento di Metheny con Danny Gottlieb, primo batterista del group, e con la ECM, sua label discografica degli esordi.

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