Falso d'autore: New Deep Purple

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Falso d’autore: New Deep Purple

Introduzione
Rod Evans, Tony Flynn, Tom de Rivera, Geoff Emery e Dick Jurgens

P
ochi sanno che dietro questo organico si cela l’unica incarnazione aprocrifa dei Deep Purple, attiva negli anni '80 sul fronte live in quasi tutto il Nuovo Continente, per ben 5 mesi, sotto il nome “New Deep Purple”. 
La band presentava un solo membro fondatore, Rod Evans (lo si ricorda nella Mark I e nei primi tre album dei Deep Purple), convinto da persone con pochi scrupoli a rispolverare lo storico monicker, seppur anticipato dal suffisso New.

New Steppenwolf e New Deep Purple

Per analizzare compiutamente questo progetto, dobbiamo necessariamente muovere i passi dagli Steppenwolf, noto gruppo canadese/statunitense fondato nel 1967, tuttora in attività, autore di hit come “Magic Carpet Ride” e “Born to Be Wild” (al cui testo si farebbe risalire l'origine dell'espressione “heavy metal”).
La band si sciolse a metà degli anni '70 ma rinacque nel 1976 con il nome New Steppenwolf, suonando ininterrottamente fino al 1980, forte della presenza di due ex membri, Goldy McJohn e Nick San Nichols. Tuttavia, due musicisti dell’organico originario, John Kay e Jerry Edmonton - che pare inizialmente avessero concesso l'uso del nome - citarono in giudizio la nuova incarnazione, vincendo la causa, ed ottenendo la dissoluzione dei non autentici omologhi.
Chi mosse il motore di questa vicenda fu anche il burattinaio dei New Deep Purple, una incarnazione della band del tutto improbabile la cui nascita, verosimilmente, non si sarebbe verificata se i New Steppenwolf non fossero stati fermati. Soggetti che non avevano mai avuto a che fare con i veri Purples (tra questi, si contano il tour manager William Morris della Agency Inc e il manager Steve Greenberg, noto anche come Steve Green, della Advent Talent Associates, Phoenix, Arizona) - forse ritenendo di racimolare qualche dollaro per ulteriori quattro anni, sperando di godere di una certa analoga impunità - spinsero Rod Evans a “riformare” la band, scioltasi nel 1976.
Dopo aver cercato invano di coinvolgere l'altro membro originario, Nick Simper (che rifiutò senza indugio), interessarono una manciata di artisti semi-sconosciuti, tre dei quali già coinvolti nel citato progetto New Steppenwolf, e cominciarono a girare bellamente per il Nord America, con tappe anche in Messico, usando la sigla New Deep Purple, talvolta addirittura priva del suffisso “New” e/o con la locuzione "featuring Rod Evans".

I “nuovi” membri.

Ma chi erano, nello specifico, i “nuovi” membri?

Rod Evans: voce
Il cantane entrò nei Deep Purple assieme a Ian Paice nel 1968, effettuando il primo concerto con la band in Danimarca, il 20 aprile 1968, a cui seguirono esibizioni nel Regno Unito e in Svizzera. Lo stesso anno, il quintetto effettuava il primo tour negli Stati Uniti, a cui succedettero due spettacoli in Canada e, ancora dopo, nuovamente in varie parti d'Europa. Tornarono negli States nel giugno del 1969, esibendosi poi nel Regno Unito e in Belgio. Dopo aver pubblicato tre dischi di chiara impronta pop/psych - ottenendo un unico successo, con il singolo "Hush", una cover estratta dal primo album -
la band effettuava l'ultima esibizione con il cantante e il bassista Nick Simper (che componevano la cosiddetta Mark I), il 4 luglio del 1969, a Cardiff.
La sostituzione dei due con Ian Gillan e Roger Glover, generò la Mark II, la combinazione di musicisti di maggior successo nell’intera carriera musicale dei Deep Purple.
Il singer non restò certo inattivo: inizialmente pubblicò un singolo come solista (contenente “Hard To Be Without You” e “You Can´t Love A Child Like A Woman”), poi entrò a far parte dei Captain Beyond, ottimo gruppo psych/hard formato da ex componenti di band illustri (Johnny Winter e Iron Butterfly), con i quali registrò due album.
Nel 1973, lasciava il gruppo, rispuntando soltanto nel 1980, anno in cui formò i New Deep Purple.
Sparì definitivamente dalle scene dopo questa esperienza.
Di lui si tornò a parlare nell'aprile 2016, allorquando venne ammesso alla Rock'n Roll Hall Of Fame in qualità di fondatore dei Deep Purple.

Tony Flynn: chitarra
Nacque nel 1956 a San Francisco, California. Nel 1973, all'età di 17 anni, lavorò con Rick Derringer negli studi di registrazione Wally Heider, a San Francisco. Nel settembre del 1977 sostituì il chitarrista Kent Henry nei New Steppenwolf, nelle cui fila rimase fino alla primavera del 1978. Sostituito da Ruben Raven, si riunì alla band nell'ottobre del 1979 e vi rimase fino agli inizi del 1980. A quel punto, entrò in contatto con Rod Evans con cui ipotizzò di realizzare un album assieme a Goldie Mc John, Paul Butterfield e Geoff Emery. Il progetto, tuttavia, non andò in porto e i due concepirono la nascita dei nuovi Purple.
Terminata la sua scellerata esperienza, sparì a testa bassa. Dal 1990 è emigrato in Messico.

Geoff Emery: tastiere
Anche Emery fu conivolto nel progetto New Steppenwolf, ove entrò nella primavera del 1979 e vi rimase fino alla fine, nel 1980, anno in cui venne coinvolto nella "rinasciata" dei Purple.
Negli anni '80 e '90, Emery lavorò nel settore della musica per una casa discografica indipendente, producendo i seguenti gruppi e artisti (suonando spesso anche le tastiere): Ringleader (album “If Licks Could Kill” del 1989, con l'ex Uriah Heep Stephen Fontaine alla voce), Steve DeLuca (“I’ve Got What It Takes” del 1989), Mark Tatham (album omonimo del 1996).

Tom De Rivera: basso
Prima di essere coinvolo nei New Deep Purple, De Rivera fu tra i membri fondatori della band americana Corroboree nel 1968, uno dei tre gruppi di punta nella Orange County losangelina, suonando in club come il “Gazarri's” a Hollywood o il “Fatfingers” in Huntington Beach.
Entrò nei New Deep Purple a seguito del secco rifiuto opposto da Nick Simper, primo bassista dei Purple.
Scomparve dal music business dopo il 1980. Rispuntò nel 2006, nel sud della Orange County, in California, suonando in una band locale.

Dick Jurgens: batteria
Essendo il nipote del gestore del “Sacramento Memorial Auditorium”, ove suonavano molti grandi artisti di quel periodo, il batterista Dick Jurgens ebbe modo di incontrare, da mero fan, grandi star come Janis Joplin, The Doors, Jimi Hendrix e il suo eroe di sempre, il batterista Mitch Mitchell. Curiosamente, incrociò la strada anche con i Deep Purple e Rod Evans nel corso del loro primo tour in America.
Nel 1973, entrò nel gruppo Harry Cool Trio, assieme al padre. Nel 1978 fece parte dei riformati Associations, band degli anni sessanta, rinata con un solo membro originale, mentre un anno dopo, per circa un mese, divenne il batterista dei New Steppenwolf.
Scomparvee anch'egli quando i New Deep Purple chiusero i battenti.

Il repertorio live e il nuovo album

Quando gli furono chieste spiegazioni sull'uso del leggendario moniker, Evans dichiarò, con una certa baldanzosa sicurezza: “Abbiamo i diritti del nome Deep Purple in maniera legale. Io ne sono stato il cantante fondatore e quando ho deciso di formare una nuova band con il chitarrista Tony Flynn, abbiamo visto che gli altri avevano abbandonato quel grande nome e abbiamo deciso di usarlo. Prima di questo, abbiamo parlato con Ritchie Blackmore dei Rainbow e con membri dei Whitesnake e hanno concordato” (Sonido, Giugno 1980).
Ovviamente, dichiarazioni piuttosto indignate furono esternate dai veri Purple. Rolling Stone pubblicò una lunga intervista ai Rainbow. Quando venne toccato l’argomento, Roger Glover divenne di ghiaccio, dichiarando: "Le persone stanno pagando fior di quattrini per vedere qualcosa che non è e che invece si pretende sia. Quella in cui Rod ha militato in origine non è proprio la band che poi è diventata famosa". Ritchie Blackmore non fu da meno: “Penso sia piuttosto disgustoso che una band debba abbassarsi in questo modo, prendendo il nome di qualcun altro. È un po’ come se alcuni ragazzi mettessero insieme una band e la chiamassero Led Zeppelin”.
Con noncurante nonchalance, Evans ebbe l'ardire di livellare su un unico piano il suo ruolo e quello di Blackmore in seno ai Deep Purple, proponendo improbabili ed imbarazzanti paragoni: “Non ha una effettiva importanza il fatto che Ritchie ci dia la sua benedizione o non ce la dia, come la mia benedizione per formare i Rainbow sarebbe di nessuna importanza per Ritchie. Voglio dire, se non gli piace, mi spiace, ma lo stiamo facendo” (Sounds, Agosto 1980)
Ronald K., tour promoter di Los Angeles, evidentemente spalleggiato dai “nuovi” membri o dal loro management, aggiunse con spocchia: “La band è in possesso di un marchio federale ed è “Deep Purple”. Quei due ragazzi (Ritchie Blackmore e Roger Glover. Nda) che sono in una band chiamata Rainbow, vorrebbero tornare indietro nel tempo ed avere una parte del successo. Il gruppo oggi è coinvolto in qualcosa di più moderno, con nuovi volti e suoni che riflettono gli anni '80. I membri hanno un aspetto più giovane mentre quelli originali hanno ormai un'età compresa tra i 35 e i 43 anni. La band è stata in letargo per diversi anni ed è riemersa” (Ronald K., Los Angeles promoter, 1980).

Bob Ringe, il booking agent, fu ancora più presuntuoso: "Rod Evans, cantante del gruppo, possiede il nome. Non ci sono ingiunzioni, né ordini restrittivi o ulteriori informazioni al box office. (...) Sarebbe fonte di distrazione mettere i singoli nomi su ogni locandina. Non è una situazione falsa. I Deep Purple non hanno mai veramente chiuso i battenti. C’è stato soltanto un cambio continuo di persone. Questa band suona tutti i successi originali dei Deep Purple".
Il citato William Morris spinse così tanto il motore di quella che riteneva una nuova macchina racimola-soldi che organizzò un tour che toccò varie località di Canada, Stati Uniti e Messico, operando più o meno ininterrottamente dal 17 maggio al 20 settembre 1980.
Riuscì addirittura a strappare un contratto alla Warner Curb Records, una label affiliata della Warner Bros, per un nuovo album in studio. Ed effettivamente, alcuni brani furono registrati nello stesso anno al LA Village Recording Studios: tra questi, una nuova versione del primo grande successo dei Deep Purple in America, “Hush” (l’unica hit con Rod Evans alla voce), e brani inediti aventi rispettivamente titolo “Hold On Me”, “Blood Blister” e “Brum Doogie”.



Parlando del sound del nuovo album, Rod Evans ebbe a dichiarare: “Sarà un cambiamento. Per il 60% sarà Deep Purple, per il resto sarà un vero mutamento. Questo è tutto. Non vogliamo fare un nuovo “Tommy” degli Who (!), faremo altro. Vogliamo scrivere canzoni su ciò che accade ora, a nostro modo. Naturalmente cambieremo il suono e useremo le nuove tecniche e i nuovi strumenti, come il Polymoog e vari effetti, ma non c'è dubbio che sarà una svolta verso l'Heavy Metal” (Conecte, Giugno 1980).
Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), sembra che oggi non rimanga nulla di quelle registrazioni.
Quanto all'attività dal vivo, se la band avesse cercato di muovere i passi guardando in avanti, invece che indietro (oppure, più onestamente, alla Mark I), forse Evans l'avrebbe fatta franca. Ma il quintetto proponeva un set list composto quasi interamente da brani delle Mark II e III (“Highway Star”, “Smoke On The Water”, “Woman From Tokyo”, “Space Truckin' ", “Burn” e “Might Just Take Your Life”, non sempre suonati assieme), intervallando pochissimi pezzi della Mark I, di cui ben tre cover (“Kentucky Woman”, “Hush”, “Hey Joe”) e uno strumentale (“Wring That Neck”). 
Inoltre, Geoffrey Emery e Tony Flynn registrarono il marchio Deep Purple Inc. negli Stati Uniti, il 27 Marzo del 1980, cosa che li rese avventati, talché il gruppo si sentì legittimato a presentarsi talvolta come Deep Purple (e non New Deep Purple), usando in alcune occasioni il logo più conosciuto del gruppo (quello pubblicato sulle copertine dei dischi “Stormbringer” e “Made in Europe”).

Sul palco, Evans si comportò a metà tra l'incauto e l'arrogante: in Quebec, ad esempio, arrivò a presentare il brano “Might Just Take Your Life” asserendo: “...here is one of our “Burn” album...” (“...e ora un pezzo dal nostro album “Burn”...”).
Tony Flynn ebbe l'ardire di dichiarare a Rolling Stone: “Il nostro gruppo suona esattamente allo stesso modo e sembra esattamente lo stesso gruppo. Sotto tutti gli aspetti, siamo la stessa cosa”. 
In realtà, il set list superava a stento la mezz’ora, talché il gruppo necessitava di almeno due band di supporto, e i brani erano eseguiti con imbarazzante imprecisione, spesso in maniera del tutto approssimativa.

Testimonianze

Cosi ricorda la serata a “Le Forum”, in Quebec, il 20 Settembre 1980, Peter Dawson, membro dei Bunz che, assieme agli Zeta Brothers, erano i gruppi spalla della serata: “Ci fu chiesto di aprire per i Deep Purple perché il gruppo di supporto aveva dato forfait. Ritchie Blackmore è ancora uno dei miei eroi, come avrei potuto dire di no? Arrivammo troppo tardi per il soundcheck ma suonammo ugualmente. Subito dopo il nostro set, fummo avvicinati da un inglese allampanato che si presentò come il “direttore di scena” dei Deep Purple. Costui chiese di prendere in prestito il nostro Hammond B3 e il mio amplificatore per chitarra. Avrei dovuto sapere che Ritchie non avrebbe mai suonato attraverso un “1-12 120W combo amp” ma, stranamente, tutti noi fummo disponibili. Dopo lo show degli Zeta Brothers aspettammo con ansia l'arrivo dei nostri eroi. Quando i Deep Purple salirono sul palco ci chiedemmo realmente chi fossero le persone che stavano prendendo in mano gli strumenti. Non ne riconobbi alcuno, provando la stessa sensazione di quando si apprende che Babbo Natale non esiste. Cominciarono a suonare ed erano così pessimi che non si riusciva a capire di quale canzone si trattasse, se non giungendo a metà brano. I pezzi venivano suonati troppo velocemente e la band non sapeva gestire il palco. Lo spettacolo era semplicemente atroce da tutte le angolazioni. La mia band suonava meglio: anche nella nostra serata peggiore, avremmo battuto questi ragazzi. Le mie scuse a quei musicisti, ma è questo quello che provai. Poi è iniziato il divertimento. La maggior parte degli strumenti sul palco era degli Zeta Brothers (i “Deep Purple” erano giunti in Canada con niente di più che bacchette e plettri ed è stato allora che ho capito il motivo per cui l'originario gruppo di supporto si era dileguato così improvvisamente). Quei surrogati dei veri Deep Purple non suonavano, pestavano. A un certo punto, il tastierista si era inginocchiato sulla tastiera del B3. Fortunatamente l'Hammond è un prodotto robusto e non fu danneggiato. Il batterista si agitava letteralmente e la batteria ondulava, le aste dei piatti continuavano a cadere e dovevano essere rimesse continuamente a posto. Mi sentii bussare sulla spalla ed era Jacques, il mio tastierista, che mi indicò la parte posteriore del palco. Questo è stato il momento più divertente della serata. Quando feci il giro, vidi il batterista degli Zeta Brothers che cercava di salire l'impalcatura perché voleva picchiare il suo omologo sul palco, che stava distruggendo la sua batteria, ma il tour manager e altri due ragazzi lo trattenevano per le gambe e lui non riuscì a salire. La scena era surreale. Quando il concerto finì, non fummo pagati ma a quel punto nulla poteva più sorprendermi. Mi rivolsi ad un'organizzazione che tutelava i diritti dei musicisti ed è stato lì che ho appreso che Rod Evans era coinvolto. Non ho mai ottenuto il resto della retribuzione, ma suppongo che i promotori siano andati in rovina dopo un concerto in un'arena che aveva attirato forse soltanto trecento persone. Fui contento, successivamente, di apprendere che i falsi Deep Purple avevano chiuso i battenti. È stato molto brutto pubblicizzare falsamente un grande spettacolo e spregevole, per un ex membro, cercare di beneficiare della grandezza dei Deep Purple, pensando a noi canadesi come a degli emeriti idioti. Rod, se stai leggendo questo, vergognati”.



Il 21 giugno del 1980, la band tenne un concerto allo "Swing Auditorium" di San Bernardino, Texas. Con loro, in cartellone, Steppenwolf (!), Herman's Hermits e Facelift. il set list durò appena 25 minuti e incluse (non necessariamente in questo ordine) "Highway Star", "Hush", "Hey Joe", "Kentucky Woman", "Space Trucking", "Woman From Tokyo", "Might Just Take Your Life". Uno spettatore rintracciato successivamente, Jon Trask, così ricorda il concerto: Sono certo che gli Herman's Hermits non aprirono lo spettacolo. Una band locale lo fece, forse i Facelift. Credo avessero una ragazza alla voce perché ho ancora in testa l'impressione di ascoltare degli emuli dei Blondie. Non sono stati ben accolti e dopo alcune canzoni, un bel numero di oggetti è piovuto sul palco (ho il ricordo del chitarrista che usa la sua Les Paul Gold per tirare via una scarpa). Non credo che abbiano finito il setlist, forse hanno fatto quattro pezzi, poi sono scappati via. La band successiva è stata introdotta come Steppenwolf: hanno suonato vari brani tra cui "Magic Carpet Ride" e "Born To Be Wild". Quando hanno terminato, il cantante (che ho sempre pensato fosse John Kay, ma adesso ho forti dubb) è uscito dal palco dopo aver introdotto i Deep Purple ma è apparsa la stessa band. Ricordo che pensai che non fu una cosa corretta. Sapevo che Rod Evans era nel gruppo ma ricordo di essere rimasto molto deluso dall'assenza di Blackmore, Lord, ecc. Ricordo una performance sciatta. Io e la mia ragazza capimmo subito che eravamo stati truffati. Non abbiamo neanche assistito a tutto lo show, scappando prima che finisse, per uscire in anticipo dal parcheggio."

Jean Millaire suonò di spalla ai New Deep Purple con la band Corbeau al Capitol Theater in Quebec il 12 Agosto 1980: “Ricordo di aver incontrato il gruppo brevemente prima del soundcheck, nel pomeriggio. Rimasi sorpreso quando ci chiesero se potevano usare la nostra batteria e gli amplificatori. Non gli concedemmo il permesso. Suonammo prima di loro per circa 45 minuti. Loro impiegarono molto tempo prima di iniziare a suonare. I fan si aspettavano Ritchie Blackmore, non un falso dal look simile. Non suonarono alcuni dei loro successi e i fans rimasero molto delusi, cominciando a tirare roba sul palco. Strapparono anche le poltrone del teatro per lanciarle. La folla iniziò a urlare in coro il nome della nostra band: ci volevano far tornare sul palco ma il posto era ormai un vero disastro. Causarono quasi un tumulto. Fu un concerto molto brutto per loro e per il nome dei Deep Purple”.

In un caso, la band preferì non esibirsi. Un membro dei “News”, tale Scott, che doveva suonare allo “Utah County Jam II” al Saratoga Springs Resort, il 26 luglio 1980, così ricorda: “Era una giornata calda e, oltre a vari problemi all'impianto audio, il sistema di areazione era completamente fuori uso. La band (i falsi Deep Purple di Rod) non è mai giunta. Il gruppo ha girato in tondo con le auto attorno all'aeroporto. Questo è stato il motivo per cui i fans si arrabbiarono, assieme al caldo e al sistema audio non funzionante. Molti di loro si sono veramente chiesti se la band fossa falsa o meno”.
Ci furono anche commenti meno duri: un fan dei Purple, tale Brian Jackson, assistette al concerto del 19 luglio 1980, al "Great Canadian Picnic" Festival, Bronte Creek Park, Oakville, nel corso del quale i New Deep Purple divisero il palco con Long John Baldry, Kim Simmonds (Savoy Brown), The Powder Blues Band, Telemann, Frank Soda and The Imps, Sheriff. Così ricorda l'evento: "Ricordo una giornata molto calda e umida. Credo che fosse un week-end, poiché ero uno studente universitario con un lavoro estivo e non potevo permettermi di perdere una giornata intera di lavoro. Sapevo che nella band c'era soltanto Rod Evans, ma mi presentai ugualmente giacchè si trattava di un Festival, un evento che durava tutto il giorno con parecchie bands, di cui alcune locali (Long John Baldry e Kim Simmonds dei Savoy Brown). Purtroppo il concerto di Simmonds fu interrotto dopo soltanto un paio di canzoni a causa di un brutto temporale. Il palco fu ripristinato dopo una lunga pausa. Ricordo che Rod & Co. furono capaci. Il setlist attinse parecchio dal repertorio della Mk II ma non so indicare i titoli precisi...beh, era troppo tempo fa. Non ricordo che la folla si agitò e protestò. Fu difficile indovinare il numero degli spettatori perchè il concerto era all'aperto: ipotizzo 5-10 mila persone. (.) Sono rimasto deluso, effettivamente, ma tutto il mondo aveva fame di Deep Purple. Io non li avevo mai visti, poiché non avevano mai suonato a Toronto dal 1971 e io, all'epoca, avevo appena 11 anni e non avevo mai sentito parlare di loro. Ho dovuto pazientare fino al 1984 ma ne valse la pena." 


L'unica testimonianza dal vivo dei New Deep Purple è attualmente riportata su youtube. La loro esibizione live a Città del Messico fu interamente registrata da una televisione locale che ne trasse materiale per un servizio televisivo - invero, molto generoso di critiche – che, tuttavia, riportava la sola “Smoke On The Water”, seppur per intero.
Guardando quel documento non ci si può esimere dal provare imbarazzo e indignazione: Evans canta con voce baritonale, un'ottava al di sotto di quella di Gillan, mentre il batterista semplifica enormemente i pattern ritmici e il chitarrista è completamente latitante al momento dell'assolo (il video è visionabile QUI).
Personalmente, non ho idea di come suonino i Bunz nella loro giornata storta, ma non è difficile credere che il loro chitarrista Peter Dawson non abbia mentito asserendo che “anche nella nostra serata peggiore, avremmo battuto questi ragazzi”. 
Alcuni organizzatori di concerti cascarono dalle nuvole: “Mi sento come se fossi stato ingannato. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Ho sempre pensato che si trattasse di un gruppo legittimo” (Gary Perkins, organizzatore dello spettacolo a Long Beach, Los Angeles).


La vertenza legale

Nel giugno del 1980 un'azione legale venne presentata dalla Hec Enterprises Ltd. e dagli ex membri Richard Blackmore, Roger Glover, David Coverdale, Ian Paice, Jon Lord e Ian Gillan (assenti Glenn Hughes e Nick Simper, nonché rappresentanti del defunto Tommy Bolin) contro i New Deep Purple (in particolare, la società Deep Purple Inc. e quattro dei cinque membri: Geoffrey W. Emery, Roderick Evans, Tony Flynn e Dick Jergins) adendo il Federal District Court di Los Angeles con richiesta espressa di fermare la band, citandola in giudizio per danni ai sensi del Lanham Act, una legge che tutela i marchi di fabbrica negli Stati Uniti e punisce la falsificazione dei marchi e la pubblicità ingannevole.
L'avvocato degli imputati incentrò la difesa su diversi punti:
• i Deep Purple non erano più un gruppo dal 1976;
• la loro formazione, negli anni, era spesso cambiata, per giunta in maniera repentina;
• nel 1980, molti degli ex membri erano tutti in forza ad altre formazioni di successo (Rainbow, Gillan, Whitesnake) e quindi non si sarebbero mai riorganizzati con quel nome;
• la band citata a giudizio era essenzialmente una nuova incarnazione composta da Evans, l'originario vocalist, e quattro nuovi membri, non importa se in precedenza estranei al circuito dei veri Purples;
• lo stesso Evans aveva concordato con gli ex membri l'uso del nome, asseritamente mettendo sul piatto della trattativa anche le royalties dei primi tre album (alle registrazioni dei quali aveva egli partecipato).
L'accusa contestò tutto, punto per punto, dimostrando che la prima incarnazione della band, quella di cui aveva fatto parte Evans, era la meno rappresentativa, avendo peraltro guadagnato molto meno delle altre (in sterline, la Mark I aveva incassato 44.663, la Mark II 4.371.215, la Mark III 1.125.668, la Mark IV 283.059).
Il 3 ottobre del 1980, Rod Evans e la sua combriccola perdevano la causa e venivano condannati a risarcire la somma di $ 672.012,44 ai membri originali, ai quali si aggiunsero $ 103.191,52 di spese legali per il consiglio HEC Enterprises e $ 40.782 per le spese legali delle altre parti civili. “Una somma da record”, scrisse John Sippel, giornalista della rivista Billboard, “tra le più alte, negli Stati Uniti, per violazione di un marchio di fabbrica utilizzato nel music business”.
Ovviamente, al quintetto fu imposto di non utilizzare il nome “Deep Purple” – anche in forma derivativa, negli spettacoli, nelle registrazioni o in qualsiasi altra forma di intrattenimento – e di distruggere tutto il materiale recante il nome “Deep Purple” attribuito a quella incarnazione.

Dopo la causa

Appena dopo la causa, Evans e Flynn ritornarono in argomento: “È incredibile come, non appena mi abbiano visto guadagnare un paio di dollari onorevolmente con una band che io ho formato, dopo che io ho rifiutato i diritti (nonostante le vendite record) e qualsiasi altro coinvolgimento, ora ci impediscano di lavorare. Hanno i soldi e noi no e, mi chiedo, ora che hanno vinto la causa, cosa diavolo faranno con il nome?” (Rod Evans, Conecte, November 1980, intervista di Javier Navarro). “La cosa peggiore è che non erano nemmeno gli ex Deep Purple che volevano impedirci di usare il nome, ma uomini freddi e calcolatori che non erano minimamente interessati al rock. Volevano soltanto ingrassare il loro portafogli. Mi viene il disgusto a pensare fino a che punto la gente è disposta a fare per pochi dollari” (Tony Flynn, stessa fonte).
Ovviamente la cifra astronomica non fu mai versata. Il manager dei veri Purples Tony Edwards, disse appena tre anni dopo: “È una somma di denaro troppo elevata. E, ovviamente, noi non pagheremo mai le spese. Rod Evans non ha soldi e quindi non riceverà le royalties dai primi tre album”.


Anni dopo, nel 2003, Dick Jurgens ritornò sulla vicenda:
Sono sempre stato un po' imbarazzato come membro delle grandi band nelle quali ho suonato. Non ero altro che un musicista ingaggiato per l’occasione (anche perché una band senza batterista sarebbe stata una cosa piuttosto stupida, credo). All’epoca ricevetti una lettera da Geoff Emery, che oggi è una sorta di dirigente di una label musicale. Non ho più avuto contatti con Rod, Tony o Tom, ma sembra che ci sia un sacco di interesse, oggi, a parlare di loro. In realtà, Rod è un tipo molto simpatico”. E ancora: "Una delle peculiarità dell'esperienza Deep Purple per me, era che il figlio dell’agente originale di mio padre, William Morris, è stato l'agente dei Deep Purple di Rod Evans. Il Mondo è piccolo.!".
Negli anni successivi, parlando della sua esperienza pregressa, Flynn ha citato spesso la sua partecipazione negli Steppenwolf ma non ha più menzionato l'amico Rod Evans, nè la sua adesione ai New Deep Purple. Questo fino al giugno 2014, quando asserì: “brevemente, io non rilascio commenti su questo gruppo, né parlo di nessuno. Sono tutte informazioni pubbliche e note: le date, gli show... Abbiamo fatto circa 70 concerti: Amarillo in Texas, El Paso, Città del Messico, Honolulu nelle Hawaii, Anchorage, Quebec, Rouyn Canada, Minnesota, Phoenix, Houston, Hawaii. Ma questo argomento è off limits per me. Non ne parlo come non parlo di nessuno dei membri di quella formazione. Spero rispettiate questa mia volontà”.
Esattamente un anno dopo, Geoff Emery volle dire la sua con il curatore del sito Cream Revival Band (da cui è stato estratto molto del materiale qui riportato): “Rod Evans è stato trattato ingiustamente. Come membro fondatore, egli avrebbe dovuto avere il diritto di andare avanti dal momento che nessuno, in quel momento, stava usando il marchio Deep Purple. Rod è stato una delle grandi voci degli anni '60 ed è stato molto vicino a continuare quella strada nel 1980. Con l'aiuto dell'agente William Morris, Rod è stato in grado di incontrare diversi produttori, un album era in cantiere, furono programmati grandi piani e anche lui avrebbe avuto la sua parte di successo. Ritengo che la maggior parte delle ostilità provenisse da Ritchie Blackmore che credo avesse una profonda avversione per Rod. Poi c'erano gli uomini d'affari inglesi che realmente possedevano il controllo degli interessi dei Deep Purple” (Geoff Emery, June 2015, via email).


I membri o gli ex membri dei Deep Purple si sono nel tempo manifestati in termini piuttosto critici, ma anche sarcastici.
Appena dopo la causa, alla domanda se fosse rimasto irritato dalla questione riguardante i New Deep Purple, postagli da Pete Makowski, giornalista di Sounds, Ritchie Blackmore rispose divertito: “No. Mi sono irritato per circa un giorno. Leggendo l'intervista di Rod Evans su Sounds, noto che lui non è cambiato, è davvero un bravo ragazzo, non c'è cattiveria in lui. Probabilmente voleva fare un po’ di soldi extra, visto che non ne ha fatti molti all’inizio. Ma ora che la vicenda è passata per le vie legali, si è finalmente chiusa”. Vent’anni dopo, parlandone alla rivista Guitar, la vicenda era ormai un ricordo sbiadito: "Ho sentito parlare di questo (la reincarnazione fasulla. Nda). La questione svanì rapidamente quando furono minacciati con un'azione legale. Fu una mossa insolita per Rod, perché mi piace Rod come persona, ma suppongo che volesse provare a fare quella cosa".
Ian Gillan non rilasciò dichiarazioni all’epoca. Quattordici anni dopo, semplicemente, affrontò la questione con il suo tipico approccio goliardico ma pungente. Salutando il pubblico messicano, al concerto che i Deep Purple tennero il 23 novembre 1994 al Palacio de los Deportes di Mexico City, disse: “This is the FIRST time we play in Mexico!” (la parola “FIRST” venne da lui enfatizzata, da cui le lettere in maiuscolo).
Nel febbraio dell’anno successivo, Jon Lord, il più prolifico in quanto a dichiarazioni, rilasciò una lunga intervista ad Hit Parader, nel corso della quale, tra una risata e l’altra, disse: "Si può credere che una cosa del genere possa realmente accadere? Voglio dire, questi ragazzi hanno suonato alla Long Beach Arena utilizzando il nome Deep Purple, hanno suonato “Smoke on the Water” e tutti i nostri brani più noti fino a quando sono stati fischiati dal pubblico. Potete immaginare cosa sarebbe successo se non avessimo cercato di fermare un simile fiasco? Entro un mese, ci sarebbero state circa trenta band chiamate Led Zeppelin e forse una cinquantina di più con il nome Beatles. La parte peggiore è il danno che la vicenda avrebbe potuto arrecare alla nostra reputazione. Se decidessimo di tornare insieme e ci venissero a vedere, direbbero: ‘Oh sì, li ho visti l'anno scorso a Long Beach e non erano per niente simili ad oggi’. Il nome Deep Purple significa ancora molto per la maggior parte degli appassionati di rock and roll e voglio che questa fama resti invariata".
Appena 3 mesi dopo, intervistato da una radio svedese, si presentò in maniera scanzonata: “
È stata una cosa molto stupida da fare, un esempio di scarsa capacità di giudizio, direi. Fu un idiota (Rod Evans. Nda). Fu ingannato da persone che volevano beneficiare del nome, senza alcun riguardo per la qualità. A loro non importava danneggiare il nome o la reputazione che abbiamo costruito in tanti anni. Ci siamo sentiti molto tristi per questo. Se non li avessimo fermati, ricorrendo alla giustizia americana per sei mesi, avrebbero potuto registrare un disco come Deep Purple, che sarebbe stata una menzogna anche peggiore”.
Quasi vent’anni dopo, nel 1998, su un sito europeo amatoriale dedicato ai Captain Beyond, Lord rincarò la dose: “Non fu soltanto Rod ad essere citato in giudizio, fu tutta l'organizzazione che era dietro ai falsi Deep Purple, più responsabili di ogni altro, e sono stati loro ad essere colpiti con la più elevata sanzione in denaro. Per quanto riguarda quei soldi, quale prezzo vorresti dare alla tua reputazione e al diritto di non vedere venduta al pubblico una tua cosa falsamente rappresentata. Vorrei che fosse chiaro che quelle persone furono informate a più riprese che stavano infrangendo la legge, eppure continuavano a farlo. La causa fu l'ultima opzione che avevamo per cercare di fermarli. Non mi piace dover comparire in tribunale contro un ragazzo con cui avevo lavorato in passato ma chi ruba la mia borsa ruba spazzatura, chi ruba il mio buon nome prende tutto quello che ho. (...) Certo, (Rod) non era così ingenuo. Ha sicuramente pensato alle conseguenze e ha comunque voluto fare un tentativo, ma provate ad immaginare cosa abbia detto quando tutto è andato storto? Do’ la colpa solo a Rod per essere stato uno sciocco. Avrebbe dovuto immaginare che sarebbe stato difficile suonare con un falso gruppo Deep Purple. Dopo tutto, lo stava facendo sotto gli occhi i tutti".
Dieci anni sono sufficienti per liquidare velocemente una querelle ed infatti, nel 2008, ad un programma radiofonico (Radio Metal Express) così il tastierista liquidava la questione: “L'ultima volta che ho visto Rod era in un’aula di tribunale. Ho dovuto andare in un tribunale perché doveva essere fermato, semplicemente perché non era un Deep Purple”.
Si pronunciò anche Ian Paice (nel 1996, sempre sul sito ufficiale dei Captain Beyond): “Noi non lo abbiamo fatto per il denaro che, invece, è andato tutto agli avvocati... Ma l'unica possibilità di fermare quella band era di citare Rod in giudizio, visto che lui era l'unico che ricavava soldi e tutti gli altri erano prezzolati da lui. Sicuramente Rod si è mischiato a persone molto cattive".
Curiosamente, anche Nick Simper ebbe modo di pronunciarsi sulla vicenda, con riguardo alla proposta da egli ricevuta di entrare nella band. Il sito Cream Revival Band riporta che nel 2010 egli rilasciò questa dichiarazione: “Nel 1980, Rod mi telefonò ma non ero in casa. Così anticipò la proposta a mia moglie dicendole di farmi richiamare, cosa che non ho mai fatto".



I "New Deep Purple", da sin a dx: Dick Jurgens (bt), Tony Flynn (ch)
Tom de Rivera (bs), Geoff Emery (ts) e
Rod Evans (vc).




Fonti

Libri:
Smoke on the water. The Deep Purple Story - Dave Thompson/A. Salacone, ECW Press, 2004
Deep Purple - The Illustrated Biography - Chris Charlesworth, Omnibus Press, 1983
The New Deep Purple feat. Rod Evans - Judge Orders Big Award For Infringing Act's Name, Billboard, John Sippel, 14.03.1981

Riviste:
Provo Daily Herald, Utah, 28.07.1980
Conecte Magazine, N. 174, Mexico, June 1980
Conecte Magazine, N. 175, Mexico, June 1980
Discotheque Rock Pop Magazine, Mexico, 12 June 1980
Conecte Magazine, N. 178, Mexico, July 1980
Sounds Magazine, Interview with Rod Evan by Chris Walter, UK, 20.09.1980
Sonido Magazine, N. 47, Mexico, 1980, including an interview with Rod Evans
Conecte Magazine, N. 179, Mexico, 1980 (concert report - show of 28 June 1980)
Conecte Magazine, N. 211, Mexico, 1981

Siti internet:
The Highway Star: http://www.thehighwaystar.com/specials/bogus/ 
The Highway Star: http://www.thehighwaystar.com/rosas/jouni/re.html
Cream Revival Band: http://cream-revival-band.com/Bogus_Deep_Purple_1980.html
Deep Purple Tour Page: http://www.purple.de/dirk/purple/new-deep-purple.php
Hartmut Kreckel's Captain Beyond site, 1998: http://www.thehighwaystar.com/specials/bogus/kreckel.html
Rod Evan's Bogus Deep Purple: http://dokimastic64.rssing.com/browser.php?indx=53706032&item=389
Deep Purple And Lord Blogspot, 2012: http://deep-purple-and-lord.blogspot.it/2012_08_01_archive.html
Wolf Sightings 1977-80: http://newsteppenwolf77-80.blogspot.it/

Fotografie e immagini:
Le fotografie della band dal vivo sono state scattate da Yves Monast allo show che i New Deep Purple tennero al Capitol Theater, Quebec, il 12.08.1980.
Le immagini e le foto che appaiono in questo articolo sono state attinte dal sito
http://cream-revival-band.com/Bogus_Deep_Purple_1980.html










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